10 consigli utili per ricordare i sogni
#dormire #sogni #sognare #benessere
Vi sarà capitato più di una volta di essere svegliati nel mezzo di un bel sogno e di non ricordare quasi nessun dettaglio dopo un paio di minuti. Il suono della sveglia talvolta può rovinare la magia e impedirvi di ricordare i sogni. Esistono alcuni trucchi che possono aiutarvi a raggiungere il vostro obiettivo.
Riuscire a ricordare i propri sogni richiede metodo e allenamento. Dal risveglio al momento di uscire di casa, altrimenti, i sogni si trasformano in un ricordo molto lontano e non sareste in grado di raccontarli a chi incontrerete, fatto salvo per qualche dettaglio particolare. Dimentichiamo molti più sogni rispetto a quanti ne possiamo ricordare. Proviamo ad alleviare l'amnesia al risveglio con qualche stratagemma.
1) Presa di coscienza
Per riuscire a ricordare i vostri sogni dovreste prima di tutto esprimere la volontà nel raggiungere il vostro obiettivo. Prima di addormentarvi dite a voi stessi che al risveglio vorrete ricordare i sogni per aiutare il vostro cervello ad entrare nella giusta predisposizione e ad aiutarvi a ricordare i sogni quando vi sveglierete.
2) Focalizzazione
Ogni sera prima di andare a dormire prendetevi qualche minuto di tempo per pensare in tranquillità a ciò che vorreste sognare. Questa tecnica permette di accrescere la possibilità che
sognerete proprio ciò che vorrete. Dunque al risveglio sarà più semplice ricordare il tutto e ricollegare il sogno al desiderio espresso.
3) Accettazione
Alcune persone vorrebbero ricordare i propri sogni ma nello stesso tempo sono in lotta con questo stesso desiderio. Dunque respingono i sogni e cercano in realtà di dimenticarli. Al risveglio non ricordano nulla e non vorrebbero mai fare brutti sogni. Ma il mondo onirico spesso ci invia proprio i messaggi di cui abbiamo bisogno. Dunque dovreste provare ad accettare i propri sogni senza timore così da poterli ricordare e eventualmente analizzare o interpretare.
4) Superare le paure
Affrontare le paure, anche quando sono legate ai propri sogni, può essere d'aiuto per permettere al nostro cervello di predisporsi al ricordo dei sogni. A volte ci si può ritrovare nel mezzo di incubi spaventosi con il desiderio di svegliarsi all'improvviso. Le paure che si manifestano nei sogni possono riflettere alcuni aspetti della nostra vita reale. Potrebbe essere utile impegnarsi a ricordare i sogni per individuare e approfondire questi collegamenti.
5) Annotare i sogni
E' probabilmente il consiglio migliore e la tecnica più efficace per ricordare i sogni. Si tratta di appuntarli subito appena svegli. L'ideale sarebbe tenere un diario dei sogni, un quaderno con una penna sul comodino per scrivere tutto subito. Bastano pochi minuti per dimenticare i sogni, quindi appuntateli immediatamente, mentre sono ancora freschi nella vostra mente. Scrivete prima che immagini e ricordi svaniscano.
6) Inventare sogni
Per aiutare la mente a ricordare i vostri sogni provate ad inventarne uno e a prenderne nota. Partite da una situazione legata alla vostra vita quotidiana e trasformatela con i vostri pensieri in un sogno. Aggiungete numerosi dettagli legati al luogo, all'abbigliamento, alle azioni compiute. Create le immagini nella vostra mente e poi cercate di ricordare il vostro universo personale e di prenderne nota come se si trattasse di un sogno.
7) Svegliarsi naturalmente
Il suono della sveglia potrebbe interrompere un sogno e condurci a dimenticarlo completamente in pochi secondi. Per esercitarvi a ricordare i sogni scegliete una giornata in cui non avete bisogni di puntare la sveglia e in cui vi potrete dunque svegliare naturalmente. Potrete approfittare anche dei pisolini pomeridiani più lunghi del solito, quando il cervello riesce comunque ad entrare nella fase REM. Riconoscete i momenti in cui vi accorgete di sognare meglio e sceglieteli per esercitarvi a ricordare i sogni.
8) Preparare il corpo
Preparare la mente a ricordare i sogni è molto importante, ma lo è anche preparare il corpo. Secondo la dott.ssa Patricia Garfield, la posizione del corpo durante i sogni è essenziale per ricordarli. Ad esempio, se vi rendete conto che di solito vi addormentate distesi sul lato destro ma che quando vi svegliate sul lato sinistro non riuscite a ricordare i vostri sogni, sdraiatevi nella posizione abituale in cui sapete di addormentarvi e sognare. Questo tratagemma potrebbe aiutarvi a ricordare meglio i sogni appena dopo il risveglio.
9) Visualizzazione
Anche durante il giorno potete allenarvi a ricordare i sogni, grazie alla visualizzazione. Potrebbe esservi utile visualizzare voi stessi mentre riuscite a ricordare un sogno e prendete nota dei dettagli che lo compongono sul vostro quaderno dei sogni. Potrebbe anche esservi utile scegliere momenti precisi della giornata in cui dedicarvi a questa breve visualizzazione. Ad esempio quando vi guardate allo specchio o appena prima di scendere dall'auto. Dovrebbero bastare pochi minuti inseriti in un impegno costante a raggiungere l'obiettivo di ricordare i sogni.
10) Meditazione
La meditazione, svolta in modo corretto e con l'aiuto di una guida, è benefica per la salute, favorisce il buon sonno e può essere d'aiuto per ricordare i sogni. Potrebbe aiutarvi a scoprire qualcosa di voi stessi che ancora non conoscete e ad indagare il vostro lato interiore. La meditazione può essere legata, infine, ai sogni lucidi, quei sogni in cui si può prendere coscienza del fatto di stare sognando e magari riuscire ad esplorare e modificare a piacere il proprio sogno.
http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/14663-ricordare-i-sogni-consigli
Alcol e disturbi del sonno, esiste un legame?
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Perché un bicchiere prima di andare a letto ci illude di dormire meglio, e perché non è vero: la risposta è nei livelli di epinefrina.
Una serata fuori con gli amici, una cena con qualche bicchiere di vino in più rispetto al solito, e ci sentiamo subito più rilassati e in grado di andare serenamente a dormire. Poi però il sonno viene disturbato e non riusciamo a riposare in modo tranquillo, svegliandoci più stanchi di prima. Cosa succede? Perché l'effetto disinibente e rilassante dell'alcol non ha funzionato?
