mercoledì 14 maggio 2014

Il materasso non è solo apparenza

Il materasso non è solo apparenza
#MATERASSO

Al momento dell’acquisto è facile lasciarsi colpire dall’estetica del materasso. La fodera è un elemento importante per la funzionalità di un buon materasso, ma non dovrà distrarre troppo l’attenzione, che dovrà invece focalizzarsi maggiormente sulle caratteristiche interne. L’interno del materasso è quella parte strutturale che deve garantirne capacità di adattamento al corpo, per offrire la migliore qualità del riposo, e resistenza strutturale, per la durata del materasso negli anni. Il Consumatore prima di acquistare un qualsiasi prodotto dovrà quindi provarlo, su consiglio di un consulente del riposo, e accertarsi che corrisponda perfettamente alle proprie esigenze.
www.dormicisu.com
info@dormicisu.com
telefono 062593655


 Foto: Il materasso non è solo apparenza #MATERASSO   Al momento dell’acquisto è facile lasciarsi colpire dall’estetica del materasso. La fodera è un elemento importante per la funzionalità di un buon materasso, ma non dovrà distrarre troppo l’attenzione, che dovrà invece focalizzarsi maggiormente sulle caratteristiche interne. L’interno del materasso è quella parte strutturale che deve garantirne capacità di adattamento al corpo, per offrire la migliore qualità del riposo, e resistenza strutturale, per la durata del materasso negli anni. Il Consumatore prima di acquistare un qualsiasi prodotto dovrà quindi provarlo, su consiglio di un consulente del riposo, e accertarsi che corrisponda perfettamente alle proprie esigenze. www.dormicisu.com info@dormicisu.com telefono 062593655

in materasso che cosa sono le zone differenziate?

in materasso che cosa sono le zone differenziate?
#materasso #zonedifferenziate

Le sette o cinque zone differenziate, presenti in alcuni materassi della produzione DORMICISU sono studiate per garantire il massimo comfort e il totale adattamento anatomico del nostro corpo. La tecnologia a zone differenziate predispone diversi gradi di rigidità in funzione delle zone di maggiore e minore pressione, garantendo in questo modo un accoglimento corretto e differenziato. Nei materassi la portanza differenziata si ottiene attraverso tagli o sagomature particolari che aumentano la capacità dei nostri materassi di adattarsi alle esigenze di sostegno delle varie zone del corpo.


Foto: in materasso che cosa sono le zone differenziate? #materasso #zonedifferenziate  Le sette o cinque zone differenziate, presenti in alcuni materassi della produzione  DORMICISU sono studiate per garantire il massimo comfort e il totale adattamento anatomico del nostro corpo. La tecnologia a zone differenziate predispone diversi gradi di rigidità in funzione delle zone di maggiore e minore pressione, garantendo in questo modo un accoglimento corretto e differenziato. Nei materassi la portanza differenziata si ottiene attraverso tagli o sagomature particolari che aumentano la capacità dei nostri materassi di adattarsi alle esigenze di sostegno delle varie zone del corpo.

Dubbi: Traspirazione del materasso…che tipo di memory scegliere?

Dubbi: Traspirazione del materasso…che tipo di memory scegliere?
#traspirazione #materasso #memoryfoam

Non è il memory a essere un materiale caldo ma due sono i fattori che arrecano calore.
1. Utilizzo di materiali sintetici
2. Punti vuoti tra il nostro fisico e il materasso

Chiaramente un materiale sintetico è più caldo di uno naturale
In pratica maggiore sarà il comfort del materasso e la sua capacità di seguire le nostre forme, meno saranno i punti di vuoto tra il nostro fisico ed il materasso. Ciò chiaramente provocherà più calore d’estate.

A tal proposito i materassi in memory di buona qualità sono composti sempre da due lati, uno per l’appunto in memory, più accogliente, ed uno in poliuretano, più consistente (meno ergonomico ma chiaramente proprio perché più rigido anche più traspirante). Anche qui per il lato in poliuretano esistono dei distinguo da fare: potrete trovare semplici poliuretano che migliorano la traspirazione in quanto più rigidi, poliuretano più traspiranti come i waterlily (materiali dalle cellule più grandi e quindi che donano un maggior ricircolo d’aria, waterlily naturali (ancora più traspiranti sempre per il concetto sopra descritto) e infine waterlily naturali e sagomati in grado quindi non solo di assicurare traspirazione ma anche comfort durante il periodo estivo.

A questo punto memory di qualità, capace di durare nel tempo, di donarvi una perfetta climatizzazione durante tutto l’anno, di donarvi comfort e benessere e finalmente farvi risvegliare riposati.

Vi consigliamo senza dubbio anche la scelta di un buon cuscino. Anche qui il memory è la scelta giusta, capace di seguire perfettamente la nuca senza arrecare tensioni.

Sperando di esservi stati più utili possibile e augurandovi un dolce riposo


 Foto: Dubbi: Traspirazione del materasso…che tipo di memory scegliere? #traspirazione #materasso #memoryfoam  Non è il memory a essere un materiale caldo ma due sono i fattori che arrecano calore. 1.      Utilizzo di materiali sintetici 2.      Punti vuoti tra il nostro fisico e il materasso  Chiaramente un materiale sintetico è più caldo di uno naturale In pratica maggiore sarà il comfort del materasso e la sua capacità di seguire le nostre forme, meno saranno i punti di vuoto tra il nostro fisico ed il materasso. Ciò chiaramente provocherà più calore d’estate.  A tal proposito i materassi in memory di buona qualità sono composti sempre da due lati, uno per l’appunto in memory, più accogliente, ed uno in poliuretano, più consistente (meno ergonomico ma chiaramente proprio perché più rigido anche più traspirante). Anche qui per il lato in poliuretano esistono dei distinguo da fare: potrete trovare semplici poliuretano che migliorano la traspirazione in quanto più rigidi, poliuretano più traspiranti come i waterlily (materiali dalle cellule più grandi e quindi che donano un maggior ricircolo d’aria, waterlily naturali (ancora più traspiranti sempre per il concetto sopra descritto) e infine waterlily naturali e sagomati in grado quindi non solo di assicurare traspirazione ma anche comfort durante il periodo estivo.  A questo punto memory di qualità, capace di durare nel tempo, di donarvi una perfetta climatizzazione durante tutto l’anno, di donarvi comfort e benessere e finalmente farvi risvegliare riposati.   Vi consigliamo senza dubbio anche la scelta di un buon cuscino. Anche qui il memory è la scelta giusta, capace di seguire perfettamente la nuca senza arrecare tensioni.  Sperando di esservi stati più utili possibile e augurandovi un dolce riposo

Dormire con cani e gatti: molti rischi per la salute, ecco quali

Dormire con cani e gatti: molti rischi per la salute, ecco quali
#dormire #cani #gatti #igiene #salute

Cosa c’è di più bello, per chi ama gli animali, di dormire con il proprio cane o con il proprio gatto? Una pratica molto diffusa (56% tra i proprietari americani di cani), ma che nasconde dei rischi per la salute anche gravi (stafilococchi, rabbia, malattia di Chagas, etc.), oltre a creare possibili disturbi del sonno.

Il pericolo di contrarre malattie altamente nocive è molto concreto, almeno stando agli ultimi studi scientifici ed è naturalmente ancora più alto per coloro che hanno il sistema immunitario più debole come gli anziani, i bambini o chi soffre di malattie croniche.

Dopo un lungo periodo di studi approfonditi sul rapporto tra animali domestici e malattie, il Center for Disease Control (CDC) è giunto alla conclusione che entrare in contatto con gli animali domestici in alcuni momenti di particolare vulnerabilità, come le ore del sonno, mettano seriamente a rischio la salute dell’uomo.

È vero che gli animali domestici aiutano il benessere, ma la precauzione è d’obbligo. Non bisogna infatti dimenticare che nella bocca degli animali sono presenti diversi batteri, che possono essere trasmessi agli uomini. Il rischio può essere evitato sottoponendo i propri animali ai controlli veterinari e alle vaccinazioni. Inoltre non è il caso di fare allarmismi, visto che il pericolo è più ingente solo per gli individui che sono affetti da patologie autoimmuni o che hanno un sistema immunitario fragile per motivi genetici.

Gli animali domestici possono essere portatori di malattie, alcune delle quali sono pericolose per l’uomo
In particolare sarebbe molto alta la probabilità di contrarre malattie trasmesse dagli animali, o meglio dette zoonosi. Negli ultimi tempi sono stati rilevati molteplici casi di meningite, un’infezione importante delle membrane cerebrali che può portare con il 50% di probabilità alla morte.

Per ovviare a tutto ciò e dormire sonni tranquilli sono sufficienti alcuni piccoli, e quasi ovvi, accorgimenti come non baciare cani e gatti, o qualsiasi altro animale si possegga, sulla bocca o non dormirci insieme. Dunque nessun contatto diretto con le zone particolarmente vulnerabili del nostro corpo.

Per il resto gli studi non solo danno il via libera ai padroni a interagire tutti con il proprio “amato”, ma incoraggiano gli approcci relazionali con gli animali ricordando i benefici a livello psicologico che questi comportano, soprattutto per i bambini.


