Posso aiutare il mio bambino a dormire meglio?
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Ogni bambino che nasce tutto vuole conoscere e scoprire: guarda con meraviglia ai mutamenti di luce ma ben presto viene soverchiato dalle abitudini urbane. Se invece per la sua pace provassimo a offrirglieli con appuntamenti regolari?” (cit. Grazia Honegger Fresco in “Facciamo la nanna” ed Il leone verde).
La carenza di sonno è purtroppo endemica nella nostra società e coinvolge tutte le fasce di età, dai bambini agli anziani, con notevoli ripercussioni sull’attività lavorativa diurna. Nei bambini la carenza di sonno si manifesta in modo diverso rispetto agli adulti. Quando un adulto dorme poco e/o male di notte, di giorno sarà più sonnolento, tenderà ad addormentarsi soprattutto in situazioni noiose, sarà più lento e renderà meno nel lavoro e in tutte le attività intellettive. Il bambino con un sonno insufficiente sarà al contrario iperattivo, inconcludente, con difficoltà a concentrarsi e scarso rendimento scolastico.
Molti bambini in età scolare riconosciuti come “iperattivi” o addirittura affetti da “ADHD” (disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività) hanno in realtà un disturbo del sonno. In questi bambini la terapia sarà pertanto rivolta alla cura del disturbo del sonno (apnee ostruttive e sindrome delle gambe senza riposo i più frequenti) piuttosto che all’iperattività. È importante quindi fin dai primi mesi di vita mettere in atto una serie di comportamenti che possano favorire il fisiologico sviluppo del ritmo sonno-veglia nel neonato-lattante, e che mantengano un buon rapporto con la notte e il sonno durante la crescita. È uno sforzo che inizialmente può sembrare eccessivo ma che pone delle solide basi per prevenire disturbi del sonno negli anni a venire!
Come abbiamo già avuto modo di ricordare in un precedente articolo, in media fino a 3-4 anni il bambino ha fisiologicamente uno o più risvegli per notte che, in assenza di problemi durante il giorno, non ci devono preoccupare eccessivamente. Nei bambini più grandi la difficoltà ad addormentarsi e i numerosi risvegli notturni possono rappresentare un problema e come tale deve essere affrontato. È importante sottolineare che quando parliamo di bambini non può e non deve esistere il fai-da-te! Quello che va bene per il bambino di nostra cugina può peggiorare la nostra situazione. È sempre indispensabile chiedere consiglio al nostro pediatra o rivolgersi ad un centro del sonno pediatrico.
Bisogna innanzitutto capire se esiste un problema del sonno prima di prescrivere una terapia sia comportamentale che farmacologica, ricordando che la gran parte dei problemi può essere risolta con una corretta routine del sonno.
A questo proposito è buona norma mettere in atto una routine del sonno fin dai primi mesi di vita, indicativamente dopo i sei mesi quando mediamente il ritmo sonno-veglia del lattante inizia a delinearsi e ad assomigliare a quello dell’adulto. La routine del sonno prevede, oltre ai ben noti “bagnetto, piagiama, storiella, ninna nanna”, di evitare in modo assoluto televisione e giochi al computer prima della nanna, cibi e sostanze psico-stimolanti (compresa la tanto amata camomilla che nei bambini può addirittura avere un effetto paradosso, cioè agitare), e giochi troppo eccitanti. È fondamentale mantenere ferma sia la routine che l’orario della messa a nanna, rispettando tuttavia i ritmi del bambino. Portare a letto un bambino che non ha per niente sonno è fonte di frustrazione per tutti, ma attenzione a non sottovalutare l’iperattività da sonnolenza. Difficile che un bambino dopo le 22 di sera non abbia sonno...
Anche l'organizzazione dei sonnellini diurni è essenziale per pianificare una buona notte. Il bambino fino in media a 3-4 anni necessita di più sonnellini al giorno, che vanno dai tre del lattante all’unico pomeridiano post-prandiale del bimbo più grande. È chiaro che un bambino di tre anni che ha bisogno mediamente di un unico sonnellino pomeridiano di 1-2 ore non andrà mai a letto prima delle 22 se ha dormito fino alle 18.
