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I nemici del nostro riposo sono purtroppo tanti e non si chiamano solo insonnia o stress. La Medicina del Sonno, che si occupa di tutti quei disturbi organici e funzionali che minano la durata e la qualità del sonno, ne descrive molti altri, più subdoli e difficili da riconoscere. La classificazione ad oggi più attendibile, per ricercatori e clinici, è l'International Classification of Sleep Disorders (ISD2), proposta dall'American Academy of Sleep Medicine, pubblicata nel 2005, in cui i disturbi del sonno sono distinti e raggruppati in 8 gruppi che spaziano dalle difficoltà nell'addormentamento, tipiche dell'insonnia, al sonno eccessivo delle ipersonnie, ai disturbi correlati alla respirazione, alle alterazioni del ritmo sonno-veglia, ai disordini comportamentali delle parasonnie, ai disturbi legati al movimento di alcune parti del corpo, ai sintomi isolati come il russamento e altri disturbi del sonno non classificabili per mancanza di dati sufficienti per una corretta diagnosi. Conosciamoli meglio.
Insonnia. L'insonnia è il disturbo più comune nella popolazione generale: ne soffre il 20% circa degli italiani, in prevalenza il sesso femminile e le persone anziane. Sarà sicuramente capitato a ognuno di noi, almeno una volta, di girarsi e rigirarsi nel letto senza riuscire ad addormentarsi o di avere risvegli notturni frequenti o precoci! A volte basta un evento stressante come cambiare abitazione o lavoro per far scaturire in noi una forma di insonnia definita acuta: si risolve per fortuna nel giro di pochi mesi con l'adattamento alla nuova condizione o con la rimozione della causa. Tipica delle donne dai 20 ai 30 anni è invece l'insonnia psicofisiologica, correlata a tensioni emotive generiche in assenza di altre problematiche psicopatologiche. Se invece abbiamo solo una sensazione, una percezione di dormire poco e male senza segni obiettivi di sonno disturbato siamo di fronte ad una forma di insonnia definita pseudoinsonnia o sonno paradosso. Un disturbo tipico dell'infanzia è invece l'insonnia idiopatica, legata a un alterato squilibrio neurochimico nella regolazione del ritmo sonno-veglia.
Disturbi correlati alla respirazione. Episodi ricorrenti di arresto del flusso d'aria a livello delle prime vie aeree (apnea) o ad una riduzione del flusso maggiore (ipopnea) caratterizzano l'apnea centrale del sonno. Una malattia molto rara, che si riscontra di solito nei pazienti obesi, è la sindrome da ipoventilazione alveolare centrale, caratterizzata da un alterato controllo della respirazione con conseguente arresto della ventilazione durante il sonno. Episodi ricorrenti di ostruzione dovuta al collassamento delle vie aeree superiori durante il sonno si riscontrano nella sindrome da apnea ostruttiva del sonno. Le cure oggi disponibili sono tante e l'approccio dipende dalla gravità del disturbo; alcune implicano un cambiamento di stile di vita come non bere alcool o evitare l'uso di alcuni farmaci, altre prevedono l'uso di cuscini o dispositivi particolari o in alcuni casi di trattamenti terapeutici specifici e procedure chirurgiche a carico delle vie aeree.
Ipersonnia. A differenza dell'insonnia, un eccessivo e prolungato stato di sonno si riscontra nei pazienti affetti da ipersonnia. Tra le varie forme di ipersonnia, la narcolessia è forse il disturbo che spaventa maggiormente perchè l'individuo affetto è colpito da frequenti e improvvisi attacchi di sonno nell'arco della giornata dalla durata di circa 15 minuti, a volte accompagnati anche da allucinazioni, che gli impediscono di avere una normale vita sociale e lavorativa. Il rischio di incidenti in questi pazienti è purtroppo molto elevato. È un disturbo che si manifesta soprattutto nel sesso maschile e a qualsiasi età con un picco di incidenza verso i 14-15 anni di età. Oltre alla sonnolenza, questo disturbo spesso è accompagnato da una temporanea e improvvisa debolezza muscolare chiamata cataplessia. Le terapie utilizzate sono in grado di ridurre il numero di attacchi ma non esiste purtroppo a oggi una terapia risolutiva. Un'altra forma rara di ipersonnia, tipica della prima adolescenza, è l'ipersonnia ricorrente. I pazienti affetti dormono per circa 16-18 ore al giorno con una tendenza a un maggiore consumo di cibo e ad una maggiore irritabilità. Sono note anche forme di ipersonnie correlate all'uso di farmaci, droghe oppure a patologie come il Parkinson. In ogni caso solo l'esperto può individuarne la causa esatta e consigliare la giusta terapia.