 Foto: Dormire con cani e gatti: molti rischi per la salute, ecco quali #dormire #cani #gatti #igiene #salute  Cosa c’è di più bello, per chi ama gli animali, di dormire con il proprio cane o con il proprio gatto? Una pratica molto diffusa (56% tra i proprietari americani di cani), ma che nasconde dei rischi per la salute anche gravi (stafilococchi, rabbia, malattia di Chagas, etc.), oltre a creare possibili disturbi del sonno.  Il pericolo di contrarre malattie altamente nocive è molto concreto, almeno stando agli ultimi studi scientifici ed è naturalmente ancora più alto per coloro che hanno il sistema immunitario più debole come gli anziani, i bambini o chi soffre di malattie croniche.  Dopo un lungo periodo di studi approfonditi sul rapporto tra animali domestici e malattie, il Center for Disease Control (CDC) è giunto alla conclusione che entrare in contatto con gli animali domestici in alcuni momenti di particolare vulnerabilità, come le ore del sonno, mettano seriamente a rischio la salute dell’uomo.  È vero che gli animali domestici aiutano il benessere, ma la precauzione è d’obbligo. Non bisogna infatti dimenticare che nella bocca degli animali sono presenti diversi batteri, che possono essere trasmessi agli uomini. Il rischio può essere evitato sottoponendo i propri animali ai controlli veterinari e alle vaccinazioni. Inoltre non è il caso di fare allarmismi, visto che il pericolo è più ingente solo per gli individui che sono affetti da patologie autoimmuni o che hanno un sistema immunitario fragile per motivi genetici.  Gli animali domestici possono essere portatori di malattie, alcune delle quali sono pericolose per l’uomo In particolare sarebbe molto alta la probabilità di contrarre malattie trasmesse dagli animali, o meglio dette zoonosi. Negli ultimi tempi sono stati rilevati molteplici casi di meningite, un’infezione importante delle membrane cerebrali che può portare con il 50% di probabilità alla morte.  Per ovviare a tutto ciò e dormire sonni tranquilli sono sufficienti alcuni piccoli, e quasi ovvi, accorgimenti come non baciare cani e gatti, o qualsiasi altro animale si possegga, sulla bocca o non dormirci insieme. Dunque nessun contatto diretto con le zone particolarmente vulnerabili del nostro corpo.  Per il resto gli studi non solo danno il via libera ai padroni a interagire tutti con il proprio “amato”, ma incoraggiano gli approcci relazionali con gli animali ricordando i benefici a livello psicologico che questi comportano, soprattutto per i bambini.

Mal di schiena lombare: sintomi, rimedi, esercizi e cosa fare

Mal di schiena lombare: sintomi, rimedi, esercizi e cosa fare
#maldichiena #lombosciatalgia #sciatica


Esercizi per la lombosciataglia e la sciatica

Il mal di schiena lombare può insorgere al mattino, anche a causa di un materasso non perfettamente adatto al riposo, e può essere acuto. Certe volte si manifesta anche da seduti oppure dopo una corsa. In ogni caso i sintomi sono sempre gli stessi, soprattutto un dolore situato nella parte bassa della schiena, che compare quando solleviamo qualcosa di pesante e che tende a migliorare con il passare dei giorni, anche in base a quanto riposiamo. In effetti il riposo, fra i rimedi da adottare, è fondamentale. Allo stesso tempo è opportuno svolgere degli esercizi adatti per la sciatica e sapere cosa fare


http://www.tantasalute.it/articolo/mal-di-schiena-lombare-sintomi-rimedi-esercizi-e-cosa-fare-video/43537/ 

Per una casa a prova di acaro

Per una casa a prova di acaro
Allergie: come bonificare la casa dagli acari della polvere e dai pollini
#acari #allergie #igiene #salute #materasso #letto


Milioni di persone soffrono di allergie, chi in modo molto intenso, chi meno, ma in ogni caso con disagio. Tra gli agenti allergici più comuni ci sono gli acari della polvere e i pollini, entrambi elementi che, sebbene non si riesca a debellarli completamente, si possono limitare molto con una ottimale bonificadegli ambienti domestici. Pulizia intensa ed elementi d’arredo mirati sono le armi da sfoderare in caso di allergia a questi elementi.

Gli acari sono dei microorganismi invisibili all’occhio umano, che rendono allergizzanti le polveri domestiche (polvere dei tessuti, delle vernici, terriccio, peli, muffe), e si nutrono di residui organici. I loro ambienti ideali sono infatti letti, materassi, divani, cuscini, dove trovano residui di pelle, forfora e peli di cui cibarsi, ma anche le muffe ambientali. Ecco che dal punto di vista dell’arredamento, è bene evitare letti rivestiti in tessuto, i divani-letto o i letti a castello, ossia mobili con vani che creano ambienti ideali agli acari in cui annidarsi e cibarsi. Letti e divani devono avere una struttura lineare, ripulibile, spostabile, senza cassettoni o scomparti. Se in casa vi è una persona allergica alla polvere è meglio evitare tappeti, moquette, tappezzeria e tendaggi pesanti (scegliete le veneziane, oppure delle tende facilmente lavabili in tessuto sintetico). Occorre cambiare e lavare la biancheria del letto (e le federe del divano se sono sfilabili) ogni 10 giorni, mentre coperte e materassi vanno arieggiati tutti i giorni, e una volta la settimana è bene esporli al sole. Evitate piumini e cuscini ripieni di piuma. Tutta la biancheria da letto esiste anche in versione antiacaro, ossia vi sono dei tessuti appositi a maglia fitta che impediscono agli acari di penetrare: rivestite cuscini, materassi e possibilmente le coperte con questi materiali. Utilizzate sempre stracci umidi per pulire la polvere dalle superfici, perché a secco o con i piumini rischiate di sparpagliarla anziché eliminarla. Se li avete, dovrete smontare e pulire gli ‘zoccoli’ dei pavimenti, le listarelle di legno che si mettono alla base, nei quali si annidano intere famiglie di acari; se potete scegliere, evitateli o montateli in ceramica. Molto pericolose per le vie aeree sono le muffe, di cui occorre liberarsi (leggete qui come) ma soprattutto prevenire, evitando che nell’ambiente si crei troppa umidità. Attenzione a libri e peluche: i primi vanno puliti quotidianamente, i secondi dovrebbero stare chiusi in un contenitore. Pulite periodicamente la tastiera del computer.

Per quanto riguarda i pollini, la pulizia regolare deve includere anche balconi, interstizi delle porte e delle finestre. Sarebbe ideale applicare delle zanzariere anti-pollini, dotate di speciali maglie fitte. A questo aggiungete che ovviamente la finestra dovrebbe stare chiusa il più possibile durante i mesi in cui i pollini imperversano, soprattutto quando si alza il venticello primaverile. Evitate di stendere il bucato all’aperto durante la bella stagione, o rischia di impregnarsi di pollini di ogni genere: in questo periodo è meglio utilizzare una cantina o un garage per asciugare i panni, dai vestiti agli asciugamani, passando per federe e lenzuola. Infine, se avete un giardino di proprietà tenetelo sempre in ordine ed evitate di lasciar proliferare piante ed erbacce sconosciute che potrebbero portare con sé agenti allergici.


 Foto: Per una casa a prova di acaro Allergie: come bonificare la casa dagli acari della polvere e dai pollini  #acari #allergie #igiene #salute #materasso #letto    Milioni di persone soffrono di allergie, chi in modo molto intenso, chi meno, ma in ogni caso con disagio. Tra gli agenti allergici più comuni ci sono gli acari della polvere e i pollini, entrambi elementi che, sebbene non si riesca a debellarli completamente, si possono limitare molto con una ottimale bonificadegli ambienti domestici. Pulizia intensa ed elementi d’arredo mirati sono le armi da sfoderare in caso di allergia a questi elementi.  Gli acari sono dei microorganismi invisibili all’occhio umano, che rendono allergizzanti le polveri domestiche (polvere dei tessuti, delle vernici, terriccio, peli, muffe), e si nutrono di residui organici. I loro ambienti ideali sono infatti letti, materassi, divani, cuscini, dove trovano residui di pelle, forfora e peli di cui cibarsi, ma anche le muffe ambientali. Ecco che dal punto di vista dell’arredamento, è bene evitare letti rivestiti in tessuto, i divani-letto o i letti a castello, ossia mobili con vani che creano ambienti ideali agli acari in cui annidarsi e cibarsi. Letti e divani devono avere una struttura lineare, ripulibile, spostabile, senza cassettoni o scomparti. Se in casa vi è una persona allergica alla polvere è meglio evitare tappeti, moquette, tappezzeria e tendaggi pesanti (scegliete le veneziane, oppure delle tende facilmente lavabili in tessuto sintetico). Occorre cambiare e lavare la biancheria del letto (e le federe del divano se sono sfilabili) ogni 10 giorni, mentre coperte e materassi vanno arieggiati tutti i giorni, e una volta la settimana è bene esporli al sole. Evitate piumini e cuscini ripieni di piuma. Tutta la biancheria da letto esiste anche in versione antiacaro, ossia vi sono dei tessuti appositi a maglia fitta che impediscono agli acari di penetrare: rivestite cuscini, materassi e possibilmente le coperte con questi materiali. Utilizzate sempre stracci umidi per pulire la polvere dalle superfici, perché a secco o con i piumini rischiate di sparpagliarla anziché eliminarla. Se li avete, dovrete smontare e pulire gli ‘zoccoli’ dei pavimenti, le listarelle di legno che si mettono alla base, nei quali si annidano intere famiglie di acari; se potete scegliere, evitateli o montateli in ceramica. Molto pericolose per le vie aeree sono le muffe, di cui occorre liberarsi (leggete qui come) ma soprattutto prevenire, evitando che nell’ambiente si crei troppa umidità. Attenzione a libri e peluche: i primi vanno puliti quotidianamente, i secondi dovrebbero stare chiusi in un contenitore. Pulite periodicamente la tastiera del computer.  Per quanto riguarda i pollini, la pulizia regolare deve includere anche balconi, interstizi delle porte e delle finestre. Sarebbe ideale applicare delle zanzariere anti-pollini, dotate di speciali maglie fitte. A questo aggiungete che ovviamente la finestra dovrebbe stare chiusa il più possibile durante i mesi in cui i pollini imperversano, soprattutto quando si alza il venticello primaverile. Evitate di stendere il bucato all’aperto durante la bella stagione, o rischia di impregnarsi di pollini di ogni genere: in questo periodo è meglio utilizzare una cantina o un garage per asciugare i panni, dai vestiti agli asciugamani, passando per federe e lenzuola. Infine, se avete un giardino di proprietà tenetelo sempre in ordine ed evitate di lasciar proliferare piante ed erbacce sconosciute che potrebbero portare con sé agenti allergici.

lunedì 12 maggio 2014

Tutti i segreti per un sonno perfetto

Tutti i segreti per un sonno perfetto
#sonnoperfetto

Non bisogna solo dormire tanto, bisogna anche dormire bene. I medici svelano le nuove strategie antinsonnia, dalla ginnastica del cervello alla dieta con gli Omega 3

http://www.donnamoderna.com/salute/dormire-segreti-sonno-perfetto/photo/Sonno-perfetto#dm2013-su-titolo

Traspirazione...