La risposta sta nel livello di epinefrina (o adrenalina), l'ormone prodotto naturalmente dal nostro corpo che stimola la reattività dell'organismo e può causare un aumento della frequenza cardiaca: quando ingeriamo dell'alcol, sulle prime subiamo l'effetto rilassante e ci sembra di poter dormire da un momento all'altro, ma passato qualche tempo il corpo reagisce alla rilassatezza producendo più adrenalina. Non in quantitativi esagerati, ma sufficienti naturalmente a causare disturbi nel sonno, perché ci si può svegliare in preda alla tachicardia. Insomma, non ci si riposa a sufficienza
Il legame tra alcol e disturbi del sonno è visibile anche in molti casi di insonnia, circa il 10% di quelli conclamati, soprattutto se associato a cene pantagrueliche o all'ingestione di cibi che possono favorire l'insorgenza dell'insonnia; il problema del consumo di alcol prima di andare a dormire sta anche nell'eccessivo rilassamento dei muscoli, anche quelli respiratori, e questo può portare alle apnee notturne e problemi di respirazione nel corso della notte. Inoltre il consumo di alcol può portare a doversi alzare per lo stimolo di urinare, rovinando la qualità del sonno.
Come evitare questi problemi di sonno senza negarsi il piacere di un bicchiere di vino a cena? Compensando con moltissima acqua, ovvero l'unico liquido in grado di apportare energia al corpo e contrastare l'effetto affaticante dell'alcol. Meglio ricordarsi di consumare comunque attorno al litro e mezzo di acqua al giorno e aumentare la dose in caso si voglia bere un bicchiere di vino in più nel corso di una serata.
http://www.benessereblog.it/post/120864/alcol-e-disturbi-del-sonno-esiste-un-legame
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Bonus mobili, c'è la proroga per il 2015
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La legge di stabilità ha confermato la detrazione Irpef pari al 50% per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe energetica avanzata finalizzati all'arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
Il Ddl di stabilità proroga di un anno il bonus mobili, la misura introdotta nel 2013 che consente la detrazione Irpef del 50%, su una spesa massima di 10 mila euro ripartita in 10 anni, per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici. I requisiti per la sua fruizione restano gli stessi. Presupposto per il beneficio è, infatti, l'aver già effettuato un intervento di ristrutturazione e precisamente un intervento di:
- manutenzione straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di ristrutturazione edilizia, sia sulle parti comuni di edificio residenziale sia sulle singole unità immobiliari residenziali;
- manutenzione ordinaria sulle parti comuni di edificio residenziale; interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell'immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi, anche se non rientranti nelle categorie precedenti (in località con dichiarato stato di emergenza);
- restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia di interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione, ristrutturazione e da cooperative edilizie (a determinate condizioni).
Per la detrazione è indispensabile che la data di inizio lavori sia anteriore a quella in cui sono sostenute le spese per l'acquisto dei mobili: non è invece necessario, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l'arredo dell'abitazione.
Le spese per questi interventi devono essere state sostenute a partire dal 6 giugno 2013 e fino al 31/12/2014. La data di avvio dei lavori va dimostrata con eventuali abilitazioni amministrative o tramite dichiarazione sostitutiva di atto notorio. L'acquisto di mobili/elettrodomestici è agevolabile anche se i beni sono destinati ad arredare un ambiente diverso di quello oggetto di intervento edilizia.
La detrazione spetta per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014 per l'acquisto di mobili nuovi (tra questi, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione). E per l'acquisto di grandi elettrodomestici nuovi di classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni), per le apparecchiature per le quali sia prevista l'etichetta energetica.
Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento. Nell'importo delle spese sostenute possono essere considerate anche le spese di trasporto e di montaggio dei beni acquistati.
Leggi Tutto: http://www.pensionioggi.it/notizie/fisco/bonus-mobili-c-e-la-proroga-per-il-2015-55678#ixzz3HRC6Pomg
Combattere il mal di schiena con il materasso giusto
#MALDISCHIENA #MATERASSO #SALUTE #BENESSERE #ORTOPEDICO #MEMORYFOAM
Riposare al meglio, per affrontare al top della forma anche le giornate più frenetiche: dormire è una delle attività che coinvolge maggiormente il tempo di un individuo, una fase essenziale della giornata in cui concedersi il meritato relax e dare il tempo al corpo di scaricare lo stress e recuperare le energie necessarie per affrontare, di nuovo, la giungla metropolitana.
Nonostante il bisogno fisiologico di dormire ci porti spesso ad addormentarci nei posti più impensabili (basti pensare al vicino di treno durante il tragitto di ritorno a casa), sorgono spesso delle problematiche che non permettono di godere a pieno di tutte le fasi del sonno: oltre a disturbi del sonno quali Pavor Nocturnus e sonnambulismo, anche il mal di schiena diventa spesso protagonista di notti insonni.
Il mal di schiena viene spesso etichettato dagli esperti del settore come “il male degli italiani”: si tratta spesso di situazioni croniche, che quindi necessitano delle dovute attenzioni. L’ernia del disco ad esempio colpisce 2,5 italiani su 100 e la fascia d’età coinvolta è davvero ampia: i primi problemi possono iniziare attorno ai 20 anni e protrarsi fino alla vecchiaia, soprattutto quando i piccoli dolori non destano la necessaria preoccupazione.
I dolori alla schiena sono essenzialmente legati a numerose attività quotidiane, tra le quali troviamo naturalmente i cosiddetti “nuovi lavori”, che legano sempre più persone alla scrivania, sedute davanti a un pc per circa 8-9 ore. Come ovviare a queste situazioni? In alcuni casi la sedia può diventare una preziosa alleata per combattere i tanto odiati dolori: esistono esercizi creati appositamente da praticare alla scrivania, per spezzare la routine fisica di una giornata sedentaria e rilassare collo, spalle, gambe e busto.
Anche il mondo delle tisane e degli infusi cerca di intervenire con cure naturali: lo zenzero ad esempio è perfetto per preparare un decotto dalle proprietà antinfiammatorie, mentre facendo essiccare i fiori di sambuco si può realizzare una tisana rilassante, consigliata soprattutto per la cura di reumatismi.
