mercoledì 26 marzo 2014

Come dormite in coppia?

Come dormite in coppia?
#dormire #coppia

Complicità, certezze, timori, squilibri: per testare una relazione basta osservare come condividono il letto due partner, perché durante il sonno emergono atteggiamenti spontanei e molti indicativi. Lo sostiene la sociologa americana Evany Thomas, che nel saggio The Secret Language Of Sleep ha analizzato cosa si può dedurre dai più comuni "incastri" notturni di due innamorati.

1
Se dormi a cucchiaio dietro di lui. Tu stai su un fianco, dietro di lui, a mo di zainetto, o viceversa? Ottimo. Secondo l'esperta, le coppie che si abbandonano alle braccia di Morfeo in questa posizione sono quelle che vantano una relazione solida, quelle in cui i due partner si approcciano l'uno all'altro in modo diretto e sono molto complici e uniti tra loro.

2
Se dormite raggomitolati uno sull'altra. Addormentarsi tutti rannicchiati mostra la voglia di sentirsi protetti da un abbraccio caldo e avvolgente. Secondo Evany Thomas, questa esigenza è tipica delle persone che si trovano alla seconda relazione importante (magari proprio al secondo matrimonio): avendo sperimentato cosa significa perdere un amore, si sentono più vulnerabili e bisognosi di certezze e riparo

3
Se uno dei due dorme nella posizione "starfish". Occhio se uno dei due si spalma sull'intero lettone e all'altro non rimane che stringersi in un angolino. Non è un buon segnale. Secondo la sociologa, dormono così le coppie che vivono un rapporto un po' sbilanciato o poco paritario. Come è facile intuire, il partner che tende ad appropriarsi di tutto lo spazio è quello che vuole predominare sull'altro.

4
Se uno si avvinghia all'altro. Sembra un incastro romantico e invece c'è da stare attenti. Quando uno dei due partner dorme attaccandosi all'altro tipo "koala", significa che è un po' troppo possessivo e tende a marcare l'altro in modo un po' troppo stretto. Cosa significa? Che siamo in presenza di un rapporto a tratti asfissiante.

5
Se dormite nella posizione "turnstile". Interessanti anche le coppie che dormono a "cancelletto": uno a pancia sotto e l'altro, accanto, che lo arpiona con una gamba. Secondo la sociologa americana, questa posizione appartiene ai partner poco inclini al dialogo, persino quando ci sarebbe da discutere di questioni importanti, come per esempio un figlio, un'adozione o un allontanamento temporaneo.

6
Se vi date la schiena. Sembra un caso negativo e invece è l'esatto contrario. Le coppie che dormono dandosi le spalle dimostrano di avere un legame molto solido. Il che, però, non significa "esente da crisi": anzi. Quello che contraddistingue queste relazioni, semmai, è la capacità dei partner di affrontare e superare momenti difficili, facendone sempre un'occasione di crescita per la propria storia.

7
Se dormite supini e scomposti. Altri spunti interessanti si ricavano dalla cosiddetta posizione "scena del crimine", quella in cui i due partner dormono a pancia in su, ma in modo disordinato, come fossero, appunto, le vittime di una sparatoria. Secondo l'esperta americana questa postura è propria soltanto delle coppie pienamente soddisfatte del loro amore. E denota che si vive il legame in modo rilassato.

8
E se dormite in camere separate? Uno dei due russa o scalcia e allora basta: meglio dormire in stanze diverse. Secondo una ricerca del National Sleep Foundation, la scelta di non condividere il materasso con il partner è propria di un quarto delle coppie. E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è una decisione ottima: per l'esperto di sonno Neil Stanley, i partner che salvaguardano il riposo notturno hanno il 50% di possibilità in più di restare insieme.


 Foto: Come dormite in coppia? #dormire #coppia  Complicità, certezze, timori, squilibri: per testare una relazione basta osservare come condividono il letto due partner, perché durante il sonno emergono atteggiamenti spontanei e molti indicativi. Lo sostiene la sociologa americana Evany Thomas, che nel saggio The Secret Language Of Sleep ha analizzato cosa si può dedurre dai più comuni "incastri" notturni di due innamorati.  1  Se dormi a cucchiaio dietro di lui. Tu stai su un fianco, dietro di lui, a mo di zainetto, o viceversa? Ottimo. Secondo l'esperta, le coppie che si abbandonano alle braccia di Morfeo in questa posizione sono quelle che vantano una relazione solida, quelle in cui i due partner si approcciano l'uno all'altro in modo diretto e sono molto complici e uniti tra loro.  2 Se dormite raggomitolati uno sull'altra. Addormentarsi tutti rannicchiati mostra la voglia di sentirsi protetti da un abbraccio caldo e avvolgente. Secondo Evany Thomas, questa esigenza è tipica delle persone che si trovano alla seconda relazione importante (magari proprio al secondo matrimonio): avendo sperimentato cosa significa perdere un amore, si sentono più vulnerabili e bisognosi di certezze e riparo  3 Se uno dei due dorme nella posizione "starfish". Occhio se uno dei due si spalma sull'intero lettone e all'altro non rimane che stringersi in un angolino. Non è un buon segnale. Secondo la sociologa, dormono così le coppie che vivono un rapporto un po' sbilanciato o poco paritario. Come è facile intuire, il partner che tende ad appropriarsi di tutto lo spazio è quello che vuole predominare sull'altro.  4 Se uno si avvinghia all'altro. Sembra un incastro romantico e invece c'è da stare attenti. Quando uno dei due partner dorme attaccandosi all'altro tipo "koala", significa che è un po' troppo possessivo e tende a marcare l'altro in modo un po' troppo stretto. Cosa significa? Che siamo in presenza di un rapporto a tratti asfissiante.  5 Se dormite nella posizione "turnstile". Interessanti anche le coppie che dormono a "cancelletto": uno a pancia sotto e l'altro, accanto, che lo arpiona con una gamba. Secondo la sociologa americana, questa posizione appartiene ai partner poco inclini al dialogo, persino quando ci sarebbe da discutere di questioni importanti, come per esempio un figlio, un'adozione o un allontanamento temporaneo.  6 Se vi date la schiena. Sembra un caso negativo e invece è l'esatto contrario. Le coppie che dormono dandosi le spalle dimostrano di avere un legame molto solido. Il che, però, non significa "esente da crisi": anzi. Quello che contraddistingue queste relazioni, semmai, è la capacità dei partner di affrontare e superare momenti difficili, facendone sempre un'occasione di crescita per la propria storia.  7 Se dormite supini e scomposti. Altri spunti interessanti si ricavano dalla cosiddetta posizione "scena del crimine", quella in cui i due partner dormono a pancia in su, ma in modo disordinato, come fossero, appunto, le vittime di una sparatoria. Secondo l'esperta americana questa postura è propria soltanto delle coppie pienamente soddisfatte del loro amore. E denota che si vive il legame in modo rilassato.  8 E se dormite in camere separate? Uno dei due russa o scalcia e allora basta: meglio dormire in stanze diverse. Secondo una ricerca del National Sleep Foundation, la scelta di non condividere il materasso con il partner è propria di un quarto delle coppie. E, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è una decisione ottima: per l'esperto di sonno Neil Stanley, i partner che salvaguardano il riposo notturno hanno il 50% di possibilità in più di restare insieme.

Ridere, mangiare cioccolato e dormire. La ricetta che fa dimagrire

Ridere, mangiare cioccolato e dormire. La ricetta che fa dimagrire
#dimagrire #dormire

Ridere fa dimagrire? E mangiare cioccolato? E dormire? Domande che hanno incuriosito molto gli italiani in questo 2014, come dimostrano i risultati pubblicati da Google Zeitgeist, “Lo spirito dei tempi”, ovvero il rapporto delle parole più cercate dagli italiani in questo 2014 sul motore di ricerca. Ma andiamo con ordine.

Ridere fa dimagrire?
Si, ridere fa dimagrire e sono molti gli studi che lo confermano. Uno di questi, pubblicata sull’International Journal of Obesity, ha dimostrato che ridere 15 minuti al giorno può permettere di perdere in un anno oltre due chili. MA perchè ridere fa dimagrire? Innanzitutto un sorriso fa bene alla circolazione del sangue perché favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni, dà eqquilibrio alla nostra vita e, riducendo lo stress, migliora la salute a 360 gradi.

Mangiare cioccolato fa dimagrire?
Sembra strano, o almeno “sembrava strano” fino a quando una ricerca dell’Università di Granada ha cambiato le carte in tavola: il cioccolato fa dimagrire e può essere un ottimo alimento per la dieta. Perchè il cioccolato fa dimagrire? Il segreto di questa proprietà del cioccolato sono le di catechine, antiossidanti particolarmente benefici per il nostro organismo e per il metabolismo del corpo. Non sarà necessario dunque rinunciare a questa delizia per rimanere in forma.

Dormire fa dimagrire?
Si e no. E’ piu’ corretto infatti affermare che “dormire poco fa ingrassare”, anche se di conseguenza si può sostenere, fatta questa premessa, che dormire fa dimagrire. Secondo uno studio dell’Università del Colorado di Boulder, negli Usa, dormire meno di 6 ore a notte fa ingrassare, anche un chilo di più in 5 giorni rispetto a chi conduce una vita più regolare. Perchè dormire fa dimagrire? La risposta è semplice: è infatti proprio durante il sonno che il nostro organismo brucia la quantità maggiore di calorie. Come ha spiegato la responsabile del Centro di Medicina del Sonno del Policlinico Tor Vergata di Roma, Maria Grazia Marciani, “Non dormire mai abbastanza fa saltare gli equilibri del nostro metabolismo.

E non bisogna illudersi di poter recuperare il sonno perso di notte con pennichelle e pisolini diurni, perché il riposo notturno è quello più importante per garantire un corretto assetto ormonale, che dipende in larga misura dall’alternanza luce/buio e veglia/sonno. Modificare i ritmi e le abitudini può pregiudicare la produzione di ormoni come la melatonina, il cortisolo, la leptina e la grelina. La carenza di sonno incide poi sulla regolazione della glicemia aumentando la resistenza all’insulina e aprendo la strada allo sviluppo del diabete”.

Ecco dunque una ricetta, fia da te, semplice e poco dispendiosa per dimagrire o mantenersi in forma: ridere, mangiare cioccolato e dormire bene. Perchè a volte obiettivi che sembrano difficili da raggiungere, come perdere peso, hanno soluzioni più semplici di quanto si possa immaginare.


 Foto: Ridere, mangiare cioccolato e dormire. La ricetta  che fa dimagrire #dimagrire #dormire  Ridere fa dimagrire? E mangiare cioccolato? E dormire? Domande che hanno incuriosito molto gli italiani in questo 2014, come dimostrano i risultati pubblicati da Google Zeitgeist, “Lo spirito dei tempi”, ovvero il rapporto delle parole più cercate dagli italiani in questo 2014 sul motore di ricerca. Ma andiamo con ordine.  Ridere fa dimagrire? Si, ridere fa dimagrire e sono molti gli studi che lo confermano. Uno di questi, pubblicata sull’International Journal of Obesity, ha dimostrato che ridere 15 minuti al giorno può permettere di perdere in un anno oltre due chili. MA perchè ridere fa dimagrire? Innanzitutto un sorriso fa bene alla circolazione del sangue perché favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni, dà eqquilibrio alla nostra vita e, riducendo lo stress, migliora la salute a 360 gradi.  Mangiare cioccolato fa dimagrire? Sembra strano, o almeno “sembrava strano” fino a quando una ricerca dell’Università di Granada ha cambiato le carte in tavola: il cioccolato fa dimagrire e può essere un ottimo alimento per la dieta. Perchè il cioccolato fa dimagrire? Il segreto di questa proprietà del cioccolato sono le di catechine, antiossidanti particolarmente benefici per il nostro organismo e per il metabolismo del corpo. Non sarà necessario dunque rinunciare a questa delizia per rimanere in forma.  Dormire fa dimagrire? Si e no. E’ piu’ corretto infatti affermare che “dormire poco fa ingrassare”, anche se di conseguenza si può sostenere, fatta questa premessa, che dormire fa dimagrire. Secondo uno studio dell’Università del Colorado di Boulder, negli Usa, dormire meno di 6 ore a notte fa ingrassare, anche un chilo di più in 5 giorni rispetto a chi conduce una vita più regolare. Perchè dormire fa dimagrire? La risposta è semplice: è infatti proprio durante il sonno che il nostro organismo brucia la quantità maggiore di calorie. Come ha spiegato la responsabile del Centro di Medicina del Sonno del Policlinico Tor Vergata di Roma, Maria Grazia Marciani, “Non dormire mai abbastanza fa saltare gli equilibri del nostro metabolismo.  E non bisogna illudersi di poter recuperare il sonno perso di notte con pennichelle e pisolini diurni, perché il riposo notturno è quello più importante per garantire un corretto assetto ormonale, che dipende in larga misura dall’alternanza luce/buio e veglia/sonno. Modificare i ritmi e le abitudini può pregiudicare la produzione di ormoni come la melatonina, il cortisolo, la leptina e la grelina. La carenza di sonno incide poi sulla regolazione della glicemia aumentando la resistenza all’insulina e aprendo la strada allo sviluppo del diabete”.  Ecco dunque una ricetta, fia da te, semplice e poco dispendiosa per dimagrire o mantenersi in forma: ridere, mangiare cioccolato e dormire bene. Perchè a volte obiettivi che sembrano difficili da raggiungere, come perdere peso, hanno soluzioni più semplici di quanto si possa immaginare.