Traspirazione...
#TRASPIRAZIONE #SONNO #DORMIRE

E' un processo del tutto normale che la termoregolazione del corpo durante la notte produca umidità.
Quello che è fondamentale gestire, è la possibilità di far traspirare nel migliore dei modi il nostro materasso, mantenendo una superficie asciutta che non favorisca la proliferazione batterica.

Scopri l'alta traspirazione dei nuovi prodotti DORMICISU
A breve...


Foto: Traspirazione... #TRASPIRAZIONE #SONNO #DORMIRE  E' un processo del tutto normale che la termoregolazione del corpo durante la notte produca umidità. Quello che è fondamentale gestire, è la possibilità di far traspirare nel migliore dei modi il nostro materasso, mantenendo una superficie asciutta che non favorisca la proliferazione batterica.  Scopri l'alta traspirazione dei nuovi prodotti DORMICISU A breve...

Materassi DORMICISU ( il Blog ): Materassi memory foam offerte dormicisu

Materassi DORMICISU ( il Blog ): Materassi memory foam offerte dormicisu: Materassi memory foam #memoryfoam #offerta #sconto Conosciuti anche come materassi viscoelastici, i memory foam presentano la carat...

La scienza della pennichella

La scienza della pennichella
Dopo pranzo vi viene un'irresistibile voglia di fare un sonnellino? Niente di preoccupante c'è una spiegazione scientifica...

#sonno #dormire #pennichella

La testa si fa pesante, le palpebre si chiudono e la vista si annebbia…sintomi ben noti a tutti, che colpiscono a tradimento dopo ogni abbuffata degna di questo nome.
Un team di ricercatori britannici ha voluto fare chiarezza sulle cause di questa subdola sonnolenza, e ha scoperto che il responsabile dell'abbiocco improvviso altro non è che lo zucchero: alti livelli di glucosio nel sangue sarebbero infatti in grado di spegnere alcune cellule cerebrali deputate a mantenere la mente vigile e sveglia.

Neuroni assonnati
Dannis Burdakov e i suoi colleghi dell'Università di Manchester hanno studiato dei particolari neuroni presenti nell'ipotalamo e dediti alla produzione di orexina, una proteina indispensabile per mantenere il normale stato di veglia negli esseri umani: tali neuroni sono meno attivi durante le ore notturne, e un loro malfunzionamento può provocare stati di torpore anche durante il giorno. Già in passato si era scoperto che il funzionamento di tali cellule poteva essere inibito dal glucosio ma non era chiaro il legame tra il loro livello di attività e la quantità di zuccheri presente nel sangue.

Dolce dormire…
I ricercatori hanno esposto i neuroni a piccolissimi aumenti dei livelli di glucosio, simili a quelli che seguono un normale pasto, e hanno misurato il loro livello di attività. Dall'analisi dei dati è emerso che un minimo innalzamento degli zuccheri nel sangue è sufficiente per spegnere i produttori di orexina e catapultarci così nel mondo dei sogni.
Allo stesso modo può essere spiegata la difficoltà ad addormentarsi quando si è affamati: un basso livello di glucosio favorisce infatti l'aumento dell'attività neuronale, mantenendo il cervello in uno stato di veglia.

Svegli e affamati
Secondo Burdakov questo meccanismo sarebbe spiegabile anche dal punto di vista evolutivo, poiché consentirebbe agli animali di rimanere vigili quando sono affamati così da facilitare la ricerca di cibo, e permetterebbe loro di rilassarsi quando sono a stomaco pieno, così da conservare al massimo le energie.
Gli studiosi ipotizzano anche l'esistenza di un legame tra la sensibilità di questi particolari neuroni al glucosio e l'obesità: i produttori dell'orexina regolano appetito e ritmo metabolico, e uno loro malfunzionamento può condurre a obesità patologica.

 Foto: La scienza della pennichella Dopo pranzo vi viene un'irresistibile voglia di fare un sonnellino? Niente di preoccupante c'è una spiegazione scientifica...  #sonno #dormire #pennichella  La testa si fa pesante, le palpebre si chiudono e la vista si annebbia…sintomi ben noti a tutti, che colpiscono a tradimento dopo ogni abbuffata degna di questo nome. Un team di ricercatori britannici ha voluto fare chiarezza sulle cause di questa subdola sonnolenza, e ha scoperto che il responsabile dell'abbiocco improvviso altro non è che lo zucchero: alti livelli di glucosio nel sangue sarebbero infatti in grado di spegnere alcune cellule cerebrali deputate a mantenere la mente vigile e sveglia.  Neuroni assonnati Dannis Burdakov e i suoi colleghi dell'Università di Manchester hanno studiato dei particolari neuroni presenti nell'ipotalamo e dediti alla produzione di orexina, una proteina indispensabile per mantenere il normale stato di veglia negli esseri umani: tali neuroni sono meno attivi durante le ore notturne, e un loro malfunzionamento può provocare stati di torpore anche durante il giorno. Già in passato si era scoperto che il funzionamento di tali cellule poteva essere inibito dal glucosio ma non era chiaro il legame tra il loro livello di attività e la quantità di zuccheri presente nel sangue.  Dolce dormire… I ricercatori hanno esposto i neuroni a piccolissimi aumenti dei livelli di glucosio, simili a quelli che seguono un normale pasto, e hanno misurato il loro livello di attività. Dall'analisi dei dati è emerso che un minimo innalzamento degli zuccheri nel sangue è sufficiente per spegnere i produttori di orexina e catapultarci così nel mondo dei sogni. Allo stesso modo può essere spiegata la difficoltà ad addormentarsi quando si è affamati: un basso livello di glucosio favorisce infatti l'aumento dell'attività neuronale, mantenendo il cervello in uno stato di veglia.  Svegli e affamati Secondo Burdakov questo meccanismo sarebbe spiegabile anche dal punto di vista evolutivo, poiché consentirebbe agli animali di rimanere vigili quando sono affamati così da facilitare la ricerca di cibo, e permetterebbe loro di rilassarsi quando sono a stomaco pieno, così da conservare al massimo le energie. Gli studiosi ipotizzano anche l'esistenza di un legame tra la sensibilità di questi particolari neuroni al glucosio e l'obesità: i produttori dell'orexina regolano appetito e ritmo metabolico, e uno loro malfunzionamento può condurre a obesità patologica.


Sfida all'ultimo sbadiglio

Sfida all'ultimo sbadiglio
#dormire #sonno

Vi piacerebbe poter spezzare la giornata con un pisolino, magari... pagato? Il sogno dei dormiglioni di tutto il mondo si è materializzato un mese fa in Spagna durante il primo Campionato mondiale di Siesta, che ha visto sfidarsi 360 assonnati concorrenti. Obiettivo della gara, organizzata da un'associazione per la difesa di questa tradizionale abitudine spagnola era dormicchiare per una ventina di minuti, appisolandosi subito e senza imbrogliare (un medico ha monitorato la qualità del sonno). Il premio per il riposino migliore è andato a Pedro Soria Lopez, che durante i suoi 17 minuti di pennichella ha anche russato emettendo un suono giudicato "molto gradevole". Oltre a un sonnellino ristoratore si è aggiudicato un premio di mille euro.


Foto: Sfida all'ultimo sbadiglio #dormire #sonno  Vi piacerebbe poter spezzare la giornata con un pisolino, magari... pagato? Il sogno dei dormiglioni di tutto il mondo si è materializzato un mese fa in Spagna durante il primo Campionato mondiale di Siesta, che ha visto sfidarsi 360 assonnati concorrenti. Obiettivo della gara, organizzata da un'associazione per la difesa di questa tradizionale abitudine spagnola era dormicchiare per una ventina di minuti, appisolandosi subito e senza imbrogliare (un medico ha monitorato la qualità del sonno). Il premio per il riposino migliore è andato a Pedro Soria Lopez, che durante i suoi 17 minuti di pennichella ha anche russato emettendo un suono giudicato "molto gradevole". Oltre a un sonnellino ristoratore si è aggiudicato un premio di mille euro.

mal di schiena ereditario in oltre 50% casi

mal di schiena ereditario in oltre 50% casi
#maldischiena

(Adnkronos Salute)
- Un 'fardello' che, in circa la metà dei casi, si eredita da mamma e papà. E' il mal di schiena, "fra le prime tre cause che portano una persona dal medico di famiglia e che, in Paesi come il Portogallo, ma verosimilmente anche in Italia, arriva a rappresentare fino al 9% del Pil fra costi diretti e indiretti". A presentare dati sulla genetica legata al male 'principe' è stato Massimo Allegri, terapista del dolore all'università di Pavia, Fondazione Irccs San Matteo, in occasione del 'World Medicine Park' in corso a Minorca.

"Il mal di schiena è ereditario in una buona percentuale di pazienti - spiega Allegri all'Adnkronos Salute - I dati meno recenti parlano del 50% dei casi che è 'scritto nei geni', ma alcuni più recenti arrivano a dire che il 70% della predisposizione a questo problema è appunto ereditario". In pratica, in alcuni nostri geni è contenuta "la possibilità di sviluppare predittori di rischio del mal di schiena - approfondisce l'esperto - cioè si eredita dai propri genitori il fatto che la colonna vertebrale abbia più facilità a degenerare. La scienza si sta ora focalizzando sullo studio non solo dei geni coinvolti, ma di come si esprimono all'interno del nostro organismo, che è qualcosa di ancora più ereditabile".

"Organizzare altri studi è il primo passo da fare - prosegue Allegri - dopodiché si potrà verosimilmente intervenire per prevenire e trattare questo disturbo nella maniera più mirata possibile, anche a seconda della professione che una persona svolge. In parole povere, se qualcuno va incontro a un qualsiasi trauma verrà trattato diversamente, e in maniera più incisiva, se portatore di determinati geni. Se prendi un calcio e hai i geni 'spia' del mal di schiena, ti darò subito un farmaco antinfiammatorio più forte". E nel futuro più lontano, "si potrà arrivare a 'spegnere' i geni del mal di schiena".