Esercizio fisico durante il giorno, tisane e anche corsi di automassaggio: conoscere il proprio corpo è essenziale per riconoscere ogni piccolo problema legato alla tensione accumulata su spalle, collo e zona lombare e nel web si possono trovare video tutorial che spiegano step by step come agire sui punti critici prima di andare a dormire.
“La vita è un male a cui il sonno dà sollievo per otto ore al giorno”
Il francese Sébastien-Roch Nicolas de Chamfort interpretò al meglio il concetto di sonno, enfatizzando l’antagonismo di una vita spesso troppo piena di impegni improrogabili. Nonostante le influenze dell’ambiente e delle situazioni di tutti i giorni siano determinanti per la nostra salute, anche la scelta del materasso ha la capacità di aiutare (o peggiorare) il mal di schiena: come scegliere quindi il materasso più adatto alla propria situazione?
Complici le televendite proposte incessantemente in televisione e il bisogno fondamentale del nostro corpo di ottenere un buon riposo, la scelta del materasso è diventata una delle priorità degli italiani, grazie anche a studi scientifici che hanno confermato lo stretto rapporto tra materasso e dolori alla schiena: se per molti anni ortopedici di tutto il mondo hanno consigliato di dormire su materassi duri, una ricerca pubblicata dal rinomato medical journal “The Lancet” ha spodestato questa tendenza, affermando che il sonno migliore arriva grazie a strutture di media durezza, in grado di adattarsi alle nostre forme senza cadere nella trappola dell’effetto – affossamento.
Una superficie che si adatta perfettamente alle curve naturali della colonna vertebrale, distribuendo in modo omogeneo il peso del corpo: questi materassi spesso comportano una spesa considerevole, ma le 8 ore di media che trascorriamo a letto equivalgono a 1/3 della nostra vita, una porzione di tempo decisamente notevole. Anche il materiale di cui è composto ricopre un ruolo fondamentale: la scelta migliore, ad oggi, è costituita dal lattice, anallergico e traspirante.
E per quanto riguarda le migliori posizioni in cui dormire? Per evitare di risvegliarsi con fastidiosi dolori nella zona lombare e cervicale è bene addormentarsi supini (a pancia in su) o su un fianco (a patto che le gambe siano ben stese, senza rannicchiarsi). Dormire a pancia in giù invece è una della abitudini da evitare assolutamente: se proprio non riuscite a farne a meno sarebbe meglio avere sempre un cuscino al di sotto del bacino, per ridurre lo sforzo lombare a cui si sottopone la schiena in quella posizione.
Come in ogni situazione, il massimo benessere è determinato da una combinazione efficace di diversi fattori: buona alimentazione, cura del corpo (sport, automassaggi) e sfruttamento della miglior “tecnologia del sonno”. Sottovalutare anche solo uno di questi aspetti può rovinare delle notti che potrebbero essere perfette, assicurando una giusta dose di riposo, sial al corpo che alla mente.
Il sonno e gli anziani: una relazione non per forza complicata
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Al contrario di quanto credono, le persone anziane non dormono affatto male. Se non affetti da patologie particolari, anzi, dormono meglio di quanto pensano. Lo dice uno studio pubblicato sul Journals of Gerontology: Medical Sciences
Molto spesso è un luogo comune; non sono solo gli anziani a credere che loro dormano poco e male e in tanti lamentano infatti di svegliarsi spontaneamente alle prime luci dell’alba o di non riuscire a riposare sufficientemente durante il sonno e quindi di sentirsi eccessivamente stanchi nell’arco dell’intera giornata. Ma questo è un mito da sfatare; quasi sempre si tratta di problemi specifici, come l’insonnia che non colpisce solo loro, altre volte invece si è innanzi a patologie che accentuano la stanchezza, che non è dunque legata al cattivo sonno.
Queste le risposte giunte da un gruppo di ricercatori statunitensi con a capo Jen-Hao Chen dell’University of Missouri. Qui hanno “arruolato” 727 anziani che sono stati prima intervistati e poi monitorati al fine di rilevare la percezione che hanno sulla qualità del proprio sonno notturno, basandosi sulla quantità di ore effettivamente dormite.
Lo studio si è strutturato in due fasi: dapprima è stato chiesto ai partecipanti di compilare un apposito questionario al fine di determinare la quantità e qualità di ore dormite così come da loro percepite. Circa un anziano su due riferisce infatti almeno un sintomo di insonnia, come la mancanza di sonno ristoratore. Nella seconda fase i pazienti hanno indossato per ben 72 ore un orologio da polso con incorporato un actigrafo, ossia un sensore capace di registrare il tempo e il modello del sonno così da indicare oggettivamente le ore da ciascuno effettuate.
Il risultato della ricerca ha fatto venire a galla non poche discrepanze tra i problemi di insonnia riportati dagli intervistati sui questionari e i dati registrati dall’actigrafo. La maggior parte degli anziani dorme bene e a sufficienza, mentre dai questionari risultava che: il 13% non si sente riposato, il 12% incontra problemi nell’addormentarsi, il 13% afferma di svegliarsi troppo presto e ben il 30% di svegliarsi regolarmente nel cuore della notte. Al contrario invece le misurazioni strumentali hanno messo in evidenza che il sonno è stato protratto per un numero sufficiente di ore per ogni notte, con una durata media di 7,9 ore con durate più lunghe per chi si svegliava più frequentemente durante la notte. Dunque, spiega Linda Waite dell’University of Chicago, uno tra gli autori dello studio: “gli anziani si lamentano spesso di svegliarsi troppo presto e di non sentirsi riposati nonostante accumulino ore sufficienti di sonno. I nostri risultati suggeriscono che quelli che sembrano essere specifici problemi di sonno possono in realtà essere legati ad altre questioni che riguardano il benessere in senso generale”.
