lunedì 8 settembre 2014

Il sonno? Funziona anche come antidepressivo

Il sonno? Funziona anche come antidepressivo
#sonno #dormire #depressione #benessere

Dormire bene è il primo passo per star bene , per alleviare i sintomi di ansia e stress e anche per star lontani dalla depressione. Se il legame ansia-insonnia è, anche senza scomodare studi scientifici, piuttosto immediato da intuire, quello tra sonno e depressione è più complesso.

L'ipersonnia, senza dubbio, può essere collegata alla depressione e di recente, per esempio, ricercatori della Medical University of South Carolina e del Rhode Island Hospital hanno avviato uno studio su 80 pazienti con depressione grave, moderata e post-partum per verificare le potenzialità e l'efficacia di un intervento basato sulla privazione del sonno, sulla base di alcuni studi che suggerirebbero gli effetti antidepressivi del mancato sonno, dell'alterazione dei ritmi del sonno e della fototerapia. Se certamente sarà interessante seguire i risultati, al momento quello che appare il filone di ricerche più fiorente collega più in generale l'assenza di sonno ai disturbi dell'umore.

Uno studio presentato all'ultima edizione del Fens-Forum of neuroscience dagli scienziati del Max Planck Institute of Psychiatry di Monaco di Baviera ha permesso di individuare un forte legame tra disturbi del sonno, ansia e ormoni dello stress. Innanzi tutto, chi soffre stress e di disturbi dell'umore spesso soffre anche di insonnia. Questo perché la fase Rem, quella in cui il sonno è meno profondo e simile alla veglia, si prolunga, provocando un aumento della produzione del Corticotropin-releasing hormone (CRH), un ormone dello stress che in quantità eccessive causa disturbi dell'umore. In laboratorio, i ricercatori sono riusciti a dimostrare per la prima volta la relazione diretta tra aumento di CRH e insonnia. E, secondo gli studiosi, tutto questo è direttamente collegato all'ansia: «L'ansia - ha spiegato Mayumi Kimura, direttrice dell'Institute's Sleep & Telemetry e curatrice della ricerca - potrebbe essere proprio il meccanismo che ci tiene svegli. Dal momento che i soggetti ansiosi non riescono a rimanere addormentati per lunghi periodi, il loro debito di sonno si accumula. Le persone con disturbi del sonno cronici potrebbero essere più predisposte alla depressione. Per questo conoscere queste associazioni tra sonno e disturbi dell'umore potrebbe aiutarci a prevedere l'insorgere di stati depressivi. Se aiutiamo i pazienti a dormire meglio – ha concluso - forse potremo evitare loro i disturbi dell'umore».

Sulla stessa lunghezza d'onda è anche un altro studio stavolta psicologico condotto dall'Università di Adelaide e appena pubblicato sulla rivista Sleep Medicine: i ricercatori hanno dimostrato che l'insonnia tra i ragazzi di 12 e 18 anni può provocare un netto peggioramento dei sintomi della depressione e degli stati ansiosi. E questo può portare, a catena, a una maggiore fragilità degli adolescenti, che potrebbero così essere più soggetti ad abuso di alcol e di droga. Nello studio, condotto tra 300 adolescenti, si sottolinea anche come la tendenza crescente degli adolescenti a ritardare l'orario del sonno può essere un fattore che predispone all'insorgere dell'insonnia.


 Foto: Il sonno? Funziona anche come antidepressivo #sonno #dormire #depressione #benessere  Dormire bene è il primo passo per star bene , per alleviare i sintomi di ansia e stress e anche per star lontani dalla depressione. Se il legame ansia-insonnia è, anche senza scomodare studi scientifici, piuttosto immediato da intuire, quello tra sonno e depressione è più complesso.  L'ipersonnia, senza dubbio, può essere collegata alla depressione e di recente, per esempio, ricercatori della Medical University of South Carolina e del Rhode Island Hospital hanno avviato uno studio su 80 pazienti con depressione grave, moderata e post-partum per verificare le potenzialità e l'efficacia di un intervento basato sulla privazione del sonno, sulla base di alcuni studi che suggerirebbero gli effetti antidepressivi del mancato sonno, dell'alterazione dei ritmi del sonno e della fototerapia. Se certamente sarà interessante seguire i risultati, al momento quello che appare il filone di ricerche più fiorente collega più in generale l'assenza di sonno ai disturbi dell'umore.  Uno studio presentato all'ultima edizione del Fens-Forum of neuroscience dagli scienziati del Max Planck Institute of Psychiatry di Monaco di Baviera ha permesso di individuare un forte legame tra disturbi del sonno, ansia e ormoni dello stress. Innanzi tutto, chi soffre stress e di disturbi dell'umore spesso soffre anche di insonnia. Questo perché la fase Rem, quella in cui il sonno è meno profondo e simile alla veglia, si prolunga, provocando un aumento della produzione del Corticotropin-releasing hormone (CRH), un ormone dello stress che in quantità eccessive causa disturbi dell'umore. In laboratorio, i ricercatori sono riusciti a dimostrare per la prima volta la relazione diretta tra aumento di CRH e insonnia. E, secondo gli studiosi, tutto questo è direttamente collegato all'ansia: «L'ansia - ha spiegato Mayumi Kimura, direttrice dell'Institute's Sleep & Telemetry e curatrice della ricerca - potrebbe essere proprio il meccanismo che ci tiene svegli. Dal momento che i soggetti ansiosi non riescono a rimanere addormentati per lunghi periodi, il loro debito di sonno si accumula. Le persone con disturbi del sonno cronici potrebbero essere più predisposte alla depressione. Per questo conoscere queste associazioni tra sonno e disturbi dell'umore potrebbe aiutarci a prevedere l'insorgere di stati depressivi. Se aiutiamo i pazienti a dormire meglio – ha concluso - forse potremo evitare loro i disturbi dell'umore».  Sulla stessa lunghezza d'onda è anche un altro studio stavolta psicologico condotto dall'Università di Adelaide e appena pubblicato sulla rivista Sleep Medicine: i ricercatori hanno dimostrato che l'insonnia tra i ragazzi di 12 e 18 anni può provocare un netto peggioramento dei sintomi della depressione e degli stati ansiosi. E questo può portare, a catena, a una maggiore fragilità degli adolescenti, che potrebbero così essere più soggetti ad abuso di alcol e di droga. Nello studio, condotto tra 300 adolescenti, si sottolinea anche come la tendenza crescente degli adolescenti a ritardare l'orario del sonno può essere un fattore che predispone all'insorgere dell'insonnia.

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