 Foto: mal di schiena ereditario in oltre 50% casi #maldischiena  (Adnkronos Salute)  - Un 'fardello' che, in circa la metà dei casi, si eredita da mamma e papà. E' il mal di schiena, "fra le prime tre cause che portano una persona dal medico di famiglia e che, in Paesi come il Portogallo, ma verosimilmente anche in Italia, arriva a rappresentare fino al 9% del Pil fra costi diretti e indiretti". A presentare dati sulla genetica legata al male 'principe' è stato Massimo Allegri, terapista del dolore all'università di Pavia, Fondazione Irccs San Matteo, in occasione del 'World Medicine Park' in corso a Minorca.  "Il mal di schiena è ereditario in una buona percentuale di pazienti - spiega Allegri all'Adnkronos Salute - I dati meno recenti parlano del 50% dei casi che è 'scritto nei geni', ma alcuni più recenti arrivano a dire che il 70% della predisposizione a questo problema è appunto ereditario". In pratica, in alcuni nostri geni è contenuta "la possibilità di sviluppare predittori di rischio del mal di schiena - approfondisce l'esperto - cioè si eredita dai propri genitori il fatto che la colonna vertebrale abbia più facilità a degenerare. La scienza si sta ora focalizzando sullo studio non solo dei geni coinvolti, ma di come si esprimono all'interno del nostro organismo, che è qualcosa di ancora più ereditabile".  "Organizzare altri studi è il primo passo da fare - prosegue Allegri - dopodiché si potrà verosimilmente intervenire per prevenire e trattare questo disturbo nella maniera più mirata possibile, anche a seconda della professione che una persona svolge. In parole povere, se qualcuno va incontro a un qualsiasi trauma verrà trattato diversamente, e in maniera più incisiva, se portatore di determinati geni. Se prendi un calcio e hai i geni 'spia' del mal di schiena, ti darò subito un farmaco antinfiammatorio più forte". E nel futuro più lontano, "si potrà arrivare a 'spegnere' i geni del mal di schiena".

Dormendo si impara (e si sopravvive alla crisi)

Dormendo si impara (e si sopravvive alla crisi)
#sonno #renzi

Durante il sonno il cervello lavora per eliminare ciò che non serve e fare così spazio per imparare cose nuove. E mentre i politici invitano a lavorare di più per uscire dalla crisi i ricercatori suggeriscono di dormirci sopra.

Se alla mattina la mamma o il partner si disperano per farvi alzare dal letto, ditegli pure di lasciarvi dormire in pace. Un recente studio condotto presso la Scuola di Medicina di Washington ha dimostrato che il sonno, oltre ad aiutare la sedimentazione dei ricordi nella memoria a lungo termine, aiuta il cervello a fare spazio per imparare cose nuove. Questa operazione di "pulizia" passa attraverso l’eliminazione di alcune sinapsi, ossia le connessioni tra i vari neuroni: per ovvi motivi di spazio queste non possono crescere all’infinito e per poterne instaurare di nuove occorre prima eliminare le meno utili, conservando solo quelle legate ai ricordi più importanti.

Sonno da mosca.
I ricercatori capitanati da Paul Shaw hanno studiato la correlazione tra sonno e apprendimento sulle mosche della frutta, il cui sonno è molto simile a quello dell’uomo. La prima scoperta è che le mosche allevate in gruppo, e quindi in un ambiente sociale ricco di stimoli, dormono di più rispetto a quelle costrette a vivere in isolamento e apprendono più in fretta. Studiando il cervello degli insetti i ricercatori hanno scoperto che in quelle più dormiglione il numero di sinapsi decresce durante il sonno, mentre questo non accade in quelle costrette a stare sveglie. Questo fenomeno è regolato da 3 geni: agli scienziati è bastato spegnerne uno per osservare una diminuzione del fabbisogno di sonno anche nelle mosche maggiormente esposte a stimoli ambientali forti.

Ronfare contro la crisi.
E mentre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi invita gli italiani a lavorare di più per evitare la recessione, i ricercatori suggeriscono di prendersela comoda. "In questo particolare momento storico molte persone dormono poco perché preoccupate per la situazione economica o per il proprio lavoro" afferma Shaw. "in realtà la cosa migliore che si può fare per essere attenti, performanti nelle ore d’ufficio e pronti a cogliere le occasioni è assicurarsi di dormire abbastanza".



 Foto: Dormendo si impara (e si sopravvive alla crisi) #sonno #renzi  Durante il sonno il cervello lavora per eliminare ciò che non serve e fare così spazio per imparare cose nuove.  E mentre i politici invitano a lavorare di più per uscire dalla crisi i ricercatori suggeriscono di dormirci sopra.   Se alla mattina la mamma o il partner si disperano per farvi alzare dal letto, ditegli pure di lasciarvi dormire in pace. Un recente studio condotto presso la Scuola di Medicina di Washington ha dimostrato che il sonno, oltre ad aiutare la sedimentazione dei ricordi nella memoria a lungo termine, aiuta il cervello a fare spazio per imparare cose nuove. Questa operazione di "pulizia" passa attraverso l’eliminazione di alcune sinapsi, ossia le connessioni tra i vari neuroni: per ovvi motivi di spazio queste non possono crescere all’infinito e per poterne instaurare di nuove occorre prima eliminare le meno utili, conservando solo quelle legate ai ricordi più importanti.  Sonno da mosca.  I ricercatori capitanati da Paul Shaw hanno studiato la correlazione tra sonno e apprendimento sulle mosche della frutta, il cui sonno è molto simile a quello dell’uomo. La prima scoperta è che le mosche allevate in gruppo, e quindi in un ambiente sociale ricco di stimoli, dormono di più rispetto a quelle costrette a vivere in isolamento e apprendono più in fretta. Studiando il cervello degli insetti i ricercatori hanno scoperto che in quelle più dormiglione il numero di sinapsi decresce durante il sonno, mentre questo non accade in quelle costrette a stare sveglie. Questo fenomeno è regolato da 3 geni: agli scienziati è bastato spegnerne uno per osservare una diminuzione del fabbisogno di sonno anche nelle mosche maggiormente esposte a stimoli ambientali forti.  Ronfare contro la crisi.  E mentre il Presidente del Consiglio Matteo Renzi invita gli italiani a lavorare di più per evitare la recessione, i ricercatori suggeriscono di prendersela comoda. "In questo particolare momento storico molte persone dormono poco perché preoccupate per la situazione economica o per il proprio lavoro" afferma Shaw. "in realtà la cosa migliore che si può fare per essere attenti, performanti nelle ore d’ufficio e pronti a cogliere le occasioni è assicurarsi di dormire abbastanza".

Il buon sonno si eredita dalla mamma

Il buon sonno si eredita dalla mamma
#sonno #mamma

Ė dimostrato: il buon sonno dei bambini dipende dalla mamma e non solo per le sue ninne nanne, le coccole e le fiabe della buonanotte, ma anche per i suoi geni. Lo afferma uno studio pubblicato su PLoS Genetics e coordinato da Valter Tucci, ricercatore del Dipartimento di Neuroscience and Brain Technologies (NBT) dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, secondo il quale a regolare i ritmi del sonno del bambino è un gene materno denominato GNAS.
Si tratta di un cosiddetto gene “imprinted”, ossia anche se ereditato da entrambi i genitori, quello paterno rimane latente nel corso di tutta la vita, lasciando a quello materno il compito di regolare entrambe le fasi Rem (Rapid Eye Movement, quella in cui si sogna) e Non Rem del sonno (scopri cosa avviene quando ci addormentiamo).
I risultati hanno permesso di dimostrare per la prima volta l'importanza di questo gene non solo nella corretta regolazione delle due fasi del sonno, ma anche in alcuni meccanismi associati a esse. Attivando i geni paterni latenti nei topi su cui è stato condotto lo studio, infatti, è stato scoperto come venga potenziata la fase Non Rem a discapito di quella Rem.
Inoltre è stato possibile rilevare anche perdite di memoria, ridotte reazioni in situazioni di pericolo, depressione, alterazione della percezione temporale, irritabilità e riduzione dell'attenzione. In conclusione, è solo il gene materno che regola i ritmi del sonno, mentre quello paterno, qualora attivato, crea un grave squilibrio.
Questa scoperta, secondo i ricercatori dell'NTB, aiuterà a comprendere meglio le cause e le possibili soluzioni di determinati disturbi che provocano un riposo problematico.


 Foto: Il buon sonno si eredita dalla mamma #sonno #mamma  Ė dimostrato: il buon sonno dei bambini dipende dalla mamma e non solo per le sue ninne nanne, le coccole e le fiabe della buonanotte, ma anche per i suoi geni. Lo afferma uno studio pubblicato su PLoS Genetics e coordinato da Valter Tucci, ricercatore del Dipartimento di Neuroscience and Brain Technologies (NBT) dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, secondo il quale a regolare i ritmi del sonno del bambino è un gene materno denominato GNAS. Si tratta di un cosiddetto gene “imprinted”, ossia anche se ereditato da entrambi i genitori, quello paterno rimane latente nel corso di tutta la vita, lasciando a quello materno il compito di regolare entrambe le fasi Rem (Rapid Eye Movement, quella in cui si sogna) e Non Rem del sonno (scopri cosa avviene quando ci addormentiamo). I risultati hanno permesso di dimostrare per la prima volta l'importanza di questo gene non solo nella corretta regolazione delle due fasi del sonno, ma anche in alcuni meccanismi associati a esse. Attivando i geni paterni latenti nei topi su cui è stato condotto lo studio, infatti, è stato scoperto come venga potenziata la fase Non Rem a discapito di quella Rem. Inoltre è stato possibile rilevare anche perdite di memoria, ridotte reazioni in situazioni di pericolo, depressione, alterazione della percezione temporale, irritabilità e riduzione dell'attenzione. In conclusione, è solo il gene materno che regola i ritmi del sonno, mentre quello paterno, qualora attivato, crea un grave squilibrio. Questa scoperta, secondo i ricercatori dell'NTB, aiuterà a comprendere meglio le cause e le possibili soluzioni di determinati disturbi che provocano un riposo problematico.