Chi dorme poco è inclineall’internet-dipendenza
#sonno #dormire #insonnia #internet
Assolti tablet e telefonini, non sono loro i colpevoli. Al contrario: chi è predisposto all’insonnia sarebbe più vulnerabile a un uso compulsivo dei media elettronici
Si diventa insonni perché non ci si riesce a staccare da computer, tablet e smartphone, o si è già insonni e allora anche di notte si rimane incollati a schermi e tastiere? Questi strumenti sono importanti mezzi di stimolo cognitivo, ma se il loro uso interferisce con qualità e quantità di sonno, allora potrebbero avere un effetto negativo sull’apprendimento, che invece necessita di un buon riposo. Secondo una ricerca realizzata da psicologi canadesi e pubblicata sul Journal of Sleep Research, chi tende a usare fino a tardi i media elettronici ha già per proprio conto difficoltà a prendere sonno. La ricerca inverte la tendenza rispetto a studi precedenti, che avevano attribuito l’aumento delle insonnie alla difficoltà a separarsi da Facebook o Twitter, da altri social network, e più in generale dai diversivi offerti dall’elettronica. Dicono gli autori dello studio, Royette Tavernier e Teena Willoughby del Department of Psychology della Brock University di St Catharines, nell’Ontario: «Il nostro studio longitudinale su un campione di universitari è durato tre anni ed è stato il primo a esaminare la direzione dell’effetto tra due importanti caratteristiche del sonno (la sua durata e la presenza di disturbi del sonno) e due indici di utilizzo di media (uso di televisione e social network)».
A un migliaio di studenti universitari tra i 17 e i 25 anni è stato sottoposto un questionario, rilevando le loro abitudini nel corso della settimana e durante il weekend, momenti che hanno differenti pattern sia per il tempo dedicato al sonno sia per le modalità d’uso dei media elettronici. «Lo studio - spiegano gli autori - ha indicato che le preesistenza di problemi del sonno era in grado di predire la quantità di tempo trascorsa guardando la tv o sui social network. Al contrario, il tempo trascorso davanti ai media elettronici non era in grado di predire l’eventuale presenza di disturbi del sonno». Ciò a cui la ricerca sembra non rispondere è come se la passassero gli insonni quando ancora non esisteva l’elettronica, quando non ci si poteva collegare a internet 24 ore su 24. Ad esempio, se un buon libro potesse tenere loro compagnia, ma anche tenere sveglio chi altrimenti avrebbe dormito. «D’altra parte, il periodo degli studi universitari rappresenta per molti il momento in cui ci si allontana dalle abitudini familiari - dice il professor Giuseppe Plazzi, del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna, IRCCS Scienze Neurologiche Ausl di Bologna -. Molti prediligono lo studio notturno e questo potrebbe rappresentare l’espressione di una particolare attitudine circadiana, ossia di un loro specifico cronotipo».
Un altro studio ha poi esplorato il rapporto tra l’utilizzo di Facebook e la qualità del sonno. È noto che questo social network può generare forme più o meno intense di dipendenza perché rappresenta una sorta di finestra sui fatti degli altri. Lo studio è stato effettuato da ricercatori della Scuola di Medicina dell’Universitad Peruana de Ciencias Aplicadas di Lima, in Perù, guidati da Isabella Wolniczak, ed è stato pubblicato su PLOS One. Si tratta di uno studio “trasversale”, metodologia che rileva l’associazione tra un fenomeno e un altro, senza che sia possibile capire quale dei due sia la causa. La ricerca ha messo in evidenza che tra gli oltre 400 universitari analizzati, un sonno di scarsa qualità era presente in circa il 50per cento dei soggetti. L’uso smodato di Facebook era invece presente in circa il 9 per cento dei soggetti. Tra questi ultimi la frequenza dei disturbi del sonno era però decisamente superiore. Gli autori propongono diverse possibili spiegazioni di questa associazione: forse alcuni studenti avviano Facebook quando hanno terminato le attività quotidiane, un momento che facilmente corrisponde con quello del sonno; oppure si sviluppa dipendenza per alcune attività di Facebook, come i messaggi e i giochi online. Infine, l’uso smodato di Facebook potrebbe essere responsabile di vissuti di solitudine e isolamento, che già in precedenza altre ricerche hanno dimostrato essere esse stesse causa di insonnia.
insonnia: Ne soffre il 10-15% degli italiani
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Sonno, abbiamo perso le buone abitudini: ecco il decalogo
Se dormiamo male, il giorno siamo fiacchi, irritabili e scarsamente produttivi.
E rischiamo di ammalarci. Un buon riposo garantisce un rendimento all’altezza
Immaginate di avere due cervelli. Uno è per la veglia, l’altro per il sonno. Si influenzano reciprocamente e si condizionano. Se dormiamo male, il giorno siamo fiacchi, irritabili e scarsamente produttivi. E rischiamo di ammalarci. Un buon riposo invece garantisce un rendimento all’altezza della situazione. Come proteggere un’attività indispensabile per tutti gli esseri viventi? «La società sta perdendo il sonno. Il problema è che gli italiani non sono più capaci di dormire. Sono maleducati», sintetizza Pierluigi Innocenti, presidente dell’Associazione Assirem, nata per dare risposte scientifiche e svolgere un’opera di sensibilizzazione. Maleducati a letto? Proprio così. Le buone abitudini si sono perdute per strada di pari passo con il cambiamento degli stili di vita, soprattutto fra i giovani. Ecco allora un decalogo, divulgato anche in occasione di un corso specifico che si è tenuto presso il centro congressi dell’istituto Santa Lucia a Roma.
Le buone regole
Prima regola, l’attività sportiva deve anticipare di almeno 4-6 ore il momento di coricarsi e lo stesso vale per l’assunzione di alcolici e caffè (o tè, cioccolata, bevande con caffeina). Bisogna mangiare se possibile più o meno alla stessa ora evitando la sera pasti troppo calorici o comunque abbondanti, ricchi di proteine (carne-pesce). No all’estremo opposto, il digiuno. Per conciliare il sonno, consigliata banana, mela o bicchiere di latte caldo. E ancora. Evitare sonnellini durante il giorno, massimo 30-40 minuti all’inizio del pomeriggio. Niente fumo, perché il tabacco è un eccitante. Gli esperti richiamano l’attenzione su un accorgimento molto importante. La luce eccessiva, emessa da computer, smartphone, tablet, inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che armonizza il ciclo sonno-veglia. Innocenti raccomanda poi di non usare la camera da letto per usi diversi da quelli per cui esiste un determinato spazio nella casa: «Dunque non bisogna neppure mangiare né lavorare. La scelta del materasso deve essere accurata e così cuscino e lenzuola. Da evitare i tessuti che possono dare allergia».
