lunedì 12 maggio 2014

Primavera: è allergia per un italiano su sei
#primavera #alergia

Con l’arrivo della primavera inizia a farsi sentire la rinite allergica, una patologia infiammatoria a carico della mucosa nasale che colpisce un italiano su sei.

Questa patologia è in crescita e ha un impatto diretto sulla qualità della vita di chi ne soffre; il quadro è spesso aggravato dalla frequente associazione con l’asma bronchiale. Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15 ed il 25%, mentre in Italia ne è colpita una persona su sei. Si stimano diversi casi di mancata diagnosi, a causa della tendenza delle persone affette a non considerarla una patologia vera e propria. I pazienti ricorrono spesso all’autodiagnosi e si gestiscono autonomamente; solo un paziente su tre infatti si rivolge al medico. La rinite allergica grava su occhi e naso, peggiorando la qualità di vita e compromettendo la capacità di studio, di lavoro, di vita all'aperto.

Spiega il professor Angelo Camaioni, Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria: «Arrivare a una corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile. Le figure a cui il paziente è invitato a rivolgersi sono in prima battuta il medico, poi allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra. I reparti di otorinolaringoiatria in Italia infatti, hanno una diffusione molto capillare sul territorio e possono fornire un presidio di grande utilità per il paziente. La nostra visita può anche verificare le comorbidità di interesse diretto quali a esempio: otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale».
Con l’arrivo della bella stagione almeno il 10% degli italiani è alle prese con le allergie respiratorie: starnuti, prurito, arrossamento degli occhi, lacrimazione, respiro affannoso, asma.

L’allergologo Domenico Schiavino, direttore del Servizio di Allergologia del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma spiega: «Quest’anno il tempo è stato particolarmente anomalo. Gli alberi, soprattutto cipresso, nocciolo, pino, hanno impollinato già a febbraio e lo stanno rifacendo recuperando il tempo perduto dopo quel mese di freddo e neve. A marzo in genere chi è allergico a questi tipi di pollini è già uscito dal tunnel, quest’anno non è così, ha sofferto a febbraio e soffre ora. Il prevedibile repentino aumento della temperatura, la presenza di vento e il clima secco saranno i segnali di allarme rosso per la diffusione nell'aria dei granuli pollinici: dapprima delle erbacee, poi soprattutto le graminacee. Nel periodo estivo, invece, occhio a parietaria e alternaria: come i soggetti allergici hanno già sperimentato sulla propria pelle le spore di alternaria e il polline di parietaria sono abbondantemente presenti nell'atmosfera durante il periodo estivo.

Per chi soffre di allergia ci sono gli antistaminici, ma sono solo sintomatici, non curano il problema. In questa fase dell'anno i soggetti allergici ai pollini possono ricorrere solo a terapie farmacologiche sintomatiche con antistaminici, antileucotrienici, cortisonici nasali e eventualmente cortisonici inalatori e broncodilatatori.
L'unica terapia eziologica però, cioè l'unica terapia in grado di eliminare il problema alla radice, e di modificare la storia naturale della patologia, consiste nell'indurre uno stato di tolleranza nei confronti del polline. L’immunoterapia specifica, comunemente detta vaccino, è fondamentale per risolvere un problema, non dimentichiamolo, che se non trattato può portare complicanze come l’asma bronchiale, la sinusite, poliposi nasali. Noi dopo un anno di osservazione forniamo il trattamento desensibilizzante, che va somministrato con un certo anticipo, diciamo all’inizio dell’anno, per essere efficace in primavera. Fino a pochi anni fa si faceva tramite punture, che potevano provocare reazioni, oggi invece si stanno diffondendo anche vaccini in gocce o compresse da assorbire sotto la lingua, che si possono assumere a casa. Il vaccino va iniziato prima della stagione pollinica e per avere risultati evidenti va protratto per 3-5 anni, ma la sospensione del trattamento va valutata caso per caso. Può essere utilizzato da tutti, fermo restando che si può essere allergici a più tipologie di polline, anche sei o sette, e allora vaccinarsi è più complicato».