Aromaterapia: lavanda, vaniglia e fiori di campo sono le essenze del buon sonno

Aromaterapia: lavanda, vaniglia e fiori di campo sono le essenze del buon sonno
#sonno #salute #benessere #aromaterapia

Tra le regole del buon sonno c’è anche l’ aromaterapia e le essenze degli oli essenziali

Un buon odore difuso in camera da letto non solo rende il sonno più riposante, ma aiuta anche a fare bei sogni.
Lo ha dimosrato uno studio condotto da Boris Stuck dell’ University Hospital di Mannheim in Germania.
Secondo il ricercatore lavanda, vaniglia e fiori di campo sono le essenze ideali per favorire i sogni.
I buoni profumi infatti riescono a stimolare piacevolmente i sensi e a penetrare nello spazio onirico. Ma il sonno e i sogni, ha sottolineato il ricrcatore in un’ intervista alla rivista New Scientist, sono campi ancora ricchi di mistero su cui la ricerca sta ancora indagando.

Gli oli essenziali contro l'insonnia

L' insonnia può peggiorare sensibilmente la qualità della nostra vita, non solo per gli strascichi di stanchezza diurna ma per l'ansia che può creare nei confronti del dormire. Capita che arriviamo a casa stanchi dopo un'intensa giornata di lavoro o un intero giorno trascorso al mare e solo al pensiero della notte ci sentiamo invadere dall'ansia. Dormirò? Come farò a prendere sonno?
Con queste preoccupazioni attendiamo il momento di coricarci. Niente di più sbagliato. La natura ci offre numerosi modi per prepararci a una notte senza pensieri, avvolta dal sonno più dolce. L'aromaterapia e gli oli essenziali costituiscono un efficace rimedio per ritrovare l'armonia e la tranquillità in vista del riposo.

Come usare gli oli essenziali
Possiamo scegliere di utilizzare i preziosi oli essenziali in differenti modalità: applicandoli direttamente sulla pelle, magari con un massaggio del nostro partner (in modalità concentrata o diluita, 2-3 gocce dell' olio essenziale, pure o in 50 ml di crema neutra). Oppure direttamente nella vasca che ospiterà un ottimo bagno caldo (5-10 gocce, se vogliamo diluite in un cucchiaio di miele). O ancora, possiamo beneficiare degli effetti terapeutici dell'aromaterapia mettendo gli oli essenziali in un diffusore per l'ambiente, creando così una cornice perfetta per una buona lettura (5 gocce nell'apposito erogatore). Scegliamo la soluzione che più si sposa con il nostro disturbo e la nostra personalità. Quali oli essenziali preferire? Ecco un elenco da conservare.

Subito via ciò che ti disturba con gli oli essenziali giusti
- Gelsomino; si può definire un ansiolitico naturale. Caratterizzato da un odore dolce, caldo, ricco e lievemente fruttato, questo olio essenziale ha un effetto sedativo sul sistema nervoso, quindi viene usato contro tensioni, stress, ansie. Calma gli sbalzi umorali legati alla sindrome premestruale e alla menopausa.

- Camomilla; è l' olio essenziale calmante per eccellenza, ma è un rimedio molto importante anche per la stabilità che sa regalare. È adatta soprattutto a quegli animi turbolenti che si portano a letto contrarietà e pensieri negativi. Per chi va a dormire con "il dente avvelenato" ripensando ai fatti del giorno, inquinandosi animo e notti.

- Maggiorana; è un olio essenziale che rilassa e contemporaneamente regala fermezza alla persona fermezza alla persona che fa della suscettibilità la sua caratteristica principale. Ansioso, instabile, sempre alle prese con una spiccata razionalità, questo individuo considera la notte come un tempo per bilanci e riflessioni. Maggiorana è utilissima per chi soffre di insonnia "iniziale" (cioè per chi ha difficoltà ad addormentarsi) causata da un rimuginare senza sosta.


 Foto: Aromaterapia: lavanda, vaniglia e fiori di campo sono le essenze del buon sonno #sonno #salute #benessere #aromaterapia  Tra le regole del buon sonno c’è anche l’ aromaterapia e le essenze degli oli essenziali  Un buon odore difuso in camera da letto non solo rende il sonno più riposante, ma aiuta anche a fare bei sogni. Lo ha dimosrato uno studio condotto da Boris Stuck dell’ University Hospital di Mannheim in Germania. Secondo il ricercatore lavanda, vaniglia e fiori di campo sono le essenze ideali per favorire i sogni. I buoni profumi infatti riescono a stimolare piacevolmente i sensi e a penetrare nello spazio onirico. Ma il sonno e i sogni, ha sottolineato il ricrcatore in un’ intervista alla rivista New Scientist, sono campi ancora ricchi di mistero su cui la ricerca sta ancora indagando.  Gli oli essenziali contro l'insonnia  L' insonnia può peggiorare sensibilmente la qualità della nostra vita, non solo per gli strascichi di stanchezza diurna ma per l'ansia che può creare nei confronti del dormire. Capita che arriviamo a casa stanchi dopo un'intensa giornata di lavoro o un intero giorno trascorso al mare e solo al pensiero della notte ci sentiamo invadere dall'ansia. Dormirò? Come farò a prendere sonno? Con queste preoccupazioni attendiamo il momento di coricarci. Niente di più sbagliato. La natura ci offre numerosi modi per prepararci a una notte senza pensieri, avvolta dal sonno più dolce. L'aromaterapia e gli oli essenziali costituiscono un efficace rimedio per ritrovare l'armonia e la tranquillità in vista del riposo.  Come usare gli oli essenziali Possiamo scegliere di utilizzare i preziosi oli essenziali in differenti modalità: applicandoli direttamente sulla pelle, magari con un massaggio del nostro partner (in modalità concentrata o diluita, 2-3 gocce dell' olio essenziale, pure o in 50 ml di crema neutra). Oppure direttamente nella vasca che ospiterà un ottimo bagno caldo (5-10 gocce, se vogliamo diluite in un cucchiaio di miele). O ancora, possiamo beneficiare degli effetti terapeutici dell'aromaterapia mettendo gli oli essenziali in un diffusore per l'ambiente, creando così una cornice perfetta per una buona lettura (5 gocce nell'apposito erogatore). Scegliamo la soluzione che più si sposa con il nostro disturbo e la nostra personalità. Quali oli essenziali preferire? Ecco un elenco da conservare.  Subito via ciò che ti disturba con gli oli essenziali giusti - Gelsomino; si può definire un ansiolitico naturale. Caratterizzato da un odore dolce, caldo, ricco e lievemente fruttato, questo olio essenziale ha un effetto sedativo sul sistema nervoso, quindi viene usato contro tensioni, stress, ansie. Calma gli sbalzi umorali legati alla sindrome premestruale e alla menopausa.  - Camomilla; è l' olio essenziale calmante per eccellenza, ma è un rimedio molto importante anche per la stabilità che sa regalare. È adatta soprattutto a quegli animi turbolenti che si portano a letto contrarietà e pensieri negativi. Per chi va a dormire con "il dente avvelenato" ripensando ai fatti del giorno, inquinandosi animo e notti.  - Maggiorana; è un olio essenziale che rilassa e contemporaneamente regala fermezza alla persona fermezza alla persona che fa della suscettibilità la sua caratteristica principale. Ansioso, instabile, sempre alle prese con una spiccata razionalità, questo individuo considera la notte come un tempo per bilanci e riflessioni. Maggiorana è utilissima per chi soffre di insonnia "iniziale" (cioè per chi ha difficoltà ad addormentarsi) causata da un rimuginare senza sosta.

Torna l'ora legale, domenica 30 marzo orologi avanti di un'ora

Torna l'ora legale, domenica 30 marzo orologi avanti di un'ora
#oralegale #sonno #salute #riposo

Domenica notte il passaggio dall'ora solare a quella legale. Bisognerà spostare le lancette degli orologi avanti di un'ora

In cambio di un’ora di sonno “rubata” ci verrà regalata un’ora di luce in più: un cambiamento, simile a un piccolo jet-lag, al quale il nostro organismo reagirà con insonnia, stanchezza e irritabilità. Come aiutare il nostro corpo a riprendere al più presto un ritmo sonno-veglia?

DORMICISU TI DA ALCUNI consigli che possono tornare utili per prepararsi al cambio dell’ora.

Il primo è di sfruttare proprio la luce del giorno, ormai abbondante, per regolare naturalmente la produzione di melatonina: uscite di casa e dall’ufficio e godetevi la luce il più possibile. Utile anche anticipare gradualmente l’ora in cui ci si va a coricare, e fare lo stesso per l’orario dei pasti.

Valgono sempre alcuni consigli generali: prima di andare a letto, rilassarsi con la lettura o facendo yoga (ma evitando l’esercizio fisico intenso) e seguire una routine che prepari corpo e mente alla notte. Importante trasformare la camera da letto in un’oasi di relax e tranquillità: tenerla in ordine, rimuovere le apparecchiature elettroniche, minimizzare luci e rumori, e scegliere con cura il materasso e il guanciale giusto.

Anche se spesso è un aspetto trascurato, il supporto su cui si riposa può fare la differenza fra un sonno ristoratore e una notte che ci lascia più stanchi di prima. Bisogna diffidare di materassi troppo duri o troppo morbidi, il materasso e il guanciale dovrebbero sostenere il corpo, mantenendolo in posizione naturale e consentendogli di riposare e recuperare energie dopo le attività svolte durante la giornata.

Questi supporti devono adattarsi al profilo naturale della colonna vertebrale e garantire una postura corretta, per prevenire dolori al collo e alla schiena. Eventuali disagi legati a punti di eccessiva pressione costringono invece a rigirarsi di continuo, impedendoci di avere un sonno profondo e riposante. Una questione di qualità più che di quantità, perché il numero di ore “giuste” da dormire, semplicemente, non esiste. La cosa importante è ascoltare il proprio corpo e assecondare le sue esigenze, per accompagnarlo al meglio in un periodo di cambiamento. Così potremo godere da subito di tutti i piaceri che ci regala la bella stagione.