MANUTENZIONE E IGIENE

MANUTENZIONE E IGIENE
#igiene



OGNI TIPOLOGIA DI MATERASSO RICHIEDE MAUTENZIONE COSTANTE

Nei suoi primi tre mesi di vita si consiglia di girarlo testa-piedi e sotto-sopra almeno ogni 15 giorni per consentirne l’assestamento; in seguito basterà una volta al mese.
La vita media di un materasso si aggira intorno ai 7-10 anni: al termine di questo periodo si consiglia di cambiarlo, non soltanto perché non sono più garantite le prestazioni iniziali, ma anche per una questione igienica.

Ogni notte, infatti, un corpo umano medio rilascia circa 500 grammi di umori corporali attraverso il sudore (circa 120 litri di liquidi/anno) che vanno a depositarsi nel materasso e che, col tempo, vanno a costituire l’habitat ottimale per gli acari.
Gli acari della polvere sono animaletti microscopici simili ai ragni, di dimenioni comprese tra i 200 e i 400 millesimi di millimetro e quindi non visibili a occhio nudo.
Essi rappresentano una delle principali cause di allergia respiratoria al mondo e si trovano prevalentemente nei materassi, nei cuscini, nelle coperte, nei divani e nei tappeti.


 Foto: MANUTENZIONE E IGIENE  OGNI TIPOLOGIA DI MATERASSO RICHIEDE MAUTENZIONE COSTANTE  Nei suoi primi tre mesi di vita si consiglia di girarlo testa-piedi e sotto-sopra almeno ogni 15 giorni per consentirne l’assestamento; in seguito basterà una volta al mese. La vita media di un materasso si aggira intorno ai 7-10 anni: al termine di questo periodo si consiglia di cambiarlo, non soltanto perché non sono più garantite le prestazioni iniziali, ma anche per una questione igienica.  Ogni notte, infatti, un corpo umano medio rilascia circa 500 grammi di umori corporali attraverso il sudore (circa 120 litri di liquidi/anno) che vanno a depositarsi nel materasso e che, col tempo, vanno a costituire l’habitat ottimale per gli acari. Gli acari della polvere sono animaletti microscopici simili ai ragni, di dimenioni comprese tra i 200 e i 400 millesimi di millimetro e quindi non visibili a occhio nudo. Essi rappresentano una delle principali cause di allergia respiratoria al mondo e si trovano prevalentemente nei materassi, nei cuscini, nelle coperte, nei divani e nei tappeti.

L’ALLEATO PIÙ FIDATO PER UN RIPOSO RISTORATORE È SICURAMENTE IL MATERASSO

L’ALLEATO PIÙ FIDATO PER UN RIPOSO RISTORATORE È SICURAMENTE IL MATERASSO
#riposo #materasso

Per capire quanto sia importante dormire bene, basta riflettere sul fatto che un terzo del nostro tempo lo passiamo a letto.
La stessa attenzione che si pone nel vivere al meglio quando si è svegli (le comodità, il mangiare bene, il divertimento) deve essere usata nel predisporre il nostro sonno.

Regole Buon sonno

Studi scientifici hanno dimostrato che scegliendo il materasso giusto si può dormire fino a 50 minuti in più per ogni notte! Quindi non è soltanto una questione di quantità, quanto di qualità: se si dorme meglio, la nostra qualità della vita migliora.

Esiste il materasso migliore?

No, ogni persona ha esigenze diverse, perciò la scelta deve essere effettuata in modo ponderato. Per esempio non è vero che il materasso debba essere necessariamente duro. La schiena non è dritta, è fatta di curve: quattro, per essere esatti. Sono curve fisiologiche, frutto dell’evoluzione umana, che permettono la posizione eretta dell’uomo. Tali curve devono essere assecondate anche nelle ore di sonno, altrimenti il peso del corpo viene scaricato in altre zone, determinando dolori e non agevolando la circolazione sanguigna.

Un materasso troppo duro non asseconda, mentre uno troppo morbido tende a creare un’unica ampia curva, anch’essa scorretta.

Entrambe le situazioni danno origine a diverse patologie, classificabili nell’ampia gamma dei mal di schiena. La strada per il confort non ha però come unica tappa il materasso.

Altrettanto importante è la rete su cui poggerà il materasso. Anche in questo caso la scelta dovrà essere guidata dalle proprie condizioni fisiche e dalla caratteristiche fisiologiche.
Il supporto su cui viene posato il materasso non è un particolare di secondaria importanza. Assodato il valore del materasso, se la base su cui viene appoggiato non è quella giusta, si rischia di vanificare gli effetti positivi.


 Foto: L’ALLEATO PIÙ FIDATO PER UN RIPOSO RISTORATORE È SICURAMENTE IL MATERASSO #riposo #materasso  Per capire quanto sia importante dormire bene, basta riflettere sul fatto che un terzo del nostro tempo lo passiamo a letto. La stessa attenzione che si pone nel vivere al meglio quando si è svegli (le comodità, il mangiare bene, il divertimento) deve essere usata nel predisporre il nostro sonno.  Regole Buon sonno   Studi scientifici hanno dimostrato che scegliendo il materasso giusto si può dormire fino a 50 minuti in più per ogni notte! Quindi non è soltanto una questione di quantità, quanto di qualità: se si dorme meglio, la nostra qualità della vita migliora.  Esiste il materasso migliore?  No, ogni persona ha esigenze diverse, perciò la scelta deve essere effettuata in modo ponderato. Per esempio non è vero che il materasso debba essere necessariamente duro. La schiena non è dritta, è fatta di curve: quattro, per essere esatti. Sono curve fisiologiche, frutto dell’evoluzione umana, che permettono la posizione eretta dell’uomo. Tali curve devono essere assecondate anche nelle ore di sonno, altrimenti il peso del corpo viene scaricato in altre zone, determinando dolori e non agevolando la circolazione sanguigna.  Un materasso troppo duro non asseconda, mentre uno troppo morbido tende a creare un’unica ampia curva, anch’essa scorretta.  Entrambe le situazioni danno origine a diverse patologie, classificabili nell’ampia gamma dei mal di schiena. La strada per il confort non ha però come unica tappa il materasso.   Altrettanto importante è la rete su cui poggerà il materasso. Anche in questo caso la scelta dovrà essere guidata dalle proprie condizioni fisiche e dalla caratteristiche fisiologiche.  Il supporto su cui viene posato il materasso non è un particolare di secondaria importanza. Assodato il valore del materasso, se la base su cui viene appoggiato non è quella giusta, si rischia di vanificare gli effetti positivi.

Come si misura un materasso

Come si misura un materasso
#materassi
misurare materasso

Alcune volte si verificano, da parte dei clienti, delle contestazioni dovute alle dimensioni (larghezza, lunghezza o altezza) del materasso. Essendo prodotti imbottiti vi è una normativa europea che stabilisce una tolleranza del +/- 2 cm sulla lunghezza, larghezza e +/- 5% in altezza - UNI EN 1334.

È bene comunque sapere che, l’altezza si misura dal centro del materasso non dalla fascia laterale (vedi figura) e che a volte alcuni materassi (es. Molle insacchettate, Lattice ecc.) stando in posizione verticale durante il trasporto o nei magazzini possono avere un leggero effetto “fisarmonica” risultando più corti della misura espressa sull’etichetta.

Per risolvere questo “inconveniente” è sufficiente, nel momento in cui si posiziona il materasso sulla rete, scuoterlo al fine di distenderlo facendogli recuperare le sue misure originarie.


 Foto: Come si misura un materasso #materassi misurare materasso  Alcune volte si verificano, da parte dei clienti, delle contestazioni dovute alle dimensioni (larghezza, lunghezza o altezza) del materasso. Essendo prodotti imbottiti vi è una normativa europea che stabilisce una tolleranza del +/- 2 cm sulla lunghezza, larghezza e +/- 5% in altezza - UNI EN 1334.  È bene comunque sapere che, l’altezza si misura dal centro del materasso non dalla fascia laterale (vedi figura) e che a volte alcuni materassi (es. Molle insacchettate, Lattice ecc.) stando in posizione verticale durante il trasporto o nei magazzini possono avere un leggero effetto “fisarmonica” risultando più corti della misura espressa sull’etichetta.  Per risolvere questo “inconveniente” è sufficiente, nel momento in cui si posiziona il materasso sulla rete, scuoterlo al fine di distenderlo facendogli recuperare le sue misure originarie.

Vuoi un lungo matrimonio ? Dormi Bene

Vuoi un lungo matrimonio ? Dormi Bene
#matrimonio #dormirebene

sonno e matrimonio Dormire bene tutta la notte è un sogno per molti. Giochi di parole a parte, il problema non è di poco conto dato che è nota l'influenza che il buon sonno - o il cattivo sonno - hanno sulla nostra salute, sul nostro umore, sulla nostra vita di relazione.

Proprio quest'ultima è oggetto di uno studio dell'università di Berkeley secondo cui le canoniche otto ore di sonno per notte fanno bene al matrimonio. Il team californiano ha studiato 60 coppie tra i 18 e i 56 anni, che hanno tenuto un diario con le ore di sonno che moglie e marito si sono concessi ogni notte. Sono state anche annotate valutazioni sugli apprezzamenti e i gesti di tenerezza e comprensione che i partner si sono poi scambiati durante il giorno.

Le coppie hanno infine partecipato a un esperimento in cui sono state coinvolte nella risoluzione di alcuni problemi, per valutare il gioco di squadra e dunque l'affiatamento: è emerso che coloro che si concedono la maggiore quantità di riposo sono anche quelli che vanno più d'accordo col partner.

Un altro studio recente, questa volta italiano, ha studiato i meccanismi che regolano il sonno: ricercatori dell'Istituto di tecnologia di Genova hanno scoperto l'"interruttore", ovvero i neuroni, che regolano le onde cerebrali lente prodotte durante il sonno. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Neuroscience.