Insonnia a apnee notturne
La temperatura giusta è di 18-20 gradi in ogni stagione. E se, una volta sdraiati, Morfeo non arriva? Anziché insistere, meglio alzarsi, andare in un’altra stanza e restare svegli finché gli occhi cominciano a chiudersi. Se anche dopo non va, ripetere il rito. Fenomeno diffuso l’insonnia. Ne soffre il 10-15% degli italiani in forma cronica. Apnee notturne interessano 1 milione e 600mila persone, solo un terzo sono in cura. Nel corso degli anni abbiamo perduto da 1,5 a 2 ore di sonno e questo per i giovani è un problema, a prescindere dalla facilità con cui si addormentano. È provato che se non hanno una buona qualità di sonno a scuola e nello studio tradiscono scarsa concentrazione e rendimento.
cosa significa....
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ACARI
Microrganismi invisibili ad occhio nudo lunghi circa 0,3 mm. che vivono laddove più facilmente si può accumulare la polvere. Provocano allergie nei soggetti sensibili quando la loro concentrazione supera il valore soglia di 100 individui per grammo di polvere. Si calcola che ben il 10% della popolazione soffre di allergie, correlate all’asma, proprio a causa degli acari. Gli acari della polvere prediligono ambienti caldi e umidi, come il letto.
ALLERGIA
Ipersensibilità ad alcune sostanze di varia natura che si manifesta con sintomatologia particolarmente accentuata. E’ caratterizzata da reazioni eccessive portate da particolari anticorpi nei confronti di sostanze abitualmente innocue come ad esempio pollini.
ANALLERGICO
Termine generico che indica la proprietà di un materiale o tessuto per non provocare o contrastare le reazioni allergiche. Si tratta di una caratteristica di alcuni prodotti, ottenuta attraverso l’impiego di materiali specifici o trattamenti praticati su materiali (quali ad esempio: tessuti, imbottiture, rivestimenti) finalizzata ad evitare eventuali reazioni allergiche.
ANATOMICO
Termine che indica la capacità di adattarsi alla struttura del corpo. Sono definiti “anatomici”, tutte le tipologie di materasso che sostengono con armonia il corpo, senza causare pressioni dannose sull’apparato osteo-articolare; quindi un materasso anatomico è quello in grado di rispettare, tendendo conto delle sue caratteristiche costruttive, il più possibile la forma e la struttura del corpo.
ANTIBATTERICO
Sostanza che combatte i batteri, ne contrasta lo sviluppo o permette di mantenere la soglia di concentrazione sotto il livello minimo per evitare che si creino le condizioni per l’insorgenza dei disturbi nei soggetti allergici. E’ un tipo di trattamento specifico subito da materiali e tessuti che distruggono i batteri bloccandone la riproduzione, elimina gli odori sgradevoli, e garantisce la massima igiene in quanto permanente al lavaggio.
ANTIDECUBITO
Un materasso antidecubito secondo il DLgs 46/97 è un dispositivo medico che si utilizza per la prevenzione e/o la terapia di lesioni cutanee del corpo a seguito di patologie che costringano i pazienti ad una lunga permanenza a letto in una posizione di stasi obbligata.
APNEA NOTTURNA
Sindrome patologica che disturba il sonno con pesanti ripercussioni sulla salute.
CERVICALE
La zona più alta della colonna vertebrale, in corrispondenza del collo. È caratterizzata da lordosi ossia da un arco convesso verso il fronte del corpo. Le vertebre cervicali sono sette e costituiscono l'asse di sostegno del collo, sono le più piccole dell'intero sistema della colonna vertebrale. La cervicale è una zona delicata e sensibile pertanto può essere frequente nell’arco dell’intera vita di soffrire di dolori cervicali che comportano rigidità, e una limitazione dei vari movimenti del collo.
COMFORT
Insieme dell'agio e della comodità che rende gradevole un materasso, una sedia, un'abitazione ecc. Si tratta di sensazioni piacevoli derivanti da stimoli esterni al nostro corpo che ci procurano benessere. È una sensazione puramente soggettiva. C'è chi preferisce un materasso più rigido, chi più morbido. Una qualsiasi scelta, purché il materasso sia di qualità, deve essere effettuata in base alle proprie preferenze.
COTONE
Pianta della famiglia Malvacee coltivata nei Paesi caldi con fiori gialli o porporini e frutti a forma di capsule ovali contenenti una lanugine bianca da cui si ricava la fibra tessile.
COVER
Rivestimento esterno del materasso sfoderabile, confezionato con tessuti e imbottiture perfomanti.
CRINE
Materiale usato per le imbottiture formato da peli animali (coda del cavallo) o da fibre vegetali. Per realizzarne materiali isolanti, le fibre vengono legate uniformemente con minuscole goccioline di lattice. Questo è un processo che crea uno strato compatto ed indissolubile, senza aggiunta di collanti chimici artificiali, che conserva la fibra nella sua forma “naturale”.
DECUBITO
E’ la posizione assunta dal malato a letto; ma anche per contrazione, la piaga da decubito o più correttamente lesione da pressione, che compare nei punti soggetti a maggior compressione in chi è costretto per lungo tempo a letto. Una lesione da decubito è un'area localizzata di danno dei tessuti, che può arrivare ad interessare sottocute, muscolo, tendini ed ossa. La lesione da decubito può essere chiamata lesione da pressione, ulcera da decubito, piaga o più semplicemente decubito e la sua gravità dipende dalla quantità di tessuto danneggiato e dalla profondità della lesione.
DOGHE
Listelli in legno di faggio o di betulla che costituisce la base ormai della maggior parte di letti. Serve a sostenere il materasso, contribuendo a migliorare il comfort del riposo. Possono essere usate sia con materassi a molle che in lattice, memory foam o poliuretano. Quante più doghe ha una base letto, tanto meglio si combinerà con il materasso per seguire i contorni e i movimenti del corpo. Le basi letto a doghe garantiscono anche una maggior areazione e contribuiscono ad eliminare l’umidità del materasso.
DESIGN
Progettazione di un oggetto che si propone di sintetizzare funzionalità ed estetica.
DUREZZA
Resistenza di un corpo all'azione di penetrazione o di deformazione esercitata da una forza esterna. Un materasso di qualità può essere più o meno duro. La sua scelta è soggettiva. La convinzione che "più duro il materasso è, meglio è" è errata.
ERGONOMIA
Scienza che studia il rapporto tra l'uomo, i suoi oggetti d'uso e l'ambiente per ottenere il migliore mutuo adattamento.