 Foto: Torna l'ora legale, domenica 30 marzo orologi avanti di un'ora #oralegale #sonno #salute #riposo  Domenica notte il passaggio dall'ora solare a quella legale. Bisognerà spostare le lancette degli orologi avanti di un'ora  In cambio di un’ora di sonno “rubata” ci verrà regalata un’ora di luce in più: un cambiamento, simile a un piccolo jet-lag, al quale il nostro organismo reagirà con insonnia, stanchezza e irritabilità. Come aiutare il nostro corpo a riprendere al più presto un ritmo sonno-veglia?   DORMICISU TI DA ALCUNI consigli che possono tornare utili per prepararsi al cambio dell’ora.  Il primo è di sfruttare proprio la luce del giorno, ormai abbondante, per regolare naturalmente la produzione di melatonina: uscite di casa e dall’ufficio e godetevi la luce il più possibile. Utile anche anticipare gradualmente l’ora in cui ci si va a coricare, e fare lo stesso per l’orario dei pasti.  Valgono sempre alcuni consigli generali: prima di andare a letto, rilassarsi con la lettura o facendo yoga (ma evitando l’esercizio fisico intenso) e seguire una routine che prepari corpo e mente alla notte. Importante trasformare la camera da letto in un’oasi di relax e tranquillità: tenerla in ordine, rimuovere le apparecchiature elettroniche, minimizzare luci e rumori, e scegliere con cura il materasso e il guanciale giusto.  Anche se spesso è un aspetto trascurato, il supporto su cui si riposa può fare la differenza fra un sonno ristoratore e una notte che ci lascia più stanchi di prima. Bisogna diffidare di materassi troppo duri o troppo morbidi, il materasso e il guanciale dovrebbero sostenere il corpo, mantenendolo in posizione naturale e consentendogli di riposare e recuperare energie dopo le attività svolte durante la giornata.  Questi supporti devono adattarsi al profilo naturale della colonna vertebrale e garantire una postura corretta, per prevenire dolori al collo e alla schiena. Eventuali disagi legati a punti di eccessiva pressione costringono invece a rigirarsi di continuo, impedendoci di avere un sonno profondo e riposante. Una questione di qualità più che di quantità, perché il numero di ore “giuste” da dormire, semplicemente, non esiste. La cosa importante è ascoltare il proprio corpo e assecondare le sue esigenze, per accompagnarlo al meglio in un periodo di cambiamento. Così potremo godere da subito di tutti i piaceri che ci regala la bella stagione.

Muscolatura contratta durante il riposo

Muscolatura contratta durante il riposo
#colonnavertebrale #riposo #salute


Succede spesso che le persone affermino di avere la muscolatura in contrazione durante il riposo o di sentirla contratta al mattino quando si alzano.

La domanda da porsi è: avete permesso alla colonna vertebrale di rigenerarsi durante la notte? Ovviamente no!

La contrazione ha bloccato il rilassamento e ha impedito la ri-ossigenazione dei dischi intervertebrali.

E ciò non deve succedere! I dischi sono fondamentali per la vita dell’uomo, perché è proprio in prossimità di questi cuscinetti che escono le radici, ossia il tramite tra midollo spinale e ogni parte del nostro corpo. Fegato, pancreas, cuore, mani, braccia, gambe, tutto è direttamente collegato al midollo tramite queste radici, custodite proprio dai dischi. Non è possibile trascurarli, proprio perché ogni dolore (o quasi) può essere ricondotto ad una loro perdita di funzionalità.

Giusto per fare un esempio, la famosa infiammazione al nervo sciatico parte proprio dallo schiacciamento dei dischi della parte lombare.


 Foto: Muscolatura contratta durante il riposo  Succede spesso che le persone affermino di avere la muscolatura in contrazione durante il riposo o di sentirla contratta al mattino quando si alzano.  La domanda da porsi è: avete permesso alla colonna vertebrale di rigenerarsi durante la notte? Ovviamente no!   La contrazione ha bloccato il rilassamento e ha impedito la ri-ossigenazione dei dischi intervertebrali.  E ciò non deve succedere! I dischi sono fondamentali per la vita dell’uomo, perché è proprio in prossimità di questi cuscinetti che escono le radici, ossia il tramite tra midollo spinale e ogni parte del nostro corpo. Fegato, pancreas, cuore, mani, braccia, gambe, tutto è direttamente collegato al midollo tramite queste radici, custodite proprio dai dischi. Non è possibile trascurarli, proprio perché ogni dolore (o quasi) può essere ricondotto ad una loro perdita di funzionalità.  Giusto per fare un esempio, la famosa infiammazione al nervo sciatico parte proprio dallo schiacciamento dei dischi della parte lombare.

migliorare l'igiene del vostro riposo ( si può )

migliorare l'igiene del vostro riposo 
( si può )
#igiene #salute #materasso

Gi acari sono sicuramente la componente più rilevante della polvere nei casi di allergie alla stessa; sono microscopici insetti legati alla famiglia delle zecche e dei ragni, si nutrono principalmente di piccoli frammenti di pelle umana e si ritrovano in molti luoghi comunemente non abitati dalle persone.

Il sistema immunitario del corpo è in grado di riconoscere e combattere determinate sostanze in grado di arrecare pericoli per l’organismo, come virus e batteri; altre sostanze che entrano nell’organismo sono invece innocue e per questo vengono ignorate.

Gli allergeni sono sostanze innocue, ma possono causare delle reazioni allergiche in alcune persone sensibili: il polline, gli acari della polvere e la muffa sono esempi di di allergeni.

In una persona allergica il corpo riconosce gli allergeni come sostanze nocive, questo causa la produzione di alcune sostanze da parte delle cellule come l’istamina. La produzione di istamina e di altre sostanze chimiche provoca nel corpo delle reazioni allergiche.

Una reazione allergica può causare naso colante, starnuti, prurito, gonfiore o asma.

La ragione per cui solo alcune persone sviluppano allergia non è ancora completamente chiara, probabilmente la tendenza a sviluppare determinate forme è una questione ereditaria.

Sia le sostanze originate dalla decomposizione degli animali che le proteine che si ritrovano negli escrementi degli acari possono causare una reazione allergica; nelle case numerosi acari si possono ritrovare nei materassi, cuscini, lenzuola, nella tappezzeria e nei peluche.

Gli acari si riproducono molto velocemente: una nuova generazione di acari nasce ogni 3 settimane. Appare dunque facile comprendere il motivo per il quale gli acari della polvere possono causare significativi problemi alle persone allergiche.

Spazzare, passare l’aspirapolvere, pulire o cambiare le lenzuola provoca il trasferimento degli acari nell’aria che si respira, dove rimangono sospesi per circa 20-30 minuti. Quando questi allergeni vengono inalati i pazienti più sensibili possono sviluppare sintomi allergici come la congestione nasale o l’asma.

La presenza degli acari dipende in parte dall’umidità dell’atmosfera: ambienti che sono allo stesso tempo secchi e freddi sono meno adatti alla loro proliferazione.

Alcuni semplici consigli per la pulizia della casa potranno aiutare a ridurre l’esposizione agli allergeni e i conseguenti sintomi allergici.

Le quantità maggiori di acari della polvere nelle case si ritrovano nelle camere da letto ed in particolare nei letti, per questo motivo ridurre l’esposizione agli allergeni in questa zona della casa è un primo importante passo da seguire.

Ricoprire i materassi e le brandine con una coperta impermeabile agli allergeni (i materiali impermeabili agli allergeni sono fatti di plastica o di altri materiali speciali che prevengono l’inalazione degli allergeni).
Ricoprire i cuscini con federe impermeabili agli allergeni, oppure sostituirle con cuscini sintetici lavabili.
Lavare le lenzuola, l’imbottitura dei materassi, le coperte e i copriletti in acqua calda ogni settimana e ad una temperatura di almeno 60 °C o più elevata. Il lavaggio a secco è un metodo alternativo che potrebbe aiutare a controllare gli acari della polvere.

Benchè il lavaggio in acqua bollente uccida gli acari, le lenzuola verrano presto ripopolate, per questo è necessario che il lavaggio venga fatto regolarmente. Se non puoi lavare tutto in acqua bollente, lavare settimanalmente con acqua calda toglierà via temporaneamente gli allergeni.

Tenere sempre pulite le superfici nella camera da letto e sgombre da piccoli oggetti, che dovrebbero invece essere riposti nei cassetti o in cabine chiuse per evitare che si accumuli la polvere su di essi
.
Eliminare le tende o qualsiasi altro materiale che attira la polvere, come i libri, dalla stanza da letto. I vestiti dovrebbero essere riposti nei cassetti o negli armadi con le porte chiuse.
Limitare al massimo il numero di peluche nella stanza da letto e lavarli settimanalmente nell’acqua bollente.

Rimuovere le moquette spesse dalla camera da letto e dalle altre stanze della casa. Troppe moquette sui pavimenti della casa non sono sicuramente raccomandate in quanto favoriscono la formazione e lo sviluppo degli acari. Pavimenti in legno massiccio o in linoleum sono preferibili per i pazienti allergici.

Un altro modo per ridurre la formazione degli acari è ridurre l’umidità in casa a meno del 50% e mantenere la temperatura della stanza a 21 gradi o meno.

Evitare di dormire o riposare su divani e poltrone

Passare regolarmente l’aspirapolvere sui tappeti.

Usare sacchetti per l’aspirapolvere a doppio spessore o filtri con piccoli pori può ridurre in maniera consistente l’ammontare di acari nell’aria. I pazienti più sensibili potrebbero trovare conveniente indossare una maschera mentre si passa l’aspirapolvere per ridurre l’ammontare di allergene inalato.

Passare l’aspirapolvere rimuove gli acari dalla moquette, ma essi vengono rimossi in realtà solo per pochi minuti. Sono disponibili degli agenti chimici per uccidere gli acari e snaturare gli antigeni. Ad ogni modo gli effetti non sono così radicali e comunque non vengono mantenuti a lungo termine. L’uso frequente di agenti chimici nelle case delle persone sensibili agli acari non è raccomandato.

Sono disponibili in commercio diversi farmaci per trattare i sintomi dell’allergia causati dagli acari della polvere: il trattamento più efficace è però modificare al meglio il proprio ambiente casalingo.