È stato usato un metodo all'avanguardia, l'optogenetica (tecnica basata sull'utilizzo di proteine sensibili alla luce), ed è stata analizzata una determinata parte del cervello: gli strati profondi della corteccia. «La corteccia cerebrale è una struttura complessa composta da diversi strati ognuno dei quali contiene una quantità innumerevole di neuroni, basti pensare che in una porzione millimetrica sono presenti circa 100.000 cellule - spiega Tommaso Fellin, coordinatore dello studio -. Nella nostra ricerca abbiamo individuato un sottogruppo neuronale situato negli strati profondi della corteccia e abbiamo compreso il suo funzionamento, evidenziandone il ruolo nella regolazione delle onde lente, cioè di una particolare attività elettrica che si registra nel cervello durante il sonno profondo».

Studi recenti hanno dimostrato che le oscillazioni lente nel sonno sono fondamentali nella regolazione delle proprietà elettriche dei neuroni, assicurandone il corretto funzionamento, e nel consolidamento della memoria e nel miglioramento di specifiche capacità cognitive.


 Foto: Vuoi un lungo matrimonio ? Dormi Bene #matrimonio #dormirebene  sonno e matrimonio Dormire bene tutta la notte è un sogno per molti. Giochi di parole a parte, il problema non è di poco conto dato che è nota l'influenza che il buon sonno - o il cattivo sonno - hanno sulla nostra salute, sul nostro umore, sulla nostra vita di relazione.  Proprio quest'ultima è oggetto di uno studio dell'università di Berkeley secondo cui le canoniche otto ore di sonno per notte fanno bene al matrimonio. Il team californiano ha studiato 60 coppie tra i 18 e i 56 anni, che hanno tenuto un diario con le ore di sonno che moglie e marito si sono concessi ogni notte. Sono state anche annotate valutazioni sugli apprezzamenti e i gesti di tenerezza e comprensione che i partner si sono poi scambiati durante il giorno.  Le coppie hanno infine partecipato a un esperimento in cui sono state coinvolte nella risoluzione di alcuni problemi, per valutare il gioco di squadra e dunque l'affiatamento: è emerso che coloro che si concedono la maggiore quantità di riposo sono anche quelli che vanno più d'accordo col partner.  Un altro studio recente, questa volta italiano, ha studiato i meccanismi che regolano il sonno: ricercatori dell'Istituto di tecnologia di Genova hanno scoperto l'"interruttore", ovvero i neuroni, che regolano le onde cerebrali lente prodotte durante il sonno. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Neuroscience.  È stato usato un metodo all'avanguardia, l'optogenetica (tecnica basata sull'utilizzo di proteine sensibili alla luce), ed è stata analizzata una determinata parte del cervello: gli strati profondi della corteccia. «La corteccia cerebrale è una struttura complessa composta da diversi strati ognuno dei quali contiene una quantità innumerevole di neuroni, basti pensare che in una porzione millimetrica sono presenti circa 100.000 cellule - spiega Tommaso Fellin, coordinatore dello studio -. Nella nostra ricerca abbiamo individuato un sottogruppo neuronale situato negli strati profondi della corteccia e abbiamo compreso il suo funzionamento, evidenziandone il ruolo nella regolazione delle onde lente, cioè di una particolare attività elettrica che si registra nel cervello durante il sonno profondo».  Studi recenti hanno dimostrato che le oscillazioni lente nel sonno sono fondamentali nella regolazione delle proprietà elettriche dei neuroni, assicurandone il corretto funzionamento, e nel consolidamento della memoria e nel miglioramento di specifiche capacità cognitive.

Consigli di bellezza per il tuo letto Alcuni consigli utili per le pulizie di primavera

Consigli di bellezza per il tuo letto
Alcuni consigli utili per le pulizie di primavera

#letto #primavera #materasso

A primavera si sente la necessità di aprirsi, di rinfrescare la propria casa, rinnovarla e renderla più bella. La tendenza comune è provvedere a pulizie accurate della casa, all’imbiancatura, alla piccola manutenzione. Una particolare attenzione viene fornita al letto e ad ogni suo angolo. E il materasso?

Quali speciali attenzioni forniamo all’elemento d’arredo che usiamo più ore di ogni altro nella nostra giornata? Il materasso rappresenta senza dubbio il principale strumento di salute e benessere all’interno di casa nostra, sul quale trascorriamo mediamente un terzo della nostra vita.

Consigli di bellezza per il tuo letto

Ripercorriamo un po’ le buone prassi della nonna, sempre utili per coloro i quali dormono ancora su materassi di vecchia generazione, oppure moderni, ma ahimè privi di alcuni preziosi requisiti tecnologici, indispensabili per garantirsi un’elevata qualità del riposo: portare i materassi all’aria aperta, particolarmente in giornate di sole e lasciarli esposti per almeno un’ora per lato (sconsigliabile per i lattici che necessitano di tantissima aerazione, ma non gradiscono l’esposizione diretta al sole).

In caso di macchie, utilizzare prodotti appropriati e lasciare asciugare al sole, ottimo rimedio naturale di evaporazione delle macchie. Un buon aspirapolvere è sempre un ottimo strumento per togliere polvere e tentare di snidare almeno in parte acari e germi, sempre più spesso fonti di allergie e dermatiti e causa di una bassa qualità del riposo.
Riportare il materasso nella camera a sua volta ampiamente arieggiata e ripulita, prestando attenzione che il lato del materasso sia della stagione appropriata.

Consigli di bellezza per il tuo letto

Ecco invece alcuni consigli dedicati in generale a chi deve scegliere un sistema letto d’alta qualità ed a coloro i quali già possiedono un materasso DORMICISU.

scegliere sempre e solo materassi realizzati in materiali altamente traspiranti, protetti da foderoni contenenti efficaci princìpi antimicrobici (come l’argento) ed accertarsi che siano facilmente sfoderabili e lavabili a 60°

aerare bene il materasso tutte le mattine evitando di rifare il letto subito dopo essersi alzati.

aerare naturalmente anche la stanza da letto.

adagiare il materasso su un supporto che ne consenta un’adeguata aerazione. L’ideale è un piano letto a doghe.

lavare a 60° la fodera del materasso periodicamente, con una frequenza variabile a seconda di vari fattori tipo: ambiente più o meno polveroso, sudorazione dell’utilizzatore più o meno abbondante, ecc…

Per eventuali consigli specifici relativi ai prodotti DORMICISU, contattaci ora.
TELEFONO 062593655
EMAIL INFO@DORMICISU.COM
SITO INTERNET WWW.DORMICISU.COM



 Foto: Consigli di bellezza per il tuo letto Alcuni consigli utili per le pulizie di primavera #letto #primavera #materasso  A primavera si sente la necessità di aprirsi, di rinfrescare la propria casa, rinnovarla e renderla più bella. La tendenza comune è provvedere a pulizie accurate della casa, all’imbiancatura, alla piccola manutenzione. Una particolare attenzione viene fornita al letto e ad ogni suo angolo.  E il materasso?  Quali speciali attenzioni forniamo all’elemento d’arredo che usiamo più ore di ogni altro nella nostra giornata? Il materasso rappresenta senza dubbio il principale strumento di salute e benessere all’interno di casa nostra, sul quale trascorriamo mediamente un terzo della nostra vita.  Consigli di bellezza per il tuo letto  Ripercorriamo un po’ le buone prassi della nonna, sempre utili per coloro i quali dormono ancora su materassi di vecchia generazione, oppure moderni, ma ahimè privi di alcuni preziosi requisiti tecnologici, indispensabili per garantirsi un’elevata qualità del riposo: portare i materassi all’aria aperta, particolarmente in giornate di sole e lasciarli esposti per almeno un’ora per lato (sconsigliabile per i lattici che necessitano di tantissima aerazione, ma non gradiscono l’esposizione diretta al sole).  In caso di macchie, utilizzare prodotti appropriati e lasciare asciugare al sole, ottimo rimedio naturale di evaporazione delle macchie. Un buon aspirapolvere è sempre un ottimo strumento per togliere polvere e tentare di snidare almeno in parte acari e germi, sempre più spesso fonti di allergie e dermatiti e causa di una bassa qualità del riposo.  Riportare il materasso nella camera a sua volta ampiamente arieggiata e ripulita, prestando attenzione che il lato del materasso sia della stagione appropriata.  Consigli di bellezza per il tuo letto  Ecco invece alcuni consigli dedicati in generale a chi deve scegliere un sistema letto d’alta qualità ed a coloro i quali già possiedono un materasso DORMICISU.      scegliere sempre e solo materassi realizzati in materiali altamente traspiranti, protetti da foderoni contenenti efficaci princìpi antimicrobici (come l’argento) ed accertarsi che siano facilmente sfoderabili e lavabili a 60°     aerare bene il materasso tutte le mattine evitando di rifare il letto subito dopo essersi alzati.      aerare naturalmente anche la stanza da letto.      adagiare il materasso su un supporto che ne consenta un’adeguata aerazione. L’ideale è un piano letto a doghe.      lavare a 60° la fodera del materasso periodicamente, con una frequenza variabile a seconda di vari fattori tipo: ambiente più o meno polveroso, sudorazione dell’utilizzatore più o meno abbondante, ecc…  Per eventuali consigli specifici relativi ai prodotti DORMICISU, contattaci ora. TELEFONO 062593655 EMAIL  INFO@DORMICISU.COM SITO INTERNET WWW.DORMICISU.COM

Meno sonno per i trentenni

Meno sonno per i trentenni
#sonno #insonnia #insonniapsicofisiologica

La capacità di dormire si sta sempre di più riducendo negli anni e ciò è dovuto anche all’insonnia psicofisiologica.

Negli ultimi decenni l’azione quotidiana del dormire è molto cambiata, giacché il sonno è andato man mano diminuendo, passando addirittura da 9,5 ore di sonno in media negli anni Ottanta fino a 7,5 ore di sonno ai giorni nostri. Ma non è tutto, poiché sembra che le persone di età compresa tra i 25 ed 45 anni, dal 2000 ad oggi, hanno perso ben 1 ora di sonno, a causa della scarsa qualità delle proprie notti.

Ciò è dovuto anche all’insonnia psicofisiologica che porta l’uomo a non trovare il sonno e, conseguentemente, a trascorrere una notte per nulla tranquilla. La conseguenza diretta delle ore di sonno in meno si tramuta in stress, stanchezza fisica e calo dell’attenzione, facendo diminuire la propria resa nelle attività, ma anche aumentando il rischi degli incidenti.