FASCE LATERALI
Elementi costituiti da vari materiali (esempio: schiume di poliuretano, tessuto, eccetera) utilizzati per contenere e /o irrobustire il perimetro del materasso. Nei materassi in cui è presente serve a irrobustire ulteriormente il bordo perimetrale del materasso.
FELTRO
Materiale ottenuto comprimendo e infeltrendo fibre tessili.
FIBRE NATURALI
Fibre che provengono dal mondo vegetale e animale (lana, cotone, lino, canapa, seta, cachemire, bamboo, cocco, agave, sisal, kapok, ecc.). Appartengono a questa categoria anche le fibre biologiche.
FIBRE ARTIFICIALI
Fibre ricavate da prodotti naturali che hanno subito modificazioni chimiche (viscosa, rayon, fibre di mais, cellulosa, ecc.).
FIBRE SINTETICHE
Fibre ottenute con i processi di polimerizzazione di molecole non presenti in natura (nylon, fibre poliuretaniche, poliestere, ecc.).
FISIOLOGIA
Scienza che studia la vita e le funzioni organiche dell'uomo.
FODERE
Ulteriore copertura di un materasso o di un cuscino (federa), a scopo igienico e di protezione. Può essere realizzata in vari tipi di tessuto, in spugna, trapuntata, cerata o con additivi e trattamenti particolari.
GEL
Resina poliuretanica che si presenta in forma semisolida o gelatinosa.
GUANCIALE
Cuscino su cui si appoggia il capo stando a letto.
IGIENE DEL SONNO
Norme e indicazioni che aiutano a migliorare la qualità del nostro sonno.
INDICE DI MASSA CORPOREA (IMC)
Rapporto tra peso espresso in kg e il quadrato dell'altezza espresso in metri.
INSONNIA
Difficoltà ad addormentarsi o frequenza di risvegli notturni; non è una malattia ma un sintomo, di cui le cause vanno indagate individuo per individuo.
LANA
Filato e fibra tessile ricavata dalla tosatura della pecora e di animali simili.
LATTICE
Il lattice naturale è il liquido lattiginoso estratto dalla corteccia della Hevea Brasiliensis (albero della gomma o caucciù) e di altre euforbiacee. Per estensione s'intende con questo termine anche la schiuma di lattice che viene utilizzata per i materassi. Il lattice di sintesi è un materiale simile a quello naturale riprodotto in laboratorio.
LINO
Pianta erbacea della famiglia linacee con fiori azzurri e foglie lanceolate.
MATERASSO IGNIFUGO
Materasso omologato secondo la normativa in materia di prevenzione incendio in ottemperanza al DM 26-06-1984. I materassi destinati agli alberghi e alle comunità devono sottostare a queste norme e presentare il certificato corrispondente.
MEMORY FOAM
Particolare schiuma di poliuretano visco-elastica messa a punto dalla NASA per l'abitacolo delle navicelle spaziali. Si automodella sotto il peso della massa corporea e a contatto con il calore, per poi lentamente ritornare alla sua forma originaria.
MICOFITI
Muffe (spore funginee) presenti in natura che provocano una sensibilizzazione allergica. L’habitat ottimale per la loro crescita è rappresentato da una condizione di umidità relativa superiore al 65%.
MOLLA
Elemento meccanico che si deforma elasticamente sotto carico e torna alla posizione iniziale quando il carico viene meno.
MOLLA INDIPENDENTE oppure INSACCHETTATA
Molla cilindrica racchiusa in un sacchetto di tessuto.
NANOTECNOLOGIE
Con questo termine si definiscono le tecnologie per realizzare materiali, dispositivi e sistemi su scala nanometrica. Un nanometro corrisponde ad un miliardesimo di metro, cioè circa un ottantamillesimo di capello umano.
NORMATIVA SUI MATERASSI
Insieme di regole tecniche finalizzate a misurare oggettivamente le prestazioni e la sicurezza dei materassi.
PILLOW TOP O TOPPER
Trapuntino appoggiato sulla superficie del materasso realizzato con materiali morbidi ad effetto avvolgente e finalizzato a migliorare il comfort del materasso.
PIUMINO
Il piumino è la parte più pregiata dell'oca, piccolo e morbido, trattato per essere usata come imbottitura di cuscini o trapunte invernali come per esempio il nostro nordic down winter o quattrostagioni.
POLIURETANO
Famiglia di resine sintetiche, inventate da Otto Bayer nel 1935, ottenute dalla polimerizzazione per addizione di isocianati e polioli.
PORTANZA
Spinta verso l'alto esercitata dal materasso quando è sollecitato dal peso corporeo; è quindi la reazione del materasso alla sollecitazione energetica esterna.
RESILIENZA
Capacità di un materiale di resistere agli urti senza spezzarsi; le schiume di poliretano e lattice sono dotate di resilienza : sono capaci di grandi deformazioni ritornando alla forma originaria senza alterare le proprie caratteristiche di partenza.
RIVESTIMENTO
Lo strato esterno di un materasso, in fibra tessile, talvolta sfoderabile.
SETA
Filamento sottilissimo e lucente secreto dal baco da seta usato come fibra tessile.
STRATO AMMORTIZANTE
Strato che può essere realizzato con materiali differenti; ammortizza le sollecitazioni del corpo.
STRATO DI IMBOTTITURA
Parte morbida del materasso costituita da fibre naturali o anallergiche; ha una funzione importante per la traspirazione e per il mantenimento costante della temperatura del corpo.
STRATO ESTERNO DEL MATERASSO
Parte visibile costituita principalmente da tessuto che risponde a esigenze funzionali ed estetiche.
STRATO ISOLANTE
Strato composto da differenti materiali (lattice, poliuretano, crine, ecc.). Interposto tra la struttura di sostegno del materasso e lo strato esterno ha il compito di isolare la struttura interna e ripartire il peso delle diverse parti del corpo.
STRUTTURA DI SOSTEGNO
Parte interna del materasso che può essere costituita da lastra di poliuretano, memory foam, lattice, molle, molle indipendenti o combinazioni di più elementi.
SUPPORTO
Piano su cui appoggia il materasso (esempio: rete a doghe in legno).
TECNOFIBRE
Sono fibre sintetiche migliorate dal punto di vista chimico-fisico. Appartiene alle tecnofibre anche il X-Static che contiene anche filato di argento puro.
TESSUTO
Prodotto della tessitura, costituito da un insieme di fili intrecciati tra loro in modi diversi.