 Foto: migliorare l'igiene del vostro riposo ( si può )  #igiene #salute #materasso  Gi acari sono sicuramente la componente più rilevante della polvere nei casi di allergie alla stessa; sono microscopici insetti legati alla famiglia delle zecche e dei ragni, si nutrono principalmente di piccoli frammenti di pelle umana e si ritrovano in molti luoghi comunemente non abitati dalle persone.  Il sistema immunitario del corpo è in grado di riconoscere e combattere determinate sostanze in grado di arrecare pericoli per l’organismo, come virus e batteri;  altre sostanze che entrano nell’organismo sono invece innocue e per questo vengono ignorate.  Gli allergeni sono sostanze innocue, ma possono causare delle reazioni allergiche in alcune persone sensibili: il polline, gli acari della polvere e la muffa sono esempi di di allergeni.  In una persona allergica il corpo riconosce gli allergeni come sostanze nocive, questo causa la produzione di alcune sostanze da parte delle cellule come l’istamina. La produzione di istamina e di altre sostanze chimiche provoca nel corpo delle reazioni allergiche.  Una reazione allergica può causare naso colante, starnuti, prurito, gonfiore o asma.  La ragione per cui solo alcune persone sviluppano allergia non è ancora completamente chiara, probabilmente la tendenza a sviluppare determinate forme è una questione ereditaria.  Sia le sostanze originate dalla decomposizione degli animali che le proteine che si ritrovano negli escrementi degli acari possono causare una reazione allergica; nelle case numerosi acari si possono ritrovare nei materassi, cuscini, lenzuola, nella tappezzeria e nei peluche.  Gli acari si riproducono molto velocemente: una nuova generazione di acari nasce ogni 3 settimane. Appare dunque facile comprendere il motivo per il quale gli acari della polvere possono causare significativi problemi alle persone allergiche.  Spazzare, passare l’aspirapolvere, pulire o cambiare le lenzuola provoca il trasferimento degli acari nell’aria che si respira, dove rimangono sospesi per circa 20-30 minuti. Quando questi allergeni vengono inalati i pazienti più sensibili possono sviluppare sintomi allergici come la congestione nasale o l’asma.  La presenza degli acari dipende in parte dall’umidità dell’atmosfera: ambienti che sono allo stesso tempo secchi e freddi sono meno adatti alla loro proliferazione.  Alcuni semplici consigli per la pulizia della casa potranno aiutare a ridurre l’esposizione agli allergeni e i conseguenti sintomi allergici.  Le quantità maggiori di acari della polvere nelle case si ritrovano nelle camere da letto ed in particolare nei letti, per questo motivo ridurre l’esposizione agli allergeni in questa zona della casa è un primo importante passo da seguire.      Ricoprire i materassi e le brandine con una coperta impermeabile agli allergeni (i materiali impermeabili agli allergeni sono fatti di plastica o di altri materiali speciali che prevengono l’inalazione degli allergeni).     Ricoprire i cuscini con federe impermeabili agli allergeni, oppure sostituirle con cuscini sintetici lavabili.     Lavare le lenzuola, l’imbottitura dei materassi, le coperte e i copriletti in acqua calda ogni settimana e ad una temperatura di almeno 60 °C o più elevata. Il lavaggio a secco è un metodo alternativo che potrebbe aiutare a controllare gli acari della polvere.  Benchè il lavaggio in acqua bollente uccida gli acari, le lenzuola verrano presto ripopolate, per questo è necessario che il lavaggio venga fatto regolarmente. Se non puoi lavare tutto in acqua bollente, lavare settimanalmente con acqua calda toglierà via temporaneamente gli allergeni.      Tenere sempre pulite le superfici nella camera da letto e sgombre da piccoli oggetti, che dovrebbero invece essere riposti nei cassetti o in cabine chiuse per evitare che si accumuli la polvere su di essi .     Eliminare le tende o qualsiasi altro materiale che attira la polvere, come i libri, dalla stanza da letto. I vestiti dovrebbero essere riposti nei cassetti o negli armadi con le porte chiuse.     Limitare al massimo il numero di peluche nella stanza da letto e lavarli settimanalmente nell’acqua bollente.      Rimuovere le moquette spesse dalla camera da letto e dalle altre stanze della casa. Troppe moquette sui pavimenti della casa non sono sicuramente raccomandate in quanto favoriscono la formazione e lo sviluppo degli acari. Pavimenti in legno massiccio o in linoleum sono preferibili per i pazienti allergici.      Un altro modo per ridurre la formazione degli acari è ridurre l’umidità in casa a meno del 50% e mantenere la temperatura della stanza a 21 gradi o meno.      Evitare di dormire o riposare su divani e poltrone      Passare regolarmente l’aspirapolvere sui tappeti.   Usare sacchetti per l’aspirapolvere a doppio spessore o filtri con piccoli pori può ridurre in maniera consistente l’ammontare di acari nell’aria. I pazienti più sensibili potrebbero trovare conveniente indossare una maschera mentre si passa l’aspirapolvere per ridurre l’ammontare di allergene inalato.  Passare l’aspirapolvere rimuove gli acari dalla moquette, ma essi vengono rimossi in realtà solo per pochi minuti. Sono disponibili degli agenti chimici per uccidere gli acari e snaturare gli antigeni. Ad ogni modo gli effetti non sono così radicali e comunque non vengono mantenuti a lungo termine. L’uso frequente di agenti chimici nelle case delle persone sensibili agli acari non è raccomandato.  Sono disponibili in commercio diversi farmaci per trattare i sintomi dell’allergia causati dagli acari della polvere: il trattamento più efficace è però modificare al meglio il proprio ambiente casalingo.

Quanto c'entra il materasso e il mal di schiena ?

Quanto c'entra il materasso e il mal di schiena ?
#materasso ##maldischiena

La famosa domanda da 1 milione di dollari! Difficile rispondere sinteticamente, possiamo dire che c'entra abbastanza con il dolore quando questo c'è, e che c'entra poco con la sua insorgenza od origine. Il materasso non è l'unico responsabile del nostro mal di schiena, anzi di solito il problema nasce da più fattori, tra cui spesso movimenti, abitudini o posture errate. Il materasso, o meglio, come dormiamo può effettivamente favorire o rallentare il normale processo di guarigione. Dobbiamo però precisare che, il materasso ideale per tutti non esiste! Ognuno di noi ha forme, pesi e dimensioni differenti, ed il materasso dovrebbe essere in grado di adattarsi alle nostre caratteristiche e farci stare in una posizione corretta; quella in cui la colonna mantiene le sue curve fisiologiche e ci fa stare, per intenderci, il più possibile diritti, similmente a come quando stiamo in piedi.



Come si fa a capire se il materasso o la postura sono sbagliati ?

Se la postura è troppo differente a quella neutra da in piedi, troppo rannicchiata o troppo inarcata, o più semplicemente perchè ci si sveglia peggio di come ci si addormenta. Quando si dorme disturbati o non si dorme affatto se non con l’aiuto di farmaci, significa che qualcosa non va nella nostra schiena e che quella postura o quel materasso non ci mettono in condizioni ottimali per riposare. Non aiutano dunque il nostro organismo a “ripararsi” durante il sonno.

La colonna per nutrirsi; ha bisogno di movimento, un sacco di movimento. Mantenere troppo a lungo una postura non va bene anche se la postura è corretta, bisogna muoversi un minimo e dunque anche non stare troppe ore a letto. Ci sono persone con problemi alla colonna che se dormono anche un ora più del normale si svegliano indolenzite.



Ma se il materasso che ci faceva dormire bene diventa scomodo o ci fa star male ?

Capita anche questo, la nostra colonna si modifica, e così vale anche per il materasso!
Bisogna capire se abbiamo mutato lo stile di vita, se il materasso ha “ceduto” un po’, questo vale anche per le doghe o per la rete! Inoltre dovremo pensare se abbiamo cambiato posizione abituale durante il sonno o se abbiamo un problema alla colonna che ci ha resto maggiormente suscettibili alle posizioni errate.
Eventualmente, provare a correggere quello che è cambiato e vedere se tanto basta a tornare a stare bene.



Che prove possiamo fare prima di acquistarlo ?

Il nostro consiglio è quello di provare a fare delle modifiche e degli esperimenti semplici:

Spostarlo a terra per vedere se le doghe o la rete hanno ceduto e quindi imbarcano eccessivamente.
Inserire sotto il materasso, tra rete e materasso dei cuscini sotto la zona lombare per compensare leventuale "cedimento".
Se è possibile provare a scambiarlo con quello della compagna o dei propri figli per capire se cambia qualcosa.

Provare a usare cuscini o rotoli applicandoli sotto la zona lombare o sotto al fianco, anche in posizioni diverse dal nostro solito, avere fantasia e trovare posizioni che ci danno sollievo, senza però trovarci in posizioni innaturali.

Quando si parla di materasso, letto, rete o qualsiasi ausilio che usiamo per dormire, si parla alla fin fine della postura.
Difatti questi "ausili" ci mantengono in posture più o meno idonee e riposanti per la schiena, e sono responsabili al pari di noi stessi della salute della nostra colonna.


 

Colonna vertebrale: l'importanza della sua rigenerazione

Colonna vertebrale: l'importanza della sua rigenerazione
#COLONNAVERTEBRALE #SALUTE

Dormire è biologicamente indispensabile alla salute. Durante il sonno l’organismo lavora senza sosta per consolidare la memoria e preparare gli organi al risveglio, per recuperare le energie e riparare i danni ai tessuti. Ciò avviene attraverso l’attività di alcune ghiandole che producono sostanze rigeneranti. Quando si dorme poco e male le conseguenze si fanno sentire: la concentrazione non è ottimale, si è stanchi fin dal primo mattino, irritabili e spesso di cattivo umore. Inoltre è ormai assodato che il sonno di scarsa qualità invecchia precocemente il nostro organismo. Una posizione scorretta durante il riposo notturno obbliga la muscolatura a continue correzioni, sottoponendo il corpo a sforzi eccessivi che colpiscono principalmente la muscolatura del collo e della schiena. Quindi per recuperare il benessere psicofisico il riposo deve avvenire in modo ottimale. La quantità e la qualità del sonno dipendono da fattori personali come la salute, le preoccupazioni e lo stile di vita, da fattori ambientali quali i rumori, la temperatura, la luce; infine dalla condizione d’uso del sistema letto, ossia dell’insieme formato da base letto, materasso e guanciale. Il piano di riposo deve dunque rispondere con una giusta elasticità alle sollecitazioni del corpo e il sistema-letto DORMICISU è stato accuratamente studiato per assicurare al corpo un sostegno ergonomico eccellente, garantendo il massimo comfort alla naturale curvatura della colonna vertebrale.

Un supporto efficace
La ricerca ergonomica ha dimostrato che è importante la scelta oculata di un sistema per il riposo nel quale ogni componente è fondamentale per la qualità del sonno. Il segreto di una buona scelta risiede innanzitutto nella base che ha la funzione di mantenere il materasso orizzontale quando viene utilizzato e di determinarne il corretto funzionamento. Un supporto scadente o non idoneo non garantisce infatti un perfetto rilassamento della colonna vertebrale. Il piano d’appoggio ideale è risultato quello formato da doghe in legno privo di trattamenti nocivi alla salute. Il legno, materiale non conduttore, evita la formazione e l’accumulo di campi magnetici e di elettricità statica, favorisce lo smaltimento dell’evaporazione corporea ed offre un ottimo sostegno al dormiente in tutte le posizioni assunte.


L'importanza del materasso e del guanciale
La colonna vertebrale umana, strutturata per la posizione eretta, è costretta ad adeguarsi al fenomeno della gravità quando assume posizioni diverse, ad esempio da seduti o da distesi. Se il piano è troppo rigido, è obbligata a modificare la forma sinusoidale e lo sforzo che ne deriva blocca i vasi capillari nelle aree di appoggio, con conseguenti problemi alla circolazione. Al contrario, se il piano è troppo morbido, la colonna vertebrale non trova adeguato sostegno, il corpo affonda e la muscolatura si irrigidisce. Un materasso inadeguato può comportare un peggioramento delle condizioni del riposo, perché rende lenta e difficoltosa la circolazione sanguigna periferica. Quindi un sostegno troppo morbido o, al contrario, troppo rigido rappresenta una minaccia per la salute della schiena. Uno studio condotto da ricercatori del CENTRE HOSPITALIER UNIVERSITAIRE DI MONTPELLIER ha dimostrato un sensibile miglioramento della qualità e della durata del sonno quando si sostituisce un materasso usato con uno nuovo. Pur consapevoli dell’importanza del sonno, molte persone non sono coscienti che anche il proprio materasso invecchia e con il tempo perde le qualità originali: spesso ciò che sembra un problema di sonno o di salute è solo un problema di materasso. Dopo 8/10 anni d’uso tutti i materassi, anche i migliori, dovrebbero essere sostituiti. L’invecchiamento è determinato dalle condizioni igieniche del materasso stesso che si modificano con l’uso quotidiano (naturale desquamazione e traspirazione di circa un litro di sudore in tre notti). Associare un giusto guanciale al materasso è essenziale. Infatti, il tratto cervicale della colonna vertebrale, se privo di un adeguato supporto, determina l’inarcamento della zona lombare con conseguenti rischi per la salute. DORMICISU è in grado di soddisfare le molteplici abitudini ed esigenze collegate alla propria conformazione anatomica ed ai propri gusti. È importante scegliere un guanciale che riempia lo spazio tra testa e schiena per chi è abituato a dormire in posizione supina (di schiena) e tra testa e spalle per chi è abituato alla posizione di fianco.