Nel neonato e nel lattante fino ai 6 mesi, il ritmo sonno-veglia non è ancora sviluppato come nell’adulto, per cui è utile far dormire il bambino di notte in una stanza buia (al limite con la luce di sorveglianza), possibilmente senza rumori (compresa la ninna-nanna dell’apina appesa al suo lettino...). Le stesse condizioni vanno mantenute anche in caso di risveglio. La mamma lo accudirà (allattandolo, cambiandolo, etc.) ma possibilmente senza parlare o accendere luci troppo invadenti. Basterà accompagnare il bambino con carezze o cullandolo. Viceversa di giorno, lasciamo che il bambino faccia i suoi sonnellini (assai numerosi in questa fase della vita) in una stanza in penombra o con la luce, i suoni attutiti ma non aboliti. Tutto questo serve ad aiutare il sistema neurologico del bambino a conoscere l’alternanza di luce-buio e ad associarli ai diversi momenti del ciclo sonno-veglia.
Dopo i 6 mesi di età normalmente il ritmo sonno-veglia del bambino prevede tre sonnellini diurni (mattina, primo pomeriggio, tardo pomeriggio) e un periodo di sonno di più lunga durata (anche se frammentato da brevi risvegli) nella notte, pur considerando le inevitabili variabilità individuali. Da questo momento in poi anche i sonnellini diurni è meglio prevederli in una stanza più buia senza rumori eccessivi.
Oltre a quanto detto, come possiamo aiutare i nostri bimbi a dormire? Nei neonati e nei lattanti sono di indubbio aiuto l’uso del massaggio infantile e i supporti come la fascia lunga.
Il massaggio infantile, se eseguito correttamente e con costanza, porta innegabili benefici sul sonno sia diurno che notturno. Un bambino massaggiato è un bambino che mediamente piange meno, dorme di più e soffre meno delle tanto temute “coliche”. Non è un caso che la pagina internet dell’associazione americana di massaggio infantile si apra con una foto di un neonato che dorme e la scritta “I sleep so much better!”.
Anche l’uso routinario di una fascia porta-bebè o di un supporto analogo, ha dimostrato essere di notevole aiuto per bambini (soprattutto neonati) con qualche difficoltà ad addormentarsi. Portare un bambino, analogamente al massaggio, riduce il tempo che il bambino passa piangendo e favorisce un buon sviluppo del ritmo sonno-veglia.
In questa carrellata di consigli, non bisogna poi dimenticare l’allattamento al seno e il co-sleeping.
L’allattamento al seno facilita sia l’addormentamento di neonati e lattanti sia il riaddormentamento (anche della madre) in caso di risveglio notturno. E’ noto che l’allattamento con formula si associa mediamente a periodi di sonno più lunghi ma il tempo totale di sonno è sovrapponibile a quello dei bambini allattati al seno, inoltre non è sempre vero che sospendere l’allattamento materno a favore di quello in formula, farà dormire di più i nostri bambini. Il ritmo sonno-veglia si acquisisce con lo sviluppo neurologico e tutti lo raggiungono anche se magari in età diversa.
Il co-sleeping, inteso prevalentemente come room-sharing (bambino dorme nella propria culla/lettino ma nella stessa stanza dei genitori) viene attualmente raccomandato sia per favorire il bonding (attaccamento) con la madre e di conseguenza l’allattamento al seno, sia come fattore protettivo per la SIDS. Prima dei sei mesi viene sconsigliato il bed-sharing (condivisione dello stesso letto) per l’aumentato rischio di SIDS. Se tuttavia si predilige questa forma di condivisione attenzione a mettere in atto tutti i possibili comportamenti per minimizzare il rischio di SIDS: evitare il bed-sharing se la madre o gli altri occupanti del letto fumano (rischio più che raddoppiato!), bevono o utilizzano droghe/farmaci psicoattivi; evitare il surriscaldamento del bambino con coperte, piumoni, etc; mantenere la stanza fresca; eliminare tutte le possibili fonti di intrappolamento nel letto (testiere con “fori”, materassi singoli affiancati, letti troppo piccoli, materassi troppo morbidi, etc). Inoltre non dimentichiamo che il bambino DEVE sempre dormire a pancia in su! Nelle prime settimane/mesi di vita avvolgere il neonato in una coperta morbida (vedi Wrapping baby) aiuta a mantenere questa posizione.
Per concludere, aiutare i nostri bambini a dormire bene pone le basi per un loro armonioso e sereno sviluppo neuro-psicologico e per un sano rapporto con il sonno una volta diventati grandi.
http://www.informasonno.it/…/posso_aiutare_il_mio_b…/93.html