Questi, però, non sono gli unici problemi: infatti, può esserci anche un problema connesso al peso con il rischio di mettere su alcuni chili, a causa della minore produzione di leptina, l’ormone che abbassa l’istinto della fame.

Tra i problemi fondamentali che possono, contribuire ad una diminuzione delle ore di sonno, vediamo lo stress per il lavoro e le preoccupazioni, quali i problemi dei soldi e dei pagamenti da fare. Ma le preoccupazioni che possono non far dormire sono anche quelle connesse alle questioni familiari e con il proprio partner. Il sonno, infine, può esser disturbato anche dal proprio compagno di letto che si muovo troppo o russa.


 Foto: Meno sonno per i trentenni  #sonno #insonnia #insonniapsicofisiologica  La capacità di dormire si sta sempre di più riducendo negli anni e ciò è dovuto anche all’insonnia psicofisiologica.  Negli ultimi decenni l’azione quotidiana del dormire è molto cambiata, giacché il sonno è andato man mano diminuendo, passando addirittura da 9,5 ore di sonno in media negli anni Ottanta fino a 7,5 ore di sonno ai giorni nostri. Ma non è tutto, poiché sembra che le persone di età compresa tra i 25 ed 45 anni, dal 2000 ad oggi, hanno perso ben 1 ora di sonno, a causa della scarsa qualità delle proprie notti.  Ciò è dovuto anche all’insonnia psicofisiologica che porta l’uomo a non trovare il sonno e, conseguentemente, a trascorrere una notte per nulla tranquilla. La conseguenza diretta delle ore di sonno in meno si tramuta in stress, stanchezza fisica e calo dell’attenzione, facendo diminuire la propria resa nelle attività, ma anche aumentando il rischi degli incidenti.  Questi, però, non sono gli unici problemi: infatti, può esserci anche un problema connesso al peso con il rischio di mettere su alcuni chili, a causa della minore produzione di leptina, l’ormone che abbassa l’istinto della fame.  Tra i problemi fondamentali che possono, contribuire ad una diminuzione delle ore di sonno, vediamo lo stress per il lavoro e le preoccupazioni, quali i problemi dei soldi e dei pagamenti da fare.  Ma le preoccupazioni che possono non far dormire sono anche quelle connesse alle questioni familiari e con il proprio partner. Il sonno, infine, può esser disturbato anche dal proprio compagno di letto che si muovo troppo o russa.

DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI

DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI
#insonnia #bambino #sonno

Rimaniamo sul tema dell’ultimo articolo: ovvero il sonno dei bimbi, passando però dai neonati a quelli un pochino più grandi (in particolare fino al terzo anno d’età).

In particolare però è bene distinguere tra normale sonno fisiologico dei bambini (che è diverso da quello degli adulti) e i veri e propri disturbi del sonno.

Sul sonno dei bambini, infatti, nei primi anni di vita si concentra la maggior parte dei discorsi dei genitori, che con aria rassegnata lamentano le molte nottate in bianco, con conseguenti consigli di amici e familiari.
In realtà non si può consigliare nulla, poiché i bimbi fino ai 3 anni hanno dall’80% al 50% di sonno leggero, e l’alternanza delle fasi di sonno REM e NREM avviene ogni 60 minuti circa. Ciò significa che attraversano ogni ora una fase di vulnerabilità in cui possono risvegliarsi con maggiore facilità perché non sanno ancora bloccare gli stimoli esterni che provocano il risveglio.

Per quanto riguarda i disturbi del sonno veri e propri, in genere nei bambini si hanno disturbi dell’addormentamento (la classica lotta “ancora cinque minuti”).
Studi condotti in Germania rivelano che a 56 mesi il 12% dei bambini ha dei problemi ad addormentarsi, mentre il sonnambulismo e gli attacchi di paura durante la notte invece vengono riportati dai genitori solo nel 14% dei casi.
Il bambino non si addormenta alle ore e con le modalità richieste, non accetta di stare in un letto e in una camera separati, spesso crolla a un certo punto per il sonno ma al primo risveglio notturno migra nel letto dei genitori e resiste strenuamente ai tentativi spesso disperati di questi ultimi.
Le cause possono essere essenzialmente di due tipi:

una educativa, ambientale: non si dà eccessiva importanza a regole educative e limiti e segue la via più semplice e meno conflittuale di lasciare che il bambino faccia come vuole.
una individuale del bambino: il bambino non ha maturato una sicurezza sufficiente per affrontare la fase di separazione. Di solito i due aspetti sono variamente mescolati.

In questi casi i genitori dovrebbero prendere seriamente questi disturbi e cercare delle soluzioni, ad esempio:

trasmettere al bambino sicurezza anche durante il giorno: i bambini che durante il giorno ricevono sufficiente affetto dai genitori tendono a svegliarsi meno la notte per richiamare l’attenzione.
installare una luce per la notte che il bambino può accendere e spegnere da solo.
leggere al bambino una storia che tratta di un bambino che ha paura di addormentarsi di modo che il bambino si può confrontare con un’altra persona e provare le soluzioni proposte nei racconti.
in caso di incubi farsi raccontare il sogno e consolare il bambino lo aiutano molto.


 Foto: DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI #insonnia #bambino #sonno  Rimaniamo sul tema dell’ultimo articolo: ovvero il sonno dei bimbi, passando però dai neonati a quelli un pochino più grandi (in particolare fino al terzo anno d’età).  In particolare però è bene distinguere tra normale sonno fisiologico dei bambini (che è diverso da quello degli adulti) e i veri e propri disturbi del sonno.  Sul sonno dei bambini, infatti, nei primi anni di vita si concentra la maggior parte dei discorsi dei genitori, che con aria rassegnata lamentano le molte nottate in bianco, con conseguenti consigli di amici e familiari. In realtà non si può consigliare nulla, poiché i bimbi fino ai 3 anni hanno dall’80% al 50% di sonno leggero, e l’alternanza delle fasi di sonno REM e NREM avviene ogni 60 minuti circa. Ciò significa che attraversano ogni ora una fase di vulnerabilità in cui possono risvegliarsi con maggiore facilità perché non sanno ancora bloccare gli stimoli esterni che provocano il risveglio.  Per quanto riguarda i disturbi del sonno veri e propri, in genere nei bambini si hanno disturbi dell’addormentamento (la classica lotta “ancora cinque minuti”). Studi condotti in Germania rivelano che a 56 mesi il 12% dei bambini ha dei problemi ad addormentarsi, mentre il sonnambulismo e gli attacchi di paura durante la notte invece vengono riportati dai genitori solo nel 14% dei casi. Il bambino non si addormenta alle ore e con le modalità richieste, non accetta di stare in un letto e in una camera separati, spesso crolla a un certo punto per il sonno ma al primo risveglio notturno migra nel letto dei genitori e resiste strenuamente ai tentativi spesso disperati di questi ultimi. Le cause possono essere essenzialmente di due tipi:      una educativa, ambientale: non si dà eccessiva importanza a regole educative e limiti e segue la via più semplice e meno conflittuale di lasciare che il bambino faccia come vuole.     una individuale del bambino: il bambino non ha maturato una sicurezza sufficiente per affrontare la fase di separazione. Di solito i due aspetti sono variamente mescolati.  In questi casi i genitori dovrebbero prendere seriamente questi disturbi e cercare delle soluzioni, ad esempio:      trasmettere al bambino sicurezza anche durante il giorno: i bambini che durante il giorno ricevono sufficiente affetto dai genitori tendono a svegliarsi meno la notte per richiamare l’attenzione.     installare una luce per la notte che il bambino può accendere e spegnere da solo.     leggere al bambino una storia che tratta di un bambino che ha paura di addormentarsi di modo che il bambino si può confrontare con un’altra persona e provare le soluzioni proposte nei racconti.     in caso di incubi farsi raccontare il sogno e consolare il bambino lo aiutano molto.
Primavera: è allergia per un italiano su sei
#primavera #alergia

Con l’arrivo della primavera inizia a farsi sentire la rinite allergica, una patologia infiammatoria a carico della mucosa nasale che colpisce un italiano su sei.

Questa patologia è in crescita e ha un impatto diretto sulla qualità della vita di chi ne soffre; il quadro è spesso aggravato dalla frequente associazione con l’asma bronchiale. Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15 ed il 25%, mentre in Italia ne è colpita una persona su sei. Si stimano diversi casi di mancata diagnosi, a causa della tendenza delle persone affette a non considerarla una patologia vera e propria. I pazienti ricorrono spesso all’autodiagnosi e si gestiscono autonomamente; solo un paziente su tre infatti si rivolge al medico. La rinite allergica grava su occhi e naso, peggiorando la qualità di vita e compromettendo la capacità di studio, di lavoro, di vita all'aperto.

Spiega il professor Angelo Camaioni, Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria: «Arrivare a una corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile. Le figure a cui il paziente è invitato a rivolgersi sono in prima battuta il medico, poi allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra. I reparti di otorinolaringoiatria in Italia infatti, hanno una diffusione molto capillare sul territorio e possono fornire un presidio di grande utilità per il paziente. La nostra visita può anche verificare le comorbidità di interesse diretto quali a esempio: otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale».
Con l’arrivo della bella stagione almeno il 10% degli italiani è alle prese con le allergie respiratorie: starnuti, prurito, arrossamento degli occhi, lacrimazione, respiro affannoso, asma.

L’allergologo Domenico Schiavino, direttore del Servizio di Allergologia del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma spiega: «Quest’anno il tempo è stato particolarmente anomalo. Gli alberi, soprattutto cipresso, nocciolo, pino, hanno impollinato già a febbraio e lo stanno rifacendo recuperando il tempo perduto dopo quel mese di freddo e neve. A marzo in genere chi è allergico a questi tipi di pollini è già uscito dal tunnel, quest’anno non è così, ha sofferto a febbraio e soffre ora. Il prevedibile repentino aumento della temperatura, la presenza di vento e il clima secco saranno i segnali di allarme rosso per la diffusione nell'aria dei granuli pollinici: dapprima delle erbacee, poi soprattutto le graminacee. Nel periodo estivo, invece, occhio a parietaria e alternaria: come i soggetti allergici hanno già sperimentato sulla propria pelle le spore di alternaria e il polline di parietaria sono abbondantemente presenti nell'atmosfera durante il periodo estivo.