TESSUTO BIOLOGICO
Tessuto prodotto con fibre biologiche certificate, cioè raccolto da campi protetti e segnalati dove non vengono utilizzati erbicidi e pesticidi di origine chimica da almeno 3 anni.
TESSUTO 3D
Tessuto tecnico tridimensionale che favorisce una buona circolazione dell’aria all’interno del materasso.
TEST DI LABORATORIO
Metodi di prova rigorosamente oggettivi, fissati dalle norme internazionali vigenti.
VISCOELASTICO
Vedi Memory Foam.
I giapponesi non hanno dubbi: il riso!
#alimentazione #sonno #riposo #salute
Insonnia? Mangiare riso la sera per dormire meglio
Riso di sera...bel sonno si spera!. Mangiare del riso, soprattutto a cena, potrebbe essere utile per riuscire a dormire meglio. Il riso potrebbe trasformarsi nel vostro alleato per contrastare l'insonnia. Si tratta di quanto emerge da un nuovo studio condoto in Giappone che ha valutato l'associazione tra il consumo di riso, pasta e pane e la qualità del sonno.
Lo studio ha riguardato uomini e donne giapponesi ed è stato da poco pubblicato su PlosOne. I ricercatori hanno preso spunto da studi precedenti che avevano dimpstrato come una dieta ad elevato indice glicemico risultasse associata ad una migliore qualità del sonno.
Dunque hanno investigato l'associazione tra la qualità del sonno e l'assunzione alimentare di tre alimenti ricchi di amidi e con indice glicemico differente: riso, pane e noodles. Hanno preso parte allo studio 1848 uomini e donne di età compresa tra i 20 e i 60 anni. Il consumo di riso, pane e noodles è stato valutato utilizzando un questionario relativo alla storia dietetica dei partecipanti.
La qualità del sonno è stata valutata utilizzando la versione giapponese del Pittsburgh Sleep Quality Index. Un risultato globale inferiore a 5.5 è stato ritenuto un indicatore di sonno di scarsa qualità.
I risultati più incoraggianti per quanto riguarda il miglioramento della qualità del sonno hanno riguardato il consumo di riso. Un indice glicemico relativamente alto è stato associato con un rischio più basso di scarsa qualità del sonno.
In conclusione, i ricercatori hanno rilevato che un alto indice glicemico associato all'alimentazione e un elevato consumo di riso sono correlati in modo significativo con una buona qualità del sonno negli uomini e nelle donne giapponesi.
Al cosnumo di noodles si affianca una qualità del sonno scarsa, mentre il consumo di pane non influirebbe sulla qualità del sonno, almeno per quanto riguarda il gruppo di persone studiato. I differenti impatti sulla qualità del sonno di questi tre cibi amidacei secondo gli esperti potrebbero dipendere dal diverso indice glicemico. Mangiare più riso, magari per cena, potrebbe esserci utile per dormire meglio? In attesa di ulteriori conferme, tentar non nuoce.
20 curiosità che non conoscevi sul sonno
#sonno #riposo #dormire
Dormire, una bellissima parola che già dal suo suono regala tranquillità. Avere un sonno regolare vuol dire godere di un umore migliore di chi dorme poco e male.
Vediamo 20 curiosità che non conoscevi sul sonno
1 - Gli esseri umani trascorrono un terzo della loro vita dormendo. Che è circa 25 anni.
2 - Nei primi 2 anni di vita di un bambino, i genitori oerdono circa 6 mesi di sonno.
3 - Un persona può restare sveglia per 11 giorni di fila
4 - Ne 1998 fu eseguito un esperimento dove si è scoperto che una luce riflessa sulle ginocchia può resettare l'orologio sonno-veglia del cervello.
5 - Dormire meno di 7 ore per notte riduce l'aspettativa di vita.
6 - Solo metà cervello di un delfino dorme, l'altra metà resta sveglia.
7 - Alcune persone parlano una lingua sconosciuta nel sonno
8 - La mancanza di sonno può causare l'aumento di peso (0,9 kg) in meno di una settimana.
10 - Prime delle sveglie c'erano i "knocker-ups", degli uomini che con un lungo bastone bussavano alle finestre delle persone per svegliarle.
11- Una lumaca può dormire per tre anni.
12 - È impossibile starnutire mentre si è addormentati profondamente.
13 - La maggior parte delle persone può sopravvivere senza mangiare per 2 mesi, ma possono vivere solo a 11 giorni senza dormire.
14 - In Giappone dormire sul posto di lavoro è consento, in quanto è visto come il premio di uno che ha lavorato sodo.
15 - Le lontre marine si tengono per mano quando dormono in modo da non allontanarsi gli uni dagli altri.
16 - Si definisce 'Dysania'' quell'attività difficile per alcune persone di alzarsi dal letto la mattina.
17 - Uno studio ha provato che le persone dormono meglio durante una luna nuova, ma dormono peggio con la luna piena.
18 - Molti monaci tibetani dormono in posizione verticale.
19 - La metà dei piloti intervistati nel Regno Unito ha ammesso di essersi addormentato mentre pilotava un aereo passeggeri.
20 - I gatti dormono per il 70% della loro vita.
Se avete problemi nel dormire rivolgetevi a un medico, prima però sperimentate i materassi e le reti ortopediche di ..DORMICISU..!!
Fasi del sonno: come riposare bene
#sonno #riposo
Conoscendo le fasi del sonno si potrebbe riuscire a dormire meglio o per lo meno ad organizzarsi per dormire un numero di ore a notte che ci permetterebbero di ‘ricaricarci’ e riposare bene per riniziare la giornata successiva. Le fasi del sonno sono solitamente 5 e si alternano tra sonno REM e sonno NON REM, ma vediamo in dettagli durante la notte cosa ci succede.
Secondo gli studiosi è ormai noto che il sonno non è uguale per tutta la sua durata, ma è caratterizzato dalla presenza di due fasi principali: la fase REM e quella NREM (Non Rem). La seconda può essere ulteriormente suddivisa in 4 sotto-fasi. Ogni fase dura dai 20 ai 90 minuti.
Ogni persona ha delle fasi del sonno individuali che sono influenzate da alimentazione, medicine, assunzione droghe, sport, disturbi del sonno o mancanza di riposo.
Prima fase del sonno
Durante la prima fase il sonno è leggero, la temperatura del corpo si abbassa, il cuore rallenta e il respiro diventa pesante. Questa fase dura solitamente 20 minuti circa ed è la stessa che si vive subito prima di svegliarsi.