I cambiamenti climatici che hanno investito anche il nostro Paese hanno conseguenze dirette sulla salute; si osserva infatti un aumentato rischio di allergie respiratorie a causa del mutamento del normale andamento delle stagioni. A lanciare l'allarme, il nuovo Atlante su clima e salute pubblicato dall'Organizzazione mondiale per la salute (Oms) e dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).

In gran parte dell'Europa la stagione della crescita di diversi alberi e piante comincia prima e termina più tardi rispetto a una ventina di anni fa. Come spiega Bettina Menne, responsabile del programma Cambiamento climatico e salute dell'Oms-Europa: «Osserviamo che la manifestazione di alcune allergie respiratorie si verifica prima e dura più a lungo. Prima le stagioni erano più marcate, mentre oggi si passa più facilmente dal caldo al freddo, che però è meno rigido rispetto al passato».

Le variazioni climatiche favoriscono maggiori fioriture per le piante, con conseguenti ondate di pollini. Alle allergie respiratorie che si riscontrano ormai tutto l’anno si aggiunge l’Ambrosia artemisiifolia, che ha provocato problemi in Nord Italia. L’esperta spiega che è una delle piante che si sta diffondendo in Europa e ha un impatto su riniti allergiche e asma. Può aumentare la frequenza di attacchi di asma nei soggetti che ne soffrono e far diventare asmatici i soggetti predisposti.

A incrementare il rischio di malattie respiratorie si pensa l'inquinamento da particolato e ozono: «Il clima influenza la concentrazione e la presenza degli inquinanti e il particolato già uccide 349.000 persone ogni anno in Europa. Incide a livello respiratorio e cardiologico, nella predisposizione all'infarto». A preoccupare anche i nuovi sviluppi di malattie emergenti, a causa del clima: «Quest'anno ci sono stati casi di malaria in Grecia e di febbre di dengue in Portogallo, nell'isola di Madera. È importante ricordarlo. Gli allarmi lanciati anche dieci anni fa sull'insorgenza di malattie infettive in parte si stanno realizzando: la chikungunya è stata registrata anche in Italia. È fondamentale rafforzare i sistemi di allarme e la collaborazione fra il servizio sanitario e quello meteo».


 Foto: Primavera: è allergia per un italiano su sei #primavera #alergia   Con l’arrivo della primavera inizia a farsi sentire la rinite allergica, una patologia infiammatoria a carico della mucosa nasale che colpisce un italiano su sei.  Questa patologia è in crescita e ha un impatto diretto sulla qualità della vita di chi ne soffre; il quadro è spesso aggravato dalla frequente associazione con l’asma bronchiale. Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15 ed il 25%, mentre in Italia ne è colpita una persona su sei. Si stimano diversi casi di mancata diagnosi, a causa della tendenza delle persone affette a non considerarla una patologia vera e propria. I pazienti ricorrono spesso all’autodiagnosi e si gestiscono autonomamente; solo un paziente su tre infatti si rivolge al medico. La rinite allergica grava su occhi e naso, peggiorando la qualità di vita e compromettendo la capacità di studio, di lavoro, di vita all'aperto.  Spiega il professor Angelo Camaioni, Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria: «Arrivare a una corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile. Le figure a cui il paziente è invitato a rivolgersi sono in prima battuta il medico, poi allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra. I reparti di otorinolaringoiatria in Italia infatti, hanno una diffusione molto capillare sul territorio e possono fornire un presidio di grande utilità per il paziente. La nostra visita può anche verificare le comorbidità di interesse diretto quali a esempio: otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale». Con l’arrivo della bella stagione almeno il 10% degli italiani è alle prese con le allergie respiratorie: starnuti, prurito, arrossamento degli occhi, lacrimazione, respiro affannoso, asma.  L’allergologo Domenico Schiavino, direttore del Servizio di Allergologia del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma spiega: «Quest’anno il tempo è stato particolarmente anomalo. Gli alberi, soprattutto cipresso, nocciolo, pino, hanno impollinato già a febbraio e lo stanno rifacendo recuperando il tempo perduto dopo quel mese di freddo e neve. A marzo in genere chi è allergico a questi tipi di pollini è già uscito dal tunnel, quest’anno non è così, ha sofferto a febbraio e soffre ora. Il prevedibile repentino aumento della temperatura, la presenza di vento e il clima secco saranno i segnali di allarme rosso per la diffusione nell'aria dei granuli pollinici: dapprima delle erbacee, poi soprattutto le graminacee. Nel periodo estivo, invece, occhio a parietaria e alternaria: come i soggetti allergici hanno già sperimentato sulla propria pelle le spore di alternaria e il polline di parietaria sono abbondantemente presenti nell'atmosfera durante il periodo estivo.  Per chi soffre di allergia ci sono gli antistaminici, ma sono solo sintomatici, non curano il problema. In questa fase dell'anno i soggetti allergici ai pollini possono ricorrere solo a terapie farmacologiche sintomatiche con antistaminici, antileucotrienici, cortisonici nasali e eventualmente cortisonici inalatori e broncodilatatori.  L'unica terapia eziologica però, cioè l'unica terapia in grado di eliminare il problema alla radice, e di modificare la storia naturale della patologia, consiste nell'indurre uno stato di tolleranza nei confronti del polline. L’immunoterapia specifica, comunemente detta vaccino, è fondamentale per risolvere un problema, non dimentichiamolo, che se non trattato può portare complicanze come l’asma bronchiale, la sinusite, poliposi nasali. Noi dopo un anno di osservazione forniamo il trattamento desensibilizzante, che va somministrato con un certo anticipo, diciamo all’inizio dell’anno, per essere efficace in primavera. Fino a pochi anni fa si faceva tramite punture, che potevano provocare reazioni, oggi invece si stanno diffondendo anche vaccini in gocce o compresse da assorbire sotto la lingua, che si possono assumere a casa. Il vaccino va iniziato prima della stagione pollinica e per avere risultati evidenti va protratto per 3-5 anni, ma la sospensione del trattamento va valutata caso per caso. Può essere utilizzato da tutti, fermo restando che si può essere allergici a più tipologie di polline, anche sei o sette, e allora vaccinarsi è più complicato».  I cambiamenti climatici che hanno investito anche il nostro Paese hanno conseguenze dirette sulla salute; si osserva infatti un aumentato rischio di allergie respiratorie a causa del mutamento del normale andamento delle stagioni. A lanciare l'allarme, il nuovo Atlante su clima e salute pubblicato dall'Organizzazione mondiale per la salute (Oms) e dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).  In gran parte dell'Europa la stagione della crescita di diversi alberi e piante comincia prima e termina più tardi rispetto a una ventina di anni fa. Come spiega Bettina Menne, responsabile del programma Cambiamento climatico e salute dell'Oms-Europa: «Osserviamo che la manifestazione di alcune allergie respiratorie si verifica prima e dura più a lungo. Prima le stagioni erano più marcate, mentre oggi si passa più facilmente dal caldo al freddo, che però è meno rigido rispetto al passato».  Le variazioni climatiche favoriscono maggiori fioriture per le piante, con conseguenti ondate di pollini. Alle allergie respiratorie che si riscontrano ormai tutto l’anno si aggiunge l’Ambrosia artemisiifolia, che ha provocato problemi in Nord Italia. L’esperta spiega che è una delle piante che si sta diffondendo in Europa e ha un impatto su riniti allergiche e asma. Può aumentare la frequenza di attacchi di asma nei soggetti che ne soffrono e far diventare asmatici i soggetti predisposti.  A incrementare il rischio di malattie respiratorie si pensa l'inquinamento da particolato e ozono: «Il clima influenza la concentrazione e la presenza degli inquinanti e il particolato già uccide 349.000 persone ogni anno in Europa. Incide a livello respiratorio e cardiologico, nella predisposizione all'infarto». A preoccupare anche i nuovi sviluppi di malattie emergenti, a causa del clima: «Quest'anno ci sono stati casi di malaria in Grecia e di febbre di dengue in Portogallo, nell'isola di Madera. È importante ricordarlo. Gli allarmi lanciati anche dieci anni fa sull'insorgenza di malattie infettive in parte si stanno realizzando: la chikungunya è stata registrata anche in Italia. È fondamentale rafforzare i sistemi di allarme e la collaborazione fra il servizio sanitario e quello meteo».

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