Per chi soffre di allergia ci sono gli antistaminici, ma sono solo sintomatici, non curano il problema. In questa fase dell'anno i soggetti allergici ai pollini possono ricorrere solo a terapie farmacologiche sintomatiche con antistaminici, antileucotrienici, cortisonici nasali e eventualmente cortisonici inalatori e broncodilatatori.
L'unica terapia eziologica però, cioè l'unica terapia in grado di eliminare il problema alla radice, e di modificare la storia naturale della patologia, consiste nell'indurre uno stato di tolleranza nei confronti del polline. L’immunoterapia specifica, comunemente detta vaccino, è fondamentale per risolvere un problema, non dimentichiamolo, che se non trattato può portare complicanze come l’asma bronchiale, la sinusite, poliposi nasali. Noi dopo un anno di osservazione forniamo il trattamento desensibilizzante, che va somministrato con un certo anticipo, diciamo all’inizio dell’anno, per essere efficace in primavera. Fino a pochi anni fa si faceva tramite punture, che potevano provocare reazioni, oggi invece si stanno diffondendo anche vaccini in gocce o compresse da assorbire sotto la lingua, che si possono assumere a casa. Il vaccino va iniziato prima della stagione pollinica e per avere risultati evidenti va protratto per 3-5 anni, ma la sospensione del trattamento va valutata caso per caso. Può essere utilizzato da tutti, fermo restando che si può essere allergici a più tipologie di polline, anche sei o sette, e allora vaccinarsi è più complicato».

I cambiamenti climatici che hanno investito anche il nostro Paese hanno conseguenze dirette sulla salute; si osserva infatti un aumentato rischio di allergie respiratorie a causa del mutamento del normale andamento delle stagioni. A lanciare l'allarme, il nuovo Atlante su clima e salute pubblicato dall'Organizzazione mondiale per la salute (Oms) e dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).

In gran parte dell'Europa la stagione della crescita di diversi alberi e piante comincia prima e termina più tardi rispetto a una ventina di anni fa. Come spiega Bettina Menne, responsabile del programma Cambiamento climatico e salute dell'Oms-Europa: «Osserviamo che la manifestazione di alcune allergie respiratorie si verifica prima e dura più a lungo. Prima le stagioni erano più marcate, mentre oggi si passa più facilmente dal caldo al freddo, che però è meno rigido rispetto al passato».

Le variazioni climatiche favoriscono maggiori fioriture per le piante, con conseguenti ondate di pollini. Alle allergie respiratorie che si riscontrano ormai tutto l’anno si aggiunge l’Ambrosia artemisiifolia, che ha provocato problemi in Nord Italia. L’esperta spiega che è una delle piante che si sta diffondendo in Europa e ha un impatto su riniti allergiche e asma. Può aumentare la frequenza di attacchi di asma nei soggetti che ne soffrono e far diventare asmatici i soggetti predisposti.

A incrementare il rischio di malattie respiratorie si pensa l'inquinamento da particolato e ozono: «Il clima influenza la concentrazione e la presenza degli inquinanti e il particolato già uccide 349.000 persone ogni anno in Europa. Incide a livello respiratorio e cardiologico, nella predisposizione all'infarto». A preoccupare anche i nuovi sviluppi di malattie emergenti, a causa del clima: «Quest'anno ci sono stati casi di malaria in Grecia e di febbre di dengue in Portogallo, nell'isola di Madera. È importante ricordarlo. Gli allarmi lanciati anche dieci anni fa sull'insorgenza di malattie infettive in parte si stanno realizzando: la chikungunya è stata registrata anche in Italia. È fondamentale rafforzare i sistemi di allarme e la collaborazione fra il servizio sanitario e quello meteo».


 Foto: Primavera: è allergia per un italiano su sei #primavera #alergia   Con l’arrivo della primavera inizia a farsi sentire la rinite allergica, una patologia infiammatoria a carico della mucosa nasale che colpisce un italiano su sei.  Questa patologia è in crescita e ha un impatto diretto sulla qualità della vita di chi ne soffre; il quadro è spesso aggravato dalla frequente associazione con l’asma bronchiale. Nella popolazione mondiale la prevalenza della rinite allergica è stimata tra il 15 ed il 25%, mentre in Italia ne è colpita una persona su sei. Si stimano diversi casi di mancata diagnosi, a causa della tendenza delle persone affette a non considerarla una patologia vera e propria. I pazienti ricorrono spesso all’autodiagnosi e si gestiscono autonomamente; solo un paziente su tre infatti si rivolge al medico. La rinite allergica grava su occhi e naso, peggiorando la qualità di vita e compromettendo la capacità di studio, di lavoro, di vita all'aperto.  Spiega il professor Angelo Camaioni, Presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria: «Arrivare a una corretta diagnosi di rinite allergica non è difficile. Le figure a cui il paziente è invitato a rivolgersi sono in prima battuta il medico, poi allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra. I reparti di otorinolaringoiatria in Italia infatti, hanno una diffusione molto capillare sul territorio e possono fornire un presidio di grande utilità per il paziente. La nostra visita può anche verificare le comorbidità di interesse diretto quali a esempio: otiti, poliposi nasale, rinosinusiti, disturbi del sonno e la sindrome rinobronchiale». Con l’arrivo della bella stagione almeno il 10% degli italiani è alle prese con le allergie respiratorie: starnuti, prurito, arrossamento degli occhi, lacrimazione, respiro affannoso, asma.  L’allergologo Domenico Schiavino, direttore del Servizio di Allergologia del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma spiega: «Quest’anno il tempo è stato particolarmente anomalo. Gli alberi, soprattutto cipresso, nocciolo, pino, hanno impollinato già a febbraio e lo stanno rifacendo recuperando il tempo perduto dopo quel mese di freddo e neve. A marzo in genere chi è allergico a questi tipi di pollini è già uscito dal tunnel, quest’anno non è così, ha sofferto a febbraio e soffre ora. Il prevedibile repentino aumento della temperatura, la presenza di vento e il clima secco saranno i segnali di allarme rosso per la diffusione nell'aria dei granuli pollinici: dapprima delle erbacee, poi soprattutto le graminacee. Nel periodo estivo, invece, occhio a parietaria e alternaria: come i soggetti allergici hanno già sperimentato sulla propria pelle le spore di alternaria e il polline di parietaria sono abbondantemente presenti nell'atmosfera durante il periodo estivo.  Per chi soffre di allergia ci sono gli antistaminici, ma sono solo sintomatici, non curano il problema. In questa fase dell'anno i soggetti allergici ai pollini possono ricorrere solo a terapie farmacologiche sintomatiche con antistaminici, antileucotrienici, cortisonici nasali e eventualmente cortisonici inalatori e broncodilatatori.  L'unica terapia eziologica però, cioè l'unica terapia in grado di eliminare il problema alla radice, e di modificare la storia naturale della patologia, consiste nell'indurre uno stato di tolleranza nei confronti del polline. L’immunoterapia specifica, comunemente detta vaccino, è fondamentale per risolvere un problema, non dimentichiamolo, che se non trattato può portare complicanze come l’asma bronchiale, la sinusite, poliposi nasali. Noi dopo un anno di osservazione forniamo il trattamento desensibilizzante, che va somministrato con un certo anticipo, diciamo all’inizio dell’anno, per essere efficace in primavera. Fino a pochi anni fa si faceva tramite punture, che potevano provocare reazioni, oggi invece si stanno diffondendo anche vaccini in gocce o compresse da assorbire sotto la lingua, che si possono assumere a casa. Il vaccino va iniziato prima della stagione pollinica e per avere risultati evidenti va protratto per 3-5 anni, ma la sospensione del trattamento va valutata caso per caso. Può essere utilizzato da tutti, fermo restando che si può essere allergici a più tipologie di polline, anche sei o sette, e allora vaccinarsi è più complicato».  I cambiamenti climatici che hanno investito anche il nostro Paese hanno conseguenze dirette sulla salute; si osserva infatti un aumentato rischio di allergie respiratorie a causa del mutamento del normale andamento delle stagioni. A lanciare l'allarme, il nuovo Atlante su clima e salute pubblicato dall'Organizzazione mondiale per la salute (Oms) e dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm).  In gran parte dell'Europa la stagione della crescita di diversi alberi e piante comincia prima e termina più tardi rispetto a una ventina di anni fa. Come spiega Bettina Menne, responsabile del programma Cambiamento climatico e salute dell'Oms-Europa: «Osserviamo che la manifestazione di alcune allergie respiratorie si verifica prima e dura più a lungo. Prima le stagioni erano più marcate, mentre oggi si passa più facilmente dal caldo al freddo, che però è meno rigido rispetto al passato».  Le variazioni climatiche favoriscono maggiori fioriture per le piante, con conseguenti ondate di pollini. Alle allergie respiratorie che si riscontrano ormai tutto l’anno si aggiunge l’Ambrosia artemisiifolia, che ha provocato problemi in Nord Italia. L’esperta spiega che è una delle piante che si sta diffondendo in Europa e ha un impatto su riniti allergiche e asma. Può aumentare la frequenza di attacchi di asma nei soggetti che ne soffrono e far diventare asmatici i soggetti predisposti.  A incrementare il rischio di malattie respiratorie si pensa l'inquinamento da particolato e ozono: «Il clima influenza la concentrazione e la presenza degli inquinanti e il particolato già uccide 349.000 persone ogni anno in Europa. Incide a livello respiratorio e cardiologico, nella predisposizione all'infarto». A preoccupare anche i nuovi sviluppi di malattie emergenti, a causa del clima: «Quest'anno ci sono stati casi di malaria in Grecia e di febbre di dengue in Portogallo, nell'isola di Madera. È importante ricordarlo. Gli allarmi lanciati anche dieci anni fa sull'insorgenza di malattie infettive in parte si stanno realizzando: la chikungunya è stata registrata anche in Italia. È fondamentale rafforzare i sistemi di allarme e la collaborazione fra il servizio sanitario e quello meteo».