Parasonnie. Se i disturbi sono caratterizzati da disordini comportamentali o comportamenti anomali durante alcune fasi del sonno, siamo di fronte a disturbi definiti parasonnie. Se ne conoscono numerose forme come il risveglio confuso, che può durare da pochi minuti a diverse ore, o il sonnambulismo che si manifesta in genere nei bambini dai 4 agli 8 anni. Il sonnambulo durante l'episodio compie movimenti autonomi come sedersi nel letto oppure mangiare o bere, camminare per casa; non reagisce agli stimoli esterni e al risveglio, non ricorda nulla e appare molto confuso. Generalmente è un fenomeno non preoccupante, che scompare da solo verso i 15 anni. Molto frequente nei bambini è il terrore notturno, caratterizzato da episodi di urla e pianti accompagnati da sudorazione e tachicardia. Come nel sonnambulismo, al risveglio il bambino appare confuso e disorientato. Altre parasonnie molto frequenti nell'infanzia sono gli incubi notturni dovuti a evocazioni di immagini spaventose che inducono il risveglio. Meno frequente invece è la paralisi isolata del sonno, caratterizzata da perdita completa del tono muscolare con incapacità di realizzare movimenti volontari nella fase di addormentamento o al risveglio. Se invece durante la notte il vostro partner vi rifila un violento cazzotto o un calcio non reagite... è solo affetto da un disturbo chiamato alterata condotta. Piuttosto accompagnatelo da uno specialista per evitare ulteriori danni alla vostra persona!
Disturbi legati al movimento. La sindrome delle gambe inquiete, ad esempio, è un disturbo abbastanza comune e si manifesta con una necessità imperiosa di muovere le gambe a volte accompagnata da parestesie cioè da alterata sensibilità agli arti. Per non parlare dei fastidiosissimi crampi notturni che si manifestano con contrazioni muscolari dolorose, improvvise e intense, in genere agli arti inferiori con una durata che oscilla da pochi secondi ad alcuni minuti. In entrambi la medicina del "fai da te" ci consiglia di alzarci, camminare, usare il freddo, il caldo... Un buon consiglio? Non abbiamo nulla di cui preoccuparci ma sicuramente una visita medica di controllo è quello che ci occorre! Se invece durante il sonno il vostro bambino produce un suono aspro e stridente digrignando i denti, conosciuto come bruxismo, non preoccupatevi perché, sia che la causa sia fisica che psicologica, si può controllare il fenomeno con l'aiuto di specialisti quali il pediatra, l'odontoiatra o in alcuni casi lo psicologo. Altro disturbo è quello che si riscontra in alcuni neonati che possono manifestare movimenti ritmici della testa o del corpo persistenti per alcuni secondi accompagnati a volte da suoni gutturali. Sono in realtà sintomi benigni che scompaiono con l'età, verso i 5 anni, e a volte indicano ipereccitabilità.
I disturbi del sonno, come riportato in questa sintetica carrellata, sono numerosi, possono manifestarsi ad ogni età, sono molto frequenti nella popolazione generale e purtroppo contribuiscono a peggiorare in maniera significativa la qualità della vita. A tutti noi è capitato o capiterà di dormire male o di svegliarci più stanchi di quando siamo andati a letto! Se il fenomeno è saltuario e correlato a particolari situazioni di stress tenderà a risolversi spontaneamente, ma se dovesse ripresentarsi, allora non bisogna sottovalutarlo e per evitare che peggiori è consigliabile esporre il problema al proprio medico di famiglia o rivolgersi ad uno specialista delle malattie del sonno per una giusta diagnosi ed un efficace rimedio.

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