 Foto: Colonna vertebrale: l'importanza della sua rigenerazione #COLONNAVERTEBRALE #SALUTE   Dormire è biologicamente indispensabile alla salute. Durante il sonno l’organismo lavora senza sosta per consolidare la memoria e preparare gli organi al risveglio, per recuperare le energie e riparare i danni ai tessuti. Ciò avviene attraverso l’attività di alcune ghiandole che producono sostanze rigeneranti. Quando si dorme poco e male le conseguenze si fanno sentire: la concentrazione non è ottimale, si è stanchi fin dal primo mattino, irritabili e spesso di cattivo umore. Inoltre è ormai assodato che il sonno di scarsa qualità invecchia precocemente il nostro organismo. Una posizione scorretta durante il riposo notturno obbliga la muscolatura a continue correzioni, sottoponendo il corpo a sforzi eccessivi che colpiscono principalmente la muscolatura del collo e della schiena. Quindi per recuperare il benessere psicofisico il riposo deve avvenire in modo ottimale. La quantità e la qualità del sonno dipendono da fattori personali come la salute, le preoccupazioni e lo stile di vita, da fattori ambientali quali i rumori, la temperatura, la luce; infine dalla condizione d’uso del sistema letto, ossia dell’insieme formato da base letto, materasso e guanciale. Il piano di riposo deve dunque rispondere con una giusta elasticità alle sollecitazioni del corpo e il sistema-letto DORMICISU è stato accuratamente studiato per assicurare al corpo un sostegno ergonomico eccellente, garantendo il massimo comfort alla naturale curvatura della colonna vertebrale.  Un supporto efficace La ricerca ergonomica ha dimostrato che è importante la scelta oculata di un sistema per il riposo nel quale ogni componente è fondamentale per la qualità del sonno. Il segreto di una buona scelta risiede innanzitutto nella base che ha la funzione di mantenere il materasso orizzontale quando viene utilizzato e di determinarne il corretto funzionamento. Un supporto scadente o non idoneo non garantisce infatti un perfetto rilassamento della colonna vertebrale. Il piano d’appoggio ideale è risultato quello formato da doghe in legno privo di trattamenti nocivi alla salute. Il legno, materiale non conduttore, evita la formazione e l’accumulo di campi magnetici e di elettricità statica, favorisce lo smaltimento dell’evaporazione corporea ed offre un ottimo sostegno al dormiente in tutte le posizioni assunte.    L'importanza del materasso e del guanciale La colonna vertebrale umana, strutturata per la posizione eretta, è costretta ad adeguarsi al fenomeno della gravità quando assume posizioni diverse, ad esempio da seduti o da distesi. Se il piano è troppo rigido, è obbligata a modificare la forma sinusoidale e lo sforzo che ne deriva blocca i vasi capillari nelle aree di appoggio, con conseguenti problemi alla circolazione. Al contrario, se il piano è troppo morbido, la colonna vertebrale non trova adeguato sostegno, il corpo affonda e la muscolatura si irrigidisce. Un materasso inadeguato può comportare un peggioramento delle condizioni del riposo, perché rende lenta e difficoltosa la circolazione sanguigna periferica. Quindi un sostegno troppo morbido o, al contrario, troppo rigido rappresenta una minaccia per la salute della schiena. Uno studio condotto da ricercatori del CENTRE HOSPITALIER UNIVERSITAIRE DI MONTPELLIER ha dimostrato un sensibile miglioramento della qualità e della durata del sonno quando si sostituisce un materasso usato con uno nuovo. Pur consapevoli dell’importanza del sonno, molte persone non sono coscienti che anche il proprio materasso invecchia e con il tempo perde le qualità originali: spesso ciò che sembra un problema di sonno o di salute è solo un problema di materasso. Dopo 8/10 anni d’uso tutti i materassi, anche i migliori, dovrebbero essere sostituiti. L’invecchiamento è determinato dalle condizioni igieniche del materasso stesso che si modificano con l’uso quotidiano (naturale desquamazione e traspirazione di circa un litro di sudore in tre notti). Associare un giusto guanciale al materasso è essenziale. Infatti, il tratto cervicale della colonna vertebrale, se privo di un adeguato supporto, determina l’inarcamento della zona lombare con conseguenti rischi per la salute. DORMICISU è in grado di soddisfare le molteplici abitudini ed esigenze collegate alla propria conformazione anatomica ed ai propri gusti. È importante scegliere un guanciale che riempia lo spazio tra testa e schiena per chi è abituato a dormire in posizione supina (di schiena) e tra testa e spalle per chi è abituato alla posizione di fianco.

sabato 22 marzo 2014

L’IMPORTANZA DI UN BUON RIPOSO

L’IMPORTANZA DI UN BUON RIPOSO

#offertamaterasso #reteortopedica #promozioniprimavera
#sonno #salute #benessere

Il sonno ha un ruolo attivo per lo sviluppo psichico dell’individuo, per consentire il distacco dalla realtà quotidiana. L’organismo durante la notte, lavora per recuperare energie, riparare i danni ai tessuti e consolidare la memoria. È importante riposare per il benessere e per l’equilibrio psicofisico ed è per questo che è necessario investire nella salute scegliendo accuratamente il materasso. È consigliabile cambiarlo ogni dieci anni per una questione di comfort e igienica a causa della scarsa areazione e del sudore corporeo.

L’OPINIONE DEI MEDICI
Medici e terapisti ci confermano che le loro cure e le loro terapie risultano spesso inefficaci, proprio perché i pazienti dormono su materassi che in molti dei casi sono la causa dei loro problemi.

LA PREVENZIONE
La prevenzione per un dormire sano è molto importante per la nostra salute. Basti pensare che il 70% delle persone ultratrentenni soffre già di dolori alle articolazioni, dolori alla colonna vertebrale, problemi di ernia, sciatalgie, forme reumatiche, disturbi del sonno e di una mala circolazione sanguigna, emicrania e problemi cardio-circolatori. Tutto questo causato da un sistema di dormire non corretto. È normale che di sera si abbiano ogni tanto tensioni muscolari o mal di schiena ma non può essere che la mattina successiva si abbiano ancora più dolori. Ecco perché la scelta del materasso giusto è veramente importante.

LA QUALITÀ DEL BUON SONNO
La vita in un sonno di qualità si misura con un riposo sano e rigenerante grazie ai componenti di una rete, di un buon materasso e di un giusto guanciale che lavorano insieme e in un modo corretto.
• Il materasso deve adattarsi alla forma del proprio corpo fornendo supporto docile al movimento di cui il corpo abbisogna durante la notte, permettendo alla colonna vertebrale di mantenere la sua naturale forma ad “S”. In caso contrario i muscoli dorsali sono costretti a lavorare per compensare posizioni innaturali, provocando indolenzimento che si accusa al risveglio ed è per questo motivo che si studiano materassi a zone differenziate per garantire posizione di riposo naturale e rilassante.
• Ogni materasso deve essere abbinato ad uno specifico supporto: rete a doghe fisse o snodate, telai con doghe regolabili in base al peso corporeo con sistemi di lamelle di legno e supporti in caucciù, con movimenti manuali o motorizzati.
• Il guanciale è un supporto importante oltre a sostenere la testa riempie l’incavo formato dalla curva delle vertebre cervicali.
È consigliabile un guanciale basso e non troppo rigido, in materiali naturali come cotone, lana o lattice. Per un valido aiuto contro la cervicale esistono guanciali anatomici sagomati che sostengono in modo diverso il collo e la testa. I guanciali cervicali termosensibili sono consigliati dai medici specialisti sia per gli adulti che per i bambini.


giovedì 20 marzo 2014

Perchè dormiamo

Perchè dormiamo
#dormire #sonno #salute

Andare a letto a notte fonda e non riuscire ad addormentarsi. Non capire il perché ed innervosirsi. Se non capiamo perché non riusciamo a dormire è anche perché non conosciamo la ragione per cui abbiamo bisogno di farlo. Sappiamo che se non dormiamo, il sonno ci manca, e che per quanto cerchiamo di resistergli, alla fine ne saremo vinti. Nonostante da più di mezzo secolo si sappia che il nostro riposo si divide tra fasi di sonno a onde lente e fasi di cosiddetto sonno REM (Rapid Eye Movement), le ragioni del perché dedichiamo tanto tempo al sonno non sono altrettanto chiare. La ricerca sul sonno ci consente di formulare almeno qualche ragionevole ipotesi sulla funzione di questo stato in cui trascorriamo un terzo della nostra vita: la teoria prevalente sul sonno è che sia necessario al cervello. Un'idea dettata dal buon senso: chi non si sente più lucido dopo una bella nottata di sonno?nel trattamento di lievi stati d’ansia e dei disturbi del sonno.

Dal considerare il sonno alla stregua di altri adattamenti evolutivi, riconoscendogli la funzione di recupero energetico, ad un'idea di sonno attivo, caratterizzato da sotto-processi indispensabili per la vita dell'essere umano, tra le diverse teorie che tentano di spiegare perché l'uomo trascorra un terzo della sua vita dormendo, ecco alcune ipotesi che a molti esperti sembrano ragionevoli. Il Prof. William Dement, uno degli scopritori della fase REM, alla domanda perché dormiamo, risponde:

“Per quanto ne so, l’unica ragione scientificamente provata per cui abbiamo bisogno di dormire, è perché ci viene sonno”

La teoria prevalente sul sonno è che sia necessario al cervello. Un’ipotesi non solo dettata dal buon senso, ma anche dai progressi nella ricerca che hanno consentito di caratterizzare la natura del sonno a livello dei neuroni cerebrali. Il gruppo di ricerca del Prof. Giorgio F. Gilestro della School of Medicine and Public Health dell’Università del Wisconsin-Madison, in un recente studio pubblicato sulla rivista Science, afferma che il sonno, oltre ad essere promotore del buon funzionamento dell’organismo umano, servirebbe a "ricaricare" il cervello, preparandolo ad accogliere nuove informazioni. Per spiegare in che modo il sonno influisca sui processi cerebrali, i ricercatori hanno elaborato la cosiddetta teoria della omeostasi sinaptica: questa teoria, differentemente dalle ipotesi che sostengono che il sonno abbia una funzione nell’apprendimento, si basa sull’idea che il sonno permetta al cervello di riorganizzarsi dopo una dura giornata di apprendimento. Dormendo, le sinapsi riposerebbero, "assorbendo" le informazioni ricevute durante la veglia, per cui la funzione del sonno sembrerebbe essenzialmente quella di mantenere il cervello e tutte le sinapsi efficienti. Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Robert Stickgold del Medical School di Harvard sostiene che almeno una delle funzioni vitali del sonno è legata all’apprendimento e alla memoria. Di recente, l’équipe ha sottoposto alcuni soggetti ad una serie di test che spiegano la funzione del sonno nella memoria e nell’elaborazione emotiva. Il sonno è fondamentale per integrare i nuovi ricordi con le conoscenze esistenti e per individuare quelle connessioni che da svegli non si era riusciti a cogliere. Che la formazione di nuovi elementi associativi e di nuove combinazioni sia in qualche modo legata alla creatività, lo dimostra anche lo studio condotto da Denise J. Cai dell’Università della California a San Diego. Analizzando le capacità creative di alcuni individui in situazioni diverse, la mattina, il pomeriggio immediatamente dopo un riposino, dopo un sonno con fase REM e uno senza fase REM, i ricercatori hanno scoperto che proprio la fase REM stimola la formazione di nuove reti nervose che creano relazioni tra idee che prima non erano collegate. Proprio come se il sonno REM fosse un momento di "eureka". Insomma, la prossima volta che cercate un’idea brillante, non affannatevi in pensieri e ragionamenti, piuttosto sognateci sopra!

La teoria prevalente sul sonno è che sia necessario al cervello. Un’ipotesi non solo dettata dal buon senso, ma anche dai progressi nella ricerca che hanno consentito di caratterizzare la natura del sonno a livello dei neuroni cerebrali.

Il gruppo di ricerca del Prof. Giorgio F. Gilestro della School of Medicine and Public Health dell’Università del Wisconsin-Madison, in un recente studio pubblicato sulla rivista Science, afferma che il sonno, oltre ad essere promotore del buon funzionamento dell’organismo umano, servirebbe a "ricaricare" il cervello, preparandolo ad accogliere nuove informazioni. Per spiegare in che modo il sonno influisca sui processi cerebrali, i ricercatori hanno elaborato la cosiddetta teoria della omeostasi sinaptica: questa teoria, differentemente dalle ipotesi che sostengono che il sonno abbia una funzione nell’apprendimento, si basa sull’idea che il sonno permetta al cervello di riorganizzarsi dopo una dura giornata di apprendimento. Dormendo, le sinapsi riposerebbero, "assorbendo" le informazioni ricevute durante la veglia, per cui la funzione del sonno sembrerebbe essenzialmente quella di mantenere il cervello e tutte le sinapsi efficienti.

Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Robert Stickgold del Medical School di Harvard sostiene che almeno una delle funzioni vitali del sonno è legata all’apprendimento e alla memoria. Di recente, l’équipe ha sottoposto alcuni soggetti ad una serie di test che spiegano la funzione del sonno nella memoria e nell’elaborazione emotiva. Il sonno è fondamentale per integrare i nuovi ricordi con le conoscenze esistenti e per individuare quelle connessioni che da svegli non si era riusciti a cogliere.

Che la formazione di nuovi elementi associativi e di nuove combinazioni sia in qualche modo legata alla creatività, lo dimostra anche lo studio condotto da Denise J. Cai dell’Università della California a San Diego. Analizzando le capacità creative di alcuni individui in situazioni diverse, la mattina, il pomeriggio immediatamente dopo un riposino, dopo un sonno con fase REM e uno senza fase REM, i ricercatori hanno scoperto che proprio la fase REM stimola la formazione di nuove reti nervose che creano relazioni tra idee che prima non erano collegate. Proprio come se il sonno REM fosse un momento di "eureka". Insomma, la prossima volta che cercate un’idea brillante, non affannatevi in pensieri e ragionamenti, piuttosto sognateci sopra!


 Foto: Perchè dormiamo #dormire #sonno #salute  Andare a letto a notte fonda e non riuscire ad addormentarsi. Non capire il perché ed innervosirsi. Se non capiamo perché non riusciamo a dormire è anche perché non conosciamo la ragione per cui abbiamo bisogno di farlo. Sappiamo che se non dormiamo, il sonno ci manca, e che per quanto cerchiamo di resistergli, alla fine ne saremo vinti. Nonostante da più di mezzo secolo si sappia che il nostro riposo si divide tra fasi di sonno a onde lente e fasi di cosiddetto sonno REM (Rapid Eye Movement), le ragioni del perché dedichiamo tanto tempo al sonno non sono altrettanto chiare. La ricerca sul sonno ci consente di formulare almeno qualche ragionevole ipotesi sulla funzione di questo stato in cui trascorriamo un terzo della nostra vita: la teoria prevalente sul sonno è che sia necessario al cervello. Un'idea dettata dal buon senso: chi non si sente più lucido dopo una bella nottata di sonno?nel trattamento di lievi stati d’ansia e dei disturbi del sonno.  Dal considerare il sonno alla stregua di altri adattamenti evolutivi, riconoscendogli la funzione di recupero energetico, ad un'idea di sonno attivo, caratterizzato da sotto-processi indispensabili per la vita dell'essere umano, tra le diverse teorie che tentano di spiegare perché l'uomo trascorra un terzo della sua vita dormendo, ecco alcune ipotesi che a molti esperti sembrano ragionevoli. Il Prof. William Dement, uno degli scopritori della fase REM, alla domanda perché dormiamo, risponde:  “Per quanto ne so, l’unica ragione scientificamente provata per cui abbiamo bisogno di dormire, è perché ci viene sonno”  La teoria prevalente sul sonno è che sia necessario al cervello. Un’ipotesi non solo dettata dal buon senso, ma anche dai progressi nella ricerca che hanno consentito di caratterizzare la natura del sonno a livello dei neuroni cerebrali. Il gruppo di ricerca del Prof. Giorgio F. Gilestro della School of Medicine and Public Health dell’Università del Wisconsin-Madison, in un recente studio pubblicato sulla rivista Science, afferma che il sonno, oltre ad essere promotore del buon funzionamento dell’organismo umano, servirebbe a "ricaricare" il cervello, preparandolo ad accogliere nuove informazioni. Per spiegare in che modo il sonno influisca sui processi cerebrali, i ricercatori hanno elaborato la cosiddetta teoria della omeostasi sinaptica: questa teoria, differentemente dalle ipotesi che sostengono che il sonno abbia una funzione nell’apprendimento, si basa sull’idea che il sonno permetta al cervello di riorganizzarsi dopo una dura giornata di apprendimento. Dormendo, le sinapsi riposerebbero, "assorbendo" le informazioni ricevute durante la veglia, per cui la funzione del sonno sembrerebbe essenzialmente quella di mantenere il cervello e tutte le sinapsi efficienti. Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Robert Stickgold del Medical School di Harvard sostiene che almeno una delle funzioni vitali del sonno è legata all’apprendimento e alla memoria. Di recente, l’équipe ha sottoposto alcuni soggetti ad una serie di test che spiegano la funzione del sonno nella memoria e nell’elaborazione emotiva. Il sonno è fondamentale per integrare i nuovi ricordi con le conoscenze esistenti e per individuare quelle connessioni che da svegli non si era riusciti a cogliere. Che la formazione di nuovi elementi associativi e di nuove combinazioni sia in qualche modo legata alla creatività, lo dimostra anche lo studio condotto da Denise J. Cai dell’Università della California a San Diego. Analizzando le capacità creative di alcuni individui in situazioni diverse, la mattina, il pomeriggio immediatamente dopo un riposino, dopo un sonno con fase REM e uno senza fase REM, i ricercatori hanno scoperto che proprio la fase REM stimola la formazione di nuove reti nervose che creano relazioni tra idee che prima non erano collegate. Proprio come se il sonno REM fosse un momento di "eureka". Insomma, la prossima volta che cercate un’idea brillante, non affannatevi in pensieri e ragionamenti, piuttosto sognateci sopra!  La teoria prevalente sul sonno è che sia necessario al cervello. Un’ipotesi non solo dettata dal buon senso, ma anche dai progressi nella ricerca che hanno consentito di caratterizzare la natura del sonno a livello dei neuroni cerebrali.  Il gruppo di ricerca del Prof. Giorgio F. Gilestro della School of Medicine and Public Health dell’Università del Wisconsin-Madison, in un recente studio pubblicato sulla rivista Science, afferma che il sonno, oltre ad essere promotore del buon funzionamento dell’organismo umano, servirebbe a "ricaricare" il cervello, preparandolo ad accogliere nuove informazioni. Per spiegare in che modo il sonno influisca sui processi cerebrali, i ricercatori hanno elaborato la cosiddetta teoria della omeostasi sinaptica: questa teoria, differentemente dalle ipotesi che sostengono che il sonno abbia una funzione nell’apprendimento, si basa sull’idea che il sonno permetta al cervello di riorganizzarsi dopo una dura giornata di apprendimento. Dormendo, le sinapsi riposerebbero, "assorbendo" le informazioni ricevute durante la veglia, per cui la funzione del sonno sembrerebbe essenzialmente quella di mantenere il cervello e tutte le sinapsi efficienti.  Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Robert Stickgold del Medical School di Harvard sostiene che almeno una delle funzioni vitali del sonno è legata all’apprendimento e alla memoria. Di recente, l’équipe ha sottoposto alcuni soggetti ad una serie di test che spiegano la funzione del sonno nella memoria e nell’elaborazione emotiva. Il sonno è fondamentale per integrare i nuovi ricordi con le conoscenze esistenti e per individuare quelle connessioni che da svegli non si era riusciti a cogliere.  Che la formazione di nuovi elementi associativi e di nuove combinazioni sia in qualche modo legata alla creatività, lo dimostra anche lo studio condotto da Denise J. Cai dell’Università della California a San Diego. Analizzando le capacità creative di alcuni individui in situazioni diverse, la mattina, il pomeriggio immediatamente dopo un riposino, dopo un sonno con fase REM e uno senza fase REM, i ricercatori hanno scoperto che proprio la fase REM stimola la formazione di nuove reti nervose che creano relazioni tra idee che prima non erano collegate. Proprio come se il sonno REM fosse un momento di "eureka". Insomma, la prossima volta che cercate un’idea brillante, non affannatevi in pensieri e ragionamenti, piuttosto sognateci sopra!

I NEMICI DEL SONNO

I NEMICI DEL SONNO
#dormire #sonno #benessere

I nemici del nostro riposo sono purtroppo tanti e non si chiamano solo insonnia o stress. La Medicina del Sonno, che si occupa di tutti quei disturbi organici e funzionali che minano la durata e la qualità del sonno, ne descrive molti altri, più subdoli e difficili da riconoscere. La classificazione ad oggi più attendibile, per ricercatori e clinici, è l'International Classification of Sleep Disorders (ISD2), proposta dall'American Academy of Sleep Medicine, pubblicata nel 2005, in cui i disturbi del sonno sono distinti e raggruppati in 8 gruppi che spaziano dalle difficoltà nell'addormentamento, tipiche dell'insonnia, al sonno eccessivo delle ipersonnie, ai disturbi correlati alla respirazione, alle alterazioni del ritmo sonno-veglia, ai disordini comportamentali delle parasonnie, ai disturbi legati al movimento di alcune parti del corpo, ai sintomi isolati come il russamento e altri disturbi del sonno non classificabili per mancanza di dati sufficienti per una corretta diagnosi. Conosciamoli meglio.
Insonnia. L'insonnia è il disturbo più comune nella popolazione generale: ne soffre il 20% circa degli italiani, in prevalenza il sesso femminile e le persone anziane. Sarà sicuramente capitato a ognuno di noi, almeno una volta, di girarsi e rigirarsi nel letto senza riuscire ad addormentarsi o di avere risvegli notturni frequenti o precoci! A volte basta un evento stressante come cambiare abitazione o lavoro per far scaturire in noi una forma di insonnia definita acuta: si risolve per fortuna nel giro di pochi mesi con l'adattamento alla nuova condizione o con la rimozione della causa. Tipica delle donne dai 20 ai 30 anni è invece l'insonnia psicofisiologica, correlata a tensioni emotive generiche in assenza di altre problematiche psicopatologiche. Se invece abbiamo solo una sensazione, una percezione di dormire poco e male senza segni obiettivi di sonno disturbato siamo di fronte ad una forma di insonnia definita pseudoinsonnia o sonno paradosso. Un disturbo tipico dell'infanzia è invece l'insonnia idiopatica, legata a un alterato squilibrio neurochimico nella regolazione del ritmo sonno-veglia.
Disturbi correlati alla respirazione. Episodi ricorrenti di arresto del flusso d'aria a livello delle prime vie aeree (apnea) o ad una riduzione del flusso maggiore (ipopnea) caratterizzano l'apnea centrale del sonno. Una malattia molto rara, che si riscontra di solito nei pazienti obesi, è la sindrome da ipoventilazione alveolare centrale, caratterizzata da un alterato controllo della respirazione con conseguente arresto della ventilazione durante il sonno. Episodi ricorrenti di ostruzione dovuta al collassamento delle vie aeree superiori durante il sonno si riscontrano nella sindrome da apnea ostruttiva del sonno. Le cure oggi disponibili sono tante e l'approccio dipende dalla gravità del disturbo; alcune implicano un cambiamento di stile di vita come non bere alcool o evitare l'uso di alcuni farmaci, altre prevedono l'uso di cuscini o dispositivi particolari o in alcuni casi di trattamenti terapeutici specifici e procedure chirurgiche a carico delle vie aeree.
Ipersonnia. A differenza dell'insonnia, un eccessivo e prolungato stato di sonno si riscontra nei pazienti affetti da ipersonnia. Tra le varie forme di ipersonnia, la narcolessia è forse il disturbo che spaventa maggiormente perchè l'individuo affetto è colpito da frequenti e improvvisi attacchi di sonno nell'arco della giornata dalla durata di circa 15 minuti, a volte accompagnati anche da allucinazioni, che gli impediscono di avere una normale vita sociale e lavorativa. Il rischio di incidenti in questi pazienti è purtroppo molto elevato. È un disturbo che si manifesta soprattutto nel sesso maschile e a qualsiasi età con un picco di incidenza verso i 14-15 anni di età. Oltre alla sonnolenza, questo disturbo spesso è accompagnato da una temporanea e improvvisa debolezza muscolare chiamata cataplessia. Le terapie utilizzate sono in grado di ridurre il numero di attacchi ma non esiste purtroppo a oggi una terapia risolutiva. Un'altra forma rara di ipersonnia, tipica della prima adolescenza, è l'ipersonnia ricorrente. I pazienti affetti dormono per circa 16-18 ore al giorno con una tendenza a un maggiore consumo di cibo e ad una maggiore irritabilità. Sono note anche forme di ipersonnie correlate all'uso di farmaci, droghe oppure a patologie come il Parkinson. In ogni caso solo l'esperto può individuarne la causa esatta e consigliare la giusta terapia.
Parasonnie. Se i disturbi sono caratterizzati da disordini comportamentali o comportamenti anomali durante alcune fasi del sonno, siamo di fronte a disturbi definiti parasonnie. Se ne conoscono numerose forme come il risveglio confuso, che può durare da pochi minuti a diverse ore, o il sonnambulismo che si manifesta in genere nei bambini dai 4 agli 8 anni. Il sonnambulo durante l'episodio compie movimenti autonomi come sedersi nel letto oppure mangiare o bere, camminare per casa; non reagisce agli stimoli esterni e al risveglio, non ricorda nulla e appare molto confuso. Generalmente è un fenomeno non preoccupante, che scompare da solo verso i 15 anni. Molto frequente nei bambini è il terrore notturno, caratterizzato da episodi di urla e pianti accompagnati da sudorazione e tachicardia. Come nel sonnambulismo, al risveglio il bambino appare confuso e disorientato. Altre parasonnie molto frequenti nell'infanzia sono gli incubi notturni dovuti a evocazioni di immagini spaventose che inducono il risveglio. Meno frequente invece è la paralisi isolata del sonno, caratterizzata da perdita completa del tono muscolare con incapacità di realizzare movimenti volontari nella fase di addormentamento o al risveglio. Se invece durante la notte il vostro partner vi rifila un violento cazzotto o un calcio non reagite... è solo affetto da un disturbo chiamato alterata condotta. Piuttosto accompagnatelo da uno specialista per evitare ulteriori danni alla vostra persona!
Disturbi legati al movimento. La sindrome delle gambe inquiete, ad esempio, è un disturbo abbastanza comune e si manifesta con una necessità imperiosa di muovere le gambe a volte accompagnata da parestesie cioè da alterata sensibilità agli arti. Per non parlare dei fastidiosissimi crampi notturni che si manifestano con contrazioni muscolari dolorose, improvvise e intense, in genere agli arti inferiori con una durata che oscilla da pochi secondi ad alcuni minuti. In entrambi la medicina del "fai da te" ci consiglia di alzarci, camminare, usare il freddo, il caldo... Un buon consiglio? Non abbiamo nulla di cui preoccuparci ma sicuramente una visita medica di controllo è quello che ci occorre! Se invece durante il sonno il vostro bambino produce un suono aspro e stridente digrignando i denti, conosciuto come bruxismo, non preoccupatevi perché, sia che la causa sia fisica che psicologica, si può controllare il fenomeno con l'aiuto di specialisti quali il pediatra, l'odontoiatra o in alcuni casi lo psicologo. Altro disturbo è quello che si riscontra in alcuni neonati che possono manifestare movimenti ritmici della testa o del corpo persistenti per alcuni secondi accompagnati a volte da suoni gutturali. Sono in realtà sintomi benigni che scompaiono con l'età, verso i 5 anni, e a volte indicano ipereccitabilità.

