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Sonno, abbiamo perso le buone abitudini: ecco il decalogo
Se dormiamo male, il giorno siamo fiacchi, irritabili e scarsamente produttivi.
E rischiamo di ammalarci. Un buon riposo garantisce un rendimento all’altezza
Immaginate di avere due cervelli. Uno è per la veglia, l’altro per il sonno. Si influenzano reciprocamente e si condizionano. Se dormiamo male, il giorno siamo fiacchi, irritabili e scarsamente produttivi. E rischiamo di ammalarci. Un buon riposo invece garantisce un rendimento all’altezza della situazione. Come proteggere un’attività indispensabile per tutti gli esseri viventi? «La società sta perdendo il sonno. Il problema è che gli italiani non sono più capaci di dormire. Sono maleducati», sintetizza Pierluigi Innocenti, presidente dell’Associazione Assirem, nata per dare risposte scientifiche e svolgere un’opera di sensibilizzazione. Maleducati a letto? Proprio così. Le buone abitudini si sono perdute per strada di pari passo con il cambiamento degli stili di vita, soprattutto fra i giovani. Ecco allora un decalogo, divulgato anche in occasione di un corso specifico che si è tenuto presso il centro congressi dell’istituto Santa Lucia a Roma.
Le buone regole
Prima regola, l’attività sportiva deve anticipare di almeno 4-6 ore il momento di coricarsi e lo stesso vale per l’assunzione di alcolici e caffè (o tè, cioccolata, bevande con caffeina). Bisogna mangiare se possibile più o meno alla stessa ora evitando la sera pasti troppo calorici o comunque abbondanti, ricchi di proteine (carne-pesce). No all’estremo opposto, il digiuno. Per conciliare il sonno, consigliata banana, mela o bicchiere di latte caldo. E ancora. Evitare sonnellini durante il giorno, massimo 30-40 minuti all’inizio del pomeriggio. Niente fumo, perché il tabacco è un eccitante. Gli esperti richiamano l’attenzione su un accorgimento molto importante. La luce eccessiva, emessa da computer, smartphone, tablet, inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che armonizza il ciclo sonno-veglia. Innocenti raccomanda poi di non usare la camera da letto per usi diversi da quelli per cui esiste un determinato spazio nella casa: «Dunque non bisogna neppure mangiare né lavorare. La scelta del materasso deve essere accurata e così cuscino e lenzuola. Da evitare i tessuti che possono dare allergia».
Insonnia a apnee notturne
La temperatura giusta è di 18-20 gradi in ogni stagione. E se, una volta sdraiati, Morfeo non arriva? Anziché insistere, meglio alzarsi, andare in un’altra stanza e restare svegli finché gli occhi cominciano a chiudersi. Se anche dopo non va, ripetere il rito. Fenomeno diffuso l’insonnia. Ne soffre il 10-15% degli italiani in forma cronica. Apnee notturne interessano 1 milione e 600mila persone, solo un terzo sono in cura. Nel corso degli anni abbiamo perduto da 1,5 a 2 ore di sonno e questo per i giovani è un problema, a prescindere dalla facilità con cui si addormentano. È provato che se non hanno una buona qualità di sonno a scuola e nello studio tradiscono scarsa concentrazione e rendimento.

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