Seconda fase del sonno
Durante questa fase il sonno sarà un po’ più profondo rispetto alla prima fase, il cuore batterà più lentamente, i sogni che si faranno resteranno più impressi ma si inizia a cadere nel sonno vero.
Terza e quarta fase del sonno
Queste due fasi vengono spesso associate, infatti tecnicamente vengono chiamate entrambe Delta. In entrambe le fasi si raggiunge la massima profondità del sonno e il corpo si riposa. Nella terza fase si sogna ma non ricorderemo nulla al momento del risveglio, nella quarta il sonno sarà ancora più profondo tanto che i rumori esterni non saranno più fonte di disturbo e il nostro stato è di incoscienza. Secondo gli esperti durante la fase 4 il sonno sarebbe profondamente ristoratore ed il cervello libererebbe gli ormoni della crescita.
Quinta fase del sonno: fase REM
Sembrerebbe un paradosso ma, la fase REM del sonno, è il momento in cui il nostro corpo sarà più attivo. Si registrano infatti evidenti alterazioni fisiologiche come respirazione accelerata, una maggiore attività cerebrale, rapido movimento degli occhi (da questo REM/Rapid Eye Moviment) associato al rilassamento muscolare. In questa fase si sogna e secondo gli esperti del sonno si vivrebbe un vero stato di paralisi temporanea, i muscoli sarebbero completamente rilassati, ma l’attività celebrale invece sarebbe completamente in azione.
Come dicevo all’inizio, il sonno e la quantità di ore che bisogna dormire, sono diverse da persone a persona e dipenderanno molto dalle abitudini che si tengono durante il giorno. Si può fare una suddivisione generica differenziando il sonno per età.
I bambini per esempio hanno bisogno di molto sonno, circa 10-12 ore al giorno, di cui ¼ in ore REM e ¾ in ore non REM; i giovani e adolescenti hanno bisogno di circa 8-9, di cui un quinto sono REM e 4/5 sono non REM; infine per gli adulti le ore necessarie scendono fino a 6 circa mentre la quota di REM non REM rimane invariata.
Materasso antiacaro, prevenire le allergie scegliendo il meglio
#MATERASSO #ANTIACARO #ALLERGIA #MUFFE #SALUTE #BENESSERE
Ogni manifestazione allergica, si manifesta con sintomi ben precisi ma spesso non sono riconoscibili. Più del 25% della popolazione mondiale soffre di allergie ma spesso, si sottovaluta il fatto che tra le principali fonti allergiche può esserci proprio il nostro materasso.
Rinnovare la propria zona notte, acquistando un materasso antiacaro, può essere di fondamentale importanza perché riduce al minimo per molti e molti anni la possibilità di allergie da acari salvaguardando la nostra salute. Il materasso anallergico, grazie alle sue importanti caratteristiche garantisce prima di tutto che i materiali utilizzati per produrlo sono tutti certificati in fasi di sperimentazione, testati e creati secondo gli standard condivisi, inoltre, come nel caso dei nostri materassi in memory anallergici,
Intervenire tempestivamente nel limitare le fonti di allergie da acari o insetti in casa è la principale contromisura da adottare.
L'acquisto del giusto materasso può esser fondamentale, soprattutto per chi soffre di allergia agli acari: su un materasso passiamo dalle 6 alle 12 ore ogni giorno e questo è davvero importante che risulti il più possibile antiacaro e salutare per chi lo acquista.
Il problema diventa più difficile per chi soffre di allergia alle polvere e in particolare agli acari, e quindi è fondamentale che non passi la notte a respirare sostanze che gli possano risultare dannose.
Ecco quindi i consigli degli esperti per la scegliere il materasso antiacaro e anallergico più adatto per donare sonni tranquilli anche a chi soffre d'allergia...
L'allergia è un problema che rende davvero difficile dormire sonni tranquilli, quindi la giusta scelta di un materasso "antiacaro" può risultare fondamentale per la salute di chi soffre d'allergia agli acari della polvere.
Innanzitutto l'allergia dipende più dai rivestimenti che ricoprono il materasso che dal materiale al suo interno: che sia di lattice, a molle o in memory foam, in sostanza cambia poco, ma ciò che conta è che lo si possa lavare ed arieggiare spesso.
Che i materiali siano etichettati come antiallergici o antiacaro non basta: un materasso per risultare davvero antiacaro è utile che abbia una copertura rimovibile, che si possa lavare spesso con prodotti specifici antibatterici, perché la polvere, (insieme ai nostri pezzetti di pelle morta, che sono ciò di cui si nutrono principalmente gli acari) e i residui lasciati dagli acari, che son quelli che causano le reazioni allergiche, in un modo o nell'altro si depositano comunque.
I materiali di imbottitura del materasso, a meno che non si tratti di lana oppure piuma d'oca, che però sono sempre meno utilizzate, sono di per sè antiallergici, può esser però che un molleggio normale, con molti vuoti al suo interno, e quindi molta aria, vada a smuovere più polvere rispetto ad una altro materasso, creando così più reazioni in chi soffre d'allergia.
Per il resto però che si tratti di una materasso il lattice, oppure uno con imbottitura in memory foam è bene che si abbia una buona copertura lavabile, e per il resto si potrà scegliere il materasso ideale in base alle nostra oggettiva comodità.
Le muffe:
Spesso il materasso viene collocato vicino le pareti della camera da letto… questo non è sbagliato ma se proprio non possiamo scegliere altra soluzione è importante sapere che i materassi in lattice ad esempio sono sensibili all'umidità ed è bene mantenere la camera da letto sempre de-umidificata allo scopo di eliminare totalmente il rischio di trasferire l'umidità nelle fibre oltre che posizionare il materasso sempre a debita distanza dalla parete.
La regola del “prevenire è meglio che curare” soprattutto nel caso delle allergie patologiche parte proprio dall'acquisto dei materassi anallergici; evitare il più possibile situazioni che possono esporci a contatto con insetti quando dormiamo, è il principale modo per scongiurare una condizione che potrebbe, a lungo andare, divenire dannosa e poco igienica.
i nostri materassi in catalogo sono completamente anallergici, anti acaro ed assemblati con materiali DI ALTA QUALITA'.
i nostri materassi anallergici ed anti acaro si distinguono sul mercato da anni per qualità e soprattutto convenienza