I disturbi del sonno, come riportato in questa sintetica carrellata, sono numerosi, possono manifestarsi ad ogni età, sono molto frequenti nella popolazione generale e purtroppo contribuiscono a peggiorare in maniera significativa la qualità della vita. A tutti noi è capitato o capiterà di dormire male o di svegliarci più stanchi di quando siamo andati a letto! Se il fenomeno è saltuario e correlato a particolari situazioni di stress tenderà a risolversi spontaneamente, ma se dovesse ripresentarsi, allora non bisogna sottovalutarlo e per evitare che peggiori è consigliabile esporre il problema al proprio medico di famiglia o rivolgersi ad uno specialista delle malattie del sonno per una giusta diagnosi ed un efficace rimedio.



 Foto: I NEMICI DEL SONNO #dormire #sonno #benessere  I nemici del nostro riposo sono purtroppo tanti e non si chiamano solo insonnia o stress. La Medicina del Sonno, che si occupa di tutti quei disturbi organici e funzionali che minano la durata e la qualità del sonno, ne descrive molti altri, più subdoli e difficili da riconoscere. La classificazione ad oggi più attendibile, per ricercatori e clinici, è l'International Classification of Sleep Disorders (ISD2), proposta dall'American Academy of Sleep Medicine, pubblicata nel 2005, in cui i disturbi del sonno sono distinti e raggruppati in 8 gruppi che spaziano dalle difficoltà nell'addormentamento, tipiche dell'insonnia, al sonno eccessivo delle ipersonnie, ai disturbi correlati alla respirazione, alle alterazioni del ritmo sonno-veglia, ai disordini comportamentali delle parasonnie, ai disturbi legati al movimento di alcune parti del corpo, ai sintomi isolati come il russamento e altri disturbi del sonno non classificabili per mancanza di dati sufficienti per una corretta diagnosi. Conosciamoli meglio. Insonnia. L'insonnia è il disturbo più comune nella popolazione generale: ne soffre il 20% circa degli italiani, in prevalenza il sesso femminile e le persone anziane. Sarà sicuramente capitato a ognuno di noi, almeno una volta, di girarsi e rigirarsi nel letto senza riuscire ad addormentarsi o di avere risvegli notturni frequenti o precoci! A volte basta un evento stressante come cambiare abitazione o lavoro per far scaturire in noi una forma di insonnia definita acuta: si risolve per fortuna nel giro di pochi mesi con l'adattamento alla nuova condizione o con la rimozione della causa. Tipica delle donne dai 20 ai 30 anni è invece l'insonnia psicofisiologica, correlata a tensioni emotive generiche in assenza di altre problematiche psicopatologiche. Se invece abbiamo solo una sensazione, una percezione di dormire poco e male senza segni obiettivi di sonno disturbato siamo di fronte ad una forma di insonnia definita pseudoinsonnia o sonno paradosso. Un disturbo tipico dell'infanzia è invece l'insonnia idiopatica, legata a un alterato squilibrio neurochimico nella regolazione del ritmo sonno-veglia. Disturbi correlati alla respirazione. Episodi ricorrenti di arresto del flusso d'aria a livello delle prime vie aeree (apnea) o ad una riduzione del flusso maggiore (ipopnea) caratterizzano l'apnea centrale del sonno. Una malattia molto rara, che si riscontra di solito nei pazienti obesi, è la sindrome da ipoventilazione alveolare centrale, caratterizzata da un alterato controllo della respirazione con conseguente arresto della ventilazione durante il sonno. Episodi ricorrenti di ostruzione dovuta al collassamento delle vie aeree superiori durante il sonno si riscontrano nella sindrome da apnea ostruttiva del sonno. Le cure oggi disponibili sono tante e l'approccio dipende dalla gravità del disturbo; alcune implicano un cambiamento di stile di vita come non bere alcool o evitare l'uso di alcuni farmaci, altre prevedono l'uso di cuscini o dispositivi particolari o in alcuni casi di trattamenti terapeutici specifici e procedure chirurgiche a carico delle vie aeree. Ipersonnia. A differenza dell'insonnia, un eccessivo e prolungato stato di sonno si riscontra nei pazienti affetti da ipersonnia. Tra le varie forme di ipersonnia, la narcolessia è forse il disturbo che spaventa maggiormente perchè l'individuo affetto è colpito da frequenti e improvvisi attacchi di sonno nell'arco della giornata dalla durata di circa 15 minuti, a volte accompagnati anche da allucinazioni, che gli impediscono di avere una normale vita sociale e lavorativa. Il rischio di incidenti in questi pazienti è purtroppo molto elevato. È un disturbo che si manifesta soprattutto nel sesso maschile e a qualsiasi età con un picco di incidenza verso i 14-15 anni di età. Oltre alla sonnolenza, questo disturbo spesso è accompagnato da una temporanea e improvvisa debolezza muscolare chiamata cataplessia. Le terapie utilizzate sono in grado di ridurre il numero di attacchi ma non esiste purtroppo a oggi una terapia risolutiva. Un'altra forma rara di ipersonnia, tipica della prima adolescenza, è l'ipersonnia ricorrente. I pazienti affetti dormono per circa 16-18 ore al giorno con una tendenza a un maggiore consumo di cibo e ad una maggiore irritabilità. Sono note anche forme di ipersonnie correlate all'uso di farmaci, droghe oppure a patologie come il Parkinson. In ogni caso solo l'esperto può individuarne la causa esatta e consigliare la giusta terapia. Parasonnie. Se i disturbi sono caratterizzati da disordini comportamentali o comportamenti anomali durante alcune fasi del sonno, siamo di fronte a disturbi definiti parasonnie. Se ne conoscono numerose forme come il risveglio confuso, che può durare da pochi minuti a diverse ore, o il sonnambulismo che si manifesta in genere nei bambini dai 4 agli 8 anni. Il sonnambulo durante l'episodio compie movimenti autonomi come sedersi nel letto oppure mangiare o bere, camminare per casa; non reagisce agli stimoli esterni e al risveglio, non ricorda nulla e appare molto confuso. Generalmente è un fenomeno non preoccupante, che scompare da solo verso i 15 anni. Molto frequente nei bambini è il terrore notturno, caratterizzato da episodi di urla e pianti accompagnati da sudorazione e tachicardia. Come nel sonnambulismo, al risveglio il bambino appare confuso e disorientato. Altre parasonnie molto frequenti nell'infanzia sono gli incubi notturni dovuti a evocazioni di immagini spaventose che inducono il risveglio. Meno frequente invece è la paralisi isolata del sonno, caratterizzata da perdita completa del tono muscolare con incapacità di realizzare movimenti volontari nella fase di addormentamento o al risveglio. Se invece durante la notte il vostro partner vi rifila un violento cazzotto o un calcio non reagite... è solo affetto da un disturbo chiamato alterata condotta. Piuttosto accompagnatelo da uno specialista per evitare ulteriori danni alla vostra persona! Disturbi legati al movimento. La sindrome delle gambe inquiete, ad esempio, è un disturbo abbastanza comune e si manifesta con una necessità imperiosa di muovere le gambe a volte accompagnata da parestesie cioè da alterata sensibilità agli arti. Per non parlare dei fastidiosissimi crampi notturni che si manifestano con contrazioni muscolari dolorose, improvvise e intense, in genere agli arti inferiori con una durata che oscilla da pochi secondi ad alcuni minuti. In entrambi la medicina del "fai da te" ci consiglia di alzarci, camminare, usare il freddo, il caldo... Un buon consiglio? Non abbiamo nulla di cui preoccuparci ma sicuramente una visita medica di controllo è quello che ci occorre! Se invece durante il sonno il vostro bambino produce un suono aspro e stridente digrignando i denti, conosciuto come bruxismo, non preoccupatevi perché, sia che la causa sia fisica che psicologica, si può controllare il fenomeno con l'aiuto di specialisti quali il pediatra, l'odontoiatra o in alcuni casi lo psicologo. Altro disturbo è quello che si riscontra in alcuni neonati che possono manifestare movimenti ritmici della testa o del corpo persistenti per alcuni secondi accompagnati a volte da suoni gutturali. Sono in realtà sintomi benigni che scompaiono con l'età, verso i 5 anni, e a volte indicano ipereccitabilità.  I disturbi del sonno, come riportato in questa sintetica carrellata, sono numerosi, possono manifestarsi ad ogni età, sono molto frequenti nella popolazione generale e purtroppo contribuiscono a peggiorare in maniera significativa la qualità della vita. A tutti noi è capitato o capiterà di dormire male o di svegliarci più stanchi di quando siamo andati a letto! Se il fenomeno è saltuario e correlato a particolari situazioni di stress tenderà a risolversi spontaneamente, ma se dovesse ripresentarsi, allora non bisogna sottovalutarlo e per evitare che peggiori è consigliabile esporre il problema al proprio medico di famiglia o rivolgersi ad uno specialista delle malattie del sonno per una giusta diagnosi ed un efficace rimedio.

