Se non vuoi essere depresso va devi andar a dormir presto
#dormire #sonno #depressione
Il Washington Post ci parla di una ricerca tedesca che ha stabilito come il cervello sviluppi disfunzioni strutturali causate dall’orario in cui si va a dormire. Questo confermerebbe il perché le persone che si svegliano tardi corrono un rischio maggiore di cadere in depressione.
LO STUDIO - I ricercatori hanno dimostrato che il 10 per cento delle persone si sveglia presto, il 20 per cento si alza tardi mentre il resto vive nel mezzo. Ed è proprio quel 20 per cento a soffrire di problemi nel sonno, a provare stanchezza ed a consumare maggiori quantitativi di alcol e tabacco. L’insieme di queste cose fa si che le persone in questione soffrono di un jet-lag perenne. Jessica Rosenberg, professoressa all’Università di Aachen in Germania e titolare del progetto ha lavorato con i suoi colleghi sfruttando Il tensore di diffusione, un macchinario per la risonanza magnetica, con la quale hanno analizzato il cervello di 16 alauidi, volatili “mattinieri”, di 23 gufi e di 20 persone dal cronotipo differente.
UN JET-LAG PERMANENTE - I ricercatori hanno verificato che nella materia bianca del cervello dei gufi vi è una sensibile riduzione del tessuto cerebrale con un aumento dei grassi responsabili dell’accelerazione degli impulsi nervosi nelle aree associate alla depressione. La Rosenberg ha spiegato le evidenze della ricerca: «pensiamo che ciò possa essere causato dal fatto che le persone che si svegliano tardi soffrano di una specie di jet lag permanente».
Gli scienziati che curano l’insonnia usando il dialogo al posto dei medicinali dicono che risolvere i problemi legati al sonno raddoppia le possibilità di guarigione nei malati di depressione.
Una serie di rapporti che sarà pubblicata nell’anno a venire conferma l’influenza della qualità del sonno negli stati depressivi. Se i dati saranno confermati, emerge infatti una stretta correlazione tra la soluzione dell’insonnia e un notevole aumento delle guarigione dei pazienti che sian affetti anche da depressione. Un dato che, a detta degli scienziati, potrebbe avere l’impatto più rilevante sulla cura della malattia dall’introduzione del Prozac.
DORMIRE FA BENE - La depressione è la malattia mentale più diffusa, solo negli Stati Uniti colpisce circa 18 milioni di persone e la metà dei depressi ha problemi d’insonnia, di solito affrontati con la somministrazione di sonniferi.Un risultato che conferma l’idea che insonnia e depressione siano collegate a doppio filo e non che necessariamente l’insonnia sia prodotta dalla depressione.
DUE CURE AL PREZZO DI MEZZA - Lo studio, finanziato dal National Institute of Mental Health hanno valutato la cura dell’insonnia attraverso il dialogo, una terapia abitualmente efficace e meno costosa di quella farmacologica, che però non fa parte del trattamento standard. L’87% dei pazienti seguiti dalla squadra di ricerca della Ryerson University di Toronto, che hanno visto curata la loro insonnia in quattro sedute bisettimanali, hanno visto i sintomi della depressione sparire dopo 8 settimane, sia che fossero curate con farmaci efficaci che con placebo.
IL POTERE DELLA PAROLA - Risultati notevoli, due vote più positivi che nei casi nei quali l’insonnia è curata con i farmaci e in linea con studi già prodotti a Stanford e in altre università nordamericane. Curare la depressione curando l’insonnia con la terapia piscologica sembra quindi un’opportunità nuova e foriera di grandi vantaggi su tutta la linea, migliorando moltissimo anche l’efficacia dei farmaci antidepressivi.
IMPARIAMO A DORMIRE - Curare l’insonnia come se non fosse una malattia o come se occorresse sforzarsi di dormire è un’idea che deve tramontare, perché la premessa per un buon sonno è quella di viverlo in maniera naturale e gratificante, non sono i troppi caffè o l’alcol che impediscono di dormire, ma i nostri pensieri, provare a metterli in ordine con il dialogo terapeutico sembra dunque la soluzione migliore, più economica e anche il modo migliore per risolvere le crisi depressive
#dormire #sonno #depressione
Il Washington Post ci parla di una ricerca tedesca che ha stabilito come il cervello sviluppi disfunzioni strutturali causate dall’orario in cui si va a dormire. Questo confermerebbe il perché le persone che si svegliano tardi corrono un rischio maggiore di cadere in depressione.
LO STUDIO - I ricercatori hanno dimostrato che il 10 per cento delle persone si sveglia presto, il 20 per cento si alza tardi mentre il resto vive nel mezzo. Ed è proprio quel 20 per cento a soffrire di problemi nel sonno, a provare stanchezza ed a consumare maggiori quantitativi di alcol e tabacco. L’insieme di queste cose fa si che le persone in questione soffrono di un jet-lag perenne. Jessica Rosenberg, professoressa all’Università di Aachen in Germania e titolare del progetto ha lavorato con i suoi colleghi sfruttando Il tensore di diffusione, un macchinario per la risonanza magnetica, con la quale hanno analizzato il cervello di 16 alauidi, volatili “mattinieri”, di 23 gufi e di 20 persone dal cronotipo differente.
UN JET-LAG PERMANENTE - I ricercatori hanno verificato che nella materia bianca del cervello dei gufi vi è una sensibile riduzione del tessuto cerebrale con un aumento dei grassi responsabili dell’accelerazione degli impulsi nervosi nelle aree associate alla depressione. La Rosenberg ha spiegato le evidenze della ricerca: «pensiamo che ciò possa essere causato dal fatto che le persone che si svegliano tardi soffrano di una specie di jet lag permanente».
Gli scienziati che curano l’insonnia usando il dialogo al posto dei medicinali dicono che risolvere i problemi legati al sonno raddoppia le possibilità di guarigione nei malati di depressione.
Una serie di rapporti che sarà pubblicata nell’anno a venire conferma l’influenza della qualità del sonno negli stati depressivi. Se i dati saranno confermati, emerge infatti una stretta correlazione tra la soluzione dell’insonnia e un notevole aumento delle guarigione dei pazienti che sian affetti anche da depressione. Un dato che, a detta degli scienziati, potrebbe avere l’impatto più rilevante sulla cura della malattia dall’introduzione del Prozac.
DORMIRE FA BENE - La depressione è la malattia mentale più diffusa, solo negli Stati Uniti colpisce circa 18 milioni di persone e la metà dei depressi ha problemi d’insonnia, di solito affrontati con la somministrazione di sonniferi.Un risultato che conferma l’idea che insonnia e depressione siano collegate a doppio filo e non che necessariamente l’insonnia sia prodotta dalla depressione.
DUE CURE AL PREZZO DI MEZZA - Lo studio, finanziato dal National Institute of Mental Health hanno valutato la cura dell’insonnia attraverso il dialogo, una terapia abitualmente efficace e meno costosa di quella farmacologica, che però non fa parte del trattamento standard. L’87% dei pazienti seguiti dalla squadra di ricerca della Ryerson University di Toronto, che hanno visto curata la loro insonnia in quattro sedute bisettimanali, hanno visto i sintomi della depressione sparire dopo 8 settimane, sia che fossero curate con farmaci efficaci che con placebo.
IL POTERE DELLA PAROLA - Risultati notevoli, due vote più positivi che nei casi nei quali l’insonnia è curata con i farmaci e in linea con studi già prodotti a Stanford e in altre università nordamericane. Curare la depressione curando l’insonnia con la terapia piscologica sembra quindi un’opportunità nuova e foriera di grandi vantaggi su tutta la linea, migliorando moltissimo anche l’efficacia dei farmaci antidepressivi.
IMPARIAMO A DORMIRE - Curare l’insonnia come se non fosse una malattia o come se occorresse sforzarsi di dormire è un’idea che deve tramontare, perché la premessa per un buon sonno è quella di viverlo in maniera naturale e gratificante, non sono i troppi caffè o l’alcol che impediscono di dormire, ma i nostri pensieri, provare a metterli in ordine con il dialogo terapeutico sembra dunque la soluzione migliore, più economica e anche il modo migliore per risolvere le crisi depressive

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