Perché si parla nel sonno? Cause e rimedi

Perché si parla nel sonno? Cause e rimedi
#sonno #sonniloquio

Vi è stato detto che di notte mentre dormite sussurate parole talvolta prive di senso senza rendervene conto? Avete sempre desiderato che il vostro coniuge durante il sonno svelasse un segreto che teneva custodito gelosamente da molto tempo? Fate una domanda al vostro partner mentre sta dormendo, ma non stupitevi se il massimo della risposta che sarete in grado di ottenere è un'unica sillaba. Ricordate, comunque, che chi parla nel sonno solitamente non ricorda nulla di quello che ha detto durante questa sorta di monologo notturno.

Parlare nel sonno può essere talvolta un evento buffo, ma può essere anche segno di qualche disturbo.


Che cos'è il sonniloquio?

Il sonniloquio non è altro che l'atto di parlare durante il sonno. E' un tipo di parasonnia, un comportamento anomalo che ha luogo, per l'appunto, durante il sonno. E' un evento molto comune e di norma non viene considerato un problema medico.

Le chiacchiere notturne possono essere innocue, ma talvolta chi assiste a questo monologo può trovare il contenuto offensivo o volgare. Normalmente, chi parla nel sonno lo fa per non più di 30 secondi, ma ad alcuni capita di parlare più volte nel corso della notte.

Questi "dialoghi" notturni possono essere eccezionalmente eloquenti o, in alcuni casi, borbottii difficili da decifrare. Il sonniloquio può essere caratterizzato sia dall'emissione di semplici suoni che da vere e proprie conversazioni. Chi parla nel sonno di solito sembra parlare a sè stesso, ma talvolta sembra condurre una conversazione con altre persone. Se condividete la camera da letto con una persona che parla nel sonno, potreste alla fine risentire degli effetti dovuti alla privazione del sonno che questo fenomento comporta.

Chi parla nel sonno?

Molte persone parlano nel sonno. Il 50% dei bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni tende a parlare nel sonno, così come il 5% circa degli adulti. Il sonniloquio può manifestarsi occasionalmente od ogni notte. Un sondaggio ha dimostrato che 1 bambino su 10 parla durante il sonno più di un paio di notti a settimana.

Il sonniloquio colpisce uomini e donne in egual misura. Gli esperti ritengono che parlare nel sonno possa essere un fenomeno preesistente in famiglia.

Quali sono i sintomi del sonniloquio?

E' difficile che riusciate a capire da soli se siete soliti parlare nel sonno o meno. Di norma, saranno gli altri (partner o compagno/a di stanza) a farvelo presente.

Chi parla nel sonno pensa di farlo mentre sogna. Ma gli scienziati non sono del tutto certi che il sonniloquio sia strettamente correlato all'attività onirica. Esso, infatti, può verificarsi durante qualsiasi fase del sonno.

Il sonniloquio si verifica di solito senza un motivo scatenante e il più delle volte è innocuo. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe essere segno di un disturbo del sonno o di una particolare condizione di salute.

I disturbi comportamentali del sonno REM (altrimenti detti RBD) e il terrore notturno (o pavor nocturnus) sono due tipi di disturbi del sonno che portano gli individui che ne soffrono a gridare durante il sonno. I terrori notturni sono solitamente caratterizzati da urla spaventose e reazioni fisiche incontrollate, come calci e pugni. E' difficile riuscire a svegliare una persona colpita da questo tipo di disturbo. I bambini che soffrono di terrore notturno di solito parlano nel sonno e sono soggetti ad episodi di sonnambulismo.

Le persone con disturbi comportamentali del sonno REM urlano, gridano e gesticolano talvolta con violenza.

Il sonniloquio può verificarsi in combinazione con sonnambulismo e disturbi notturni del sonno correlati a disordini alimentari (NS-RED), una condizione in cui l'individuo mangia durante il sonno.

Altre cause del sonniloquio possono essere:

alcuni farmaci

stress emotivo

febbre

disturbi mentali

abuso di sostanze

In che modo viene curato il sonniloquio?

Se vi ritrovate a parlare nel sonno improvvisamente o se il sonniloquio si manifesta accompagnato a paura intensa, urla o azioni violente, è consigliabile rivolgersi ad uno specialista del sonno. In ogni caso, è bene consultare un medico anche quando le chiacchiere notturne interferiscono con la qualità del vostro sonno e di quello dei vostri compagni di stanza.

Se ritenete che il vostro bambino possa soffrire di problemi legati al sonno, fissate un appuntamento col pediatra.

Lo specialista del sonno vi chiederà da quanto tempo parlate nel sonno. Per poter dare una risposta precisa a questa domanda, dovrete chiedere informazioni al vostro partner, ai vostri compagni di stanza o ai vostri genitori. Ricordate che il sonniloquio può aver avuto inizio durante l'infanzia.

Non esistono esami necessari per diagnosticare il sonniloquio. Tuttavia, il medico potrà consigliarvi esami specifici, come uno studio o il monitoraggio del sonno (polisonnografia) nel caso in cui siano presenti sintomi di altri disturbi del sonno.

Raramente il sonniloquio richiede un trattamento specifico. Tuttavia, casi gravi di sonniloquio possono essere il risultato di gravi disturbi del sonno o di particolari condizioni mediche, che possono essere comunque trattati. Chiedete al medico quali sono le opzioni di cura.

Esiste un modo per parlare di meno durante il sonno?

Non esiste un modo conosciuto per ridurre le chiacchiere notturne. Evitare lo stress e dormire una quantità sufficiente di ore potrebbe ridurre le probabilità di parlare durante il sonno.

Tenere una sorta di "diario del sonno" per un paio di settimane può esservi di aiuto nell'identificare le vostre abitudini e i comportamenti che adottate durante il sonno. I dati raccolti saranno utili al medico per scoprire se il sonniloquio è causato da un problema sottostante. Annotate quando andate a letto, quando ritenete di esservi addormentati e quando vi svegliate. Potete anche aggiungere quanto segue:

i farmaci che state assumendo e l'ora del giorno in cui dovete assumerli

ciò che bevete e quando, specie bevande contenenti caffeina come coca cola, tè, caffè ma anche alcolici

quando praticate attività fisica



 Foto: Perché si parla nel sonno? Cause e rimedi #sonno #sonniloquio  Vi è stato detto che di notte mentre dormite sussurate parole talvolta prive di senso senza rendervene conto? Avete sempre desiderato che il vostro coniuge durante il sonno svelasse un segreto che teneva custodito gelosamente da molto tempo? Fate una domanda al vostro partner mentre sta dormendo, ma non stupitevi se il massimo della risposta che sarete in grado di ottenere è un'unica sillaba. Ricordate, comunque, che chi parla nel sonno solitamente non ricorda nulla di quello che ha detto durante questa sorta di monologo notturno.  Parlare nel sonno può essere talvolta un evento buffo, ma può essere anche segno di qualche disturbo.    Che cos'è il sonniloquio?  Il sonniloquio non è altro che l'atto di parlare durante il sonno. E' un tipo di parasonnia, un comportamento anomalo che ha luogo, per l'appunto, durante il sonno. E' un evento molto comune e di norma non viene considerato un problema medico.  Le chiacchiere notturne possono essere innocue, ma talvolta chi assiste a questo monologo può trovare il contenuto offensivo o volgare. Normalmente, chi parla nel sonno lo fa per non più di 30 secondi, ma ad alcuni capita di parlare più volte nel corso della notte.  Questi "dialoghi" notturni possono essere eccezionalmente eloquenti o, in alcuni casi, borbottii difficili da decifrare. Il sonniloquio può essere caratterizzato sia dall'emissione di semplici suoni che da vere e proprie conversazioni. Chi parla nel sonno di solito sembra parlare a sè stesso, ma talvolta sembra condurre una conversazione con altre persone. Se condividete la camera da letto con una persona che parla nel sonno, potreste alla fine risentire degli effetti dovuti alla privazione del sonno che questo fenomento comporta.  Chi parla nel sonno?  Molte persone parlano nel sonno. Il 50% dei bambini di età compresa tra i 3 e i 10 anni tende a parlare nel sonno, così come il 5% circa degli adulti. Il sonniloquio può manifestarsi occasionalmente od ogni notte. Un sondaggio ha dimostrato che 1 bambino su 10 parla durante il sonno più di un paio di notti a settimana.  Il sonniloquio colpisce uomini e donne in egual misura. Gli esperti ritengono che parlare nel sonno possa essere un fenomeno preesistente in famiglia.  Quali sono i sintomi del sonniloquio?  E' difficile che riusciate a capire da soli se siete soliti parlare nel sonno o meno. Di norma, saranno gli altri (partner o compagno/a di stanza) a farvelo presente.  Chi parla nel sonno pensa di farlo mentre sogna. Ma gli scienziati non sono del tutto certi che il sonniloquio sia strettamente correlato all'attività onirica. Esso, infatti, può verificarsi durante qualsiasi fase del sonno.  Il sonniloquio si verifica di solito senza un motivo scatenante e il più delle volte è innocuo. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe essere segno di un disturbo del sonno o di una particolare condizione di salute.   I disturbi comportamentali del sonno REM (altrimenti detti RBD) e il terrore notturno (o pavor nocturnus) sono due tipi di disturbi del sonno che portano gli individui che ne soffrono a gridare durante il sonno. I terrori notturni sono solitamente caratterizzati da urla spaventose e reazioni fisiche incontrollate, come calci e pugni. E' difficile riuscire a svegliare una persona colpita da questo tipo di disturbo. I bambini che soffrono di terrore notturno di solito parlano nel sonno e sono soggetti ad episodi di sonnambulismo.  Le persone con disturbi comportamentali del sonno REM urlano, gridano e gesticolano talvolta con violenza.  Il sonniloquio può verificarsi in combinazione con sonnambulismo e disturbi notturni del sonno correlati a disordini alimentari (NS-RED), una condizione in cui l'individuo mangia durante il sonno.  Altre cause del sonniloquio possono essere:      alcuni farmaci      stress emotivo      febbre      disturbi mentali      abuso di sostanze  In che modo viene curato il sonniloquio?  Se vi ritrovate a parlare nel sonno improvvisamente o se il sonniloquio si manifesta accompagnato a paura intensa, urla o azioni violente, è consigliabile rivolgersi ad uno specialista del sonno. In ogni caso, è bene consultare un medico anche quando le chiacchiere notturne interferiscono con la qualità del vostro sonno e di quello dei vostri compagni di stanza.  Se ritenete che il vostro bambino possa soffrire di problemi legati al sonno, fissate un appuntamento col pediatra.  Lo specialista del sonno vi chiederà da quanto tempo parlate nel sonno. Per poter dare una risposta precisa a questa domanda, dovrete chiedere informazioni al vostro partner, ai vostri compagni di stanza o ai vostri genitori. Ricordate che il sonniloquio può aver avuto inizio durante l'infanzia.  Non esistono esami necessari per diagnosticare il sonniloquio. Tuttavia, il medico potrà consigliarvi esami specifici, come uno studio o il monitoraggio del sonno (polisonnografia) nel caso in cui siano presenti sintomi di altri disturbi del sonno.  Raramente il sonniloquio richiede un trattamento specifico. Tuttavia, casi gravi di sonniloquio possono essere il risultato di gravi disturbi del sonno o di particolari condizioni mediche, che possono essere comunque trattati. Chiedete al medico quali sono le opzioni di cura.  Esiste un modo per parlare di meno durante il sonno?  Non esiste un modo conosciuto per ridurre le chiacchiere notturne. Evitare lo stress e dormire una quantità sufficiente di ore potrebbe ridurre le probabilità di parlare durante il sonno.  Tenere una sorta di "diario del sonno" per un paio di settimane può esservi di aiuto nell'identificare le vostre abitudini e i comportamenti che adottate durante il sonno. I dati raccolti saranno utili al medico per scoprire se il sonniloquio è causato da un problema sottostante. Annotate quando andate a letto, quando ritenete di esservi addormentati e quando vi svegliate. Potete anche aggiungere quanto segue:  i farmaci che state assumendo e l'ora del giorno in cui dovete assumerli  ciò che bevete e quando, specie bevande contenenti caffeina come coca cola, tè, caffè ma anche alcolici  quando